Lo senti, quando sta per succedere qualcosa.
L'aria si carica di un'energia negativa che ti scorre sulla pelle, riesce a elettrizzarti nonostante sia una sensazione tutt'altro che piacevole.
Inizialmente, quando Jason esce di corsa per inseguire Nico, lo lascio fare. Mi dico che risolveranno, si vogliono bene, alla fine. Darebbero la vita l'uno per l'altro. Mi rassicuro, ripeto nella mente che va tutto bene anche se so che non è vero. Annie sta morendo, nulla di tutto questo è giusto.
Qualcuno grida, giù nel pronto soccorso. Penso sia normale, alla fine al pronto soccorso non ci vanno le persone che sono in salute, poi il brutto presentimento aumenta.
Corro giù per le scale, ignoro i richiami dei miei amici e accelero quando riconosco che le urla sono di Neeks. Varco la soglia del pronto soccorso e in mezzo alla massa di persone e medici agitati scorgo Nico, vicino alla barella su cui si concentrano le attenzioni. "Jas, Jas..." piagnucola, viene bruscamente trascinato da un infermiere lontano dalla figura sanguinante stesa sulla branda.
Mi avvicino a lui. "Che diamine succede? Chi è quello lì?" mi opprime il petto, ora. Mi impedisce di respirare, ogni singola fibra del mio corpo mi urla che c'è qualcosa che non va. "Jas, Jas" ripete, gli occhi sgranati colmi di lacrime. Sembra che non riesca a dire altro, come se l'unica cosa che riesce a elaborare ora sia il suo nome.
Mi giro di nuovo verso la barella, ora meno affollata. E lì, sulle lenzuola candide e il materasso rigido, riconosco Jason, il volto tumefatto, il braccio piegato in un'angolazione innaturale e la testa spaccata.
Il cuore sprofonda, cade sul pavimento, qualcuno lo calpesta senza farci caso.
"No..." esalo, quella parola poco più di un sospiro tra le mie labbra. "Cosa...non è possibile, lui...no, lui..." balbetto, mi alzo per avvicinarmi ma Nico mi trattiene. "Ha attraversato di fretta per raggiungermi, senza guardare, una macchina l'ha preso in pieno" il suo corpo è qui, ma so che la sua mente è tornata a quel giorno, quello che gli ha distrutto la vita, che gliel'ha fatta a brandelli.
Niente più che coriandoli contro la brezza marina.
"Ehi, Neeks, non è colpa tua, chiaro? Non pensarlo nemmeno, Jason starà bene" dico, tento di rassicurarlo e farlo calmare.
Poi mi volto di nuovo verso la barella e non sono più così sicuro di quello che ho detto.
♡♡♡♡♡
Quando riaccompagno Nico nella stanza di Annabeth per permettergli di salutarla, quasi crollo.
Vederli vicini, loro che un tempo si odiavano, mi fa un certo effetto. Poi, il pensiero di Jason quasi morto mi fa rinsavire.
Lo hanno già sistemato in una stanza, sono riuscito a parlare con i medici. Jas non ha parenti in vita oltre alla sorella a Washington o al padre disperso da qualche parte, per cui mi hanno spiegato la situazione. "Il signor Grace ha subito un forte impatto, in più ha un trauma cranico abbastanza esteso. Ora come ora non è possibile stabilire i tempi di recupero" la donna mi sorride gentilmente, mettendomi la mano sulla spalla. "Ma vedrai, il tuo amico si riprenderà. Probabilmente passerà un periodo di incoscienza, potete venire a trovarlo quando volete" detto questo se ne va, lasciandomi lì con i pezzi del mio cuore tra le mani e la responsabilità di portavoce.
Se solo potessi parlarne con Annie...
Le stanze di Jas e Annabeth sono su piani diversi, per cui una volta ricevuta la notizia gli altri iniziano a fare su e giù per le scale, stando un po' con l'uno e un po' con l'altro. Io, oramai, ho il posto fisso accanto al letto di Jason.
Se anche avessi voluto stare con Annabeth, in questo momento, lei mi avrebbe cacciato a calci e costretto a stare qui. Di tanto in tanto entra un'infermiera, gli somministra qualcosa e mi sorride, come se i suoi sorrisi potessero svegliare Jason.
Quando rientra per la terza volta e vede che non apro bocca, tenta di spronarmi. "Potresti raccontargli qualcosa, alcuni studi dicono che può aiutare" suggerisce, gli attacca una flebo e se ne va, sempre con quell'espressione ebete in volto.
Che cazzo sorride, in un ospedale?
Come fa a essere allegra davanti a un ragazzo in coma?
Che poi, parlargli di che?
Non posso mica mettermi a raccontargli la mia giornata. Sarebbe stupido, lui non mi sente. Non mi vede, non può parlarmi. Non può percepirmi, e realizzare questo mi fa ancora più male. Gli afferro una mano, la stringo forte. Per un attimo mi passa per la testa di poter essere definito sdolcinato o romantico.
Poi, quell'idea svanisce quando Piper apre la porta della stanza, in lacrime, accasciandosi con il busto sul letto di Jassie. "Vacci piano, ha una ferita alla testa" la riprendo, sembra quasi che stia diventando io quello responsabile. "Sai cosa? Non ho mai approvato questa tresca..." inizia, la interrompo sbuffando. "Non è una tresca, per l'amor di dio!" "Sì va bene, come ti pare. Dicevo che non approvo tutt'ora la vostra storia. È un torto ad Annabeth. Ma se lei ha detto che va bene allora farò uno sforzo" le sorrido, apprezzo questo impegno che ci mette.
So che è difficile accettare i cambiamenti, soprattutto se non ti piacciono, ma alla fine i cambiamenti fanno parte della vita.
Se in noi non cambiasse nulla vivremmo sempre la stessa giornata, vita dopo vita: ogni cosa sarebbe stata uguale alla precedente e antenata identica della successiva.
Vorrei dire così tanto a Jason, dovrei confessargli così tante cose, scusarmi per decine di errori. Eppure, in presenza di Piper, non faccio altro che alzarmi e dirigermi verso la stanza di Annie.
Sono sempre più sicuro che non sia stata un'ottima idea, devo appuntarmelo per il me futuro: non disobbedire agli ordini di Annabeth Chase per nessun motivo al mondo.
Alla fine, però, mi permette di restare con lei.
Sa che le manca poco per andarsene, che probabilmente non supererà la notte. Se si addormentasse ora correrebbe un rischio enorme, ma comunque sia questa notte dovrà pur chiudere gli occhi qualche ora. Le resto accanto, fino a che l'orario di visite non termina.
A quel punto vengo letteralmente trascinato fuori dall'ospedale da Leo e Nico, che non hanno decisamente voglia di farsi rimproverare dalle infermiere.
Ci sediamo ai tavoli di un fast food, con l'intenzione di mangiare a volontà, riposare e domani tornare a trovarli, giusto per far passare il tempo ad Annie e non farla annoiare.
Sto per addentare il mio cheeseburger, quando il telefono squilla.
Guardo il numero, non l'ho salvato in rubrica.
Rispondo, poi sbianco.
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Choose me~Jercy
FanficCome si faceva a diventare il segreto di qualcuno? Com'era possibile che Jason si fosse fatto sfuggire le cose di mano? !Percy Jackson AU! !I personaggi non sono miei ma di Rick Riordan! !È una storia molto (all'incirca, non è proprio il termine ada...