Capitolo quattro

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Mi sveglio nel momento in cui sento la voce di Nico sbraitare contro il suo ragazzo.

"Vai a lezione, non voglio sentire stronzate del genere, per favore" apro debolmente gli occhi, li sento bruciare. Vedo Nico che chiude la porta in faccia a Will, completamente furioso.

Tento di alzarmi, ma i muscoli non collaborano e quindi mi ributto a peso morto sul divano, aspettando che Nico si accorga del fatto che non sto più dormendo.

Chissà perché stavano litigando.

Deve essere una cosa seria, poiché nonostante mi veda, Nico non proferisce parola e non mi saluta nemmeno. Mi sollevo, mettendomi seduto a fatica, e poi lo raggiungo in cucina. "Tutto bene?" chiedo, ma da come Nico sbatte le padelle e le tazze per la colazione dubito che la risposta sia un sì. "Sì, certo, tutto bene. Il mio fidanzato è una testa di cazzo, ma va tutto bene" mi siedo al tavolo, addentando uno dei biscotti appena sfornati di Neeks.

Cucina da dio, probabilmente grazie alle origini italiane.

"Giù le zampe, non farmi incazzare anche tu" mi da uno schiaffo sulla mano, ma è troppo tardi: il biscotto finisce dritto nel mio stomaco talmente in fretta che Nico non può fare nulla per impedirlo.

Si passa una mano sul viso, rassegnato, e versa l'impasto delle crepés in padella.

È nervoso, decisamente.

Quando è arrabbiato, o semplicemente triste, potrebbe cucinare per tutto l'esercito americano in un'ora.

"Come mai avete litigato?" chiedo, tentando di farmi raccontare.

Questi due sono la mia unica certezza nella vita, se crollano loro io di certo non ho speranze con Percy.

"Te l'ho detto, è un coglione. Ha detto che dovremmo essere onesti con Annabeth e bla bla bla, ha detto talmente tante cazzate che non me le ricordo nemmeno" spiega, riassumendo in breve le urla che avevano popolato l'appartamento fino a quale minuto prima. "E tu perché...perché non lo hai detto ad Annabeth?" sono timoroso, insicuro, ho paura che voglia che lo faccia io. "Perché so com'è nascondersi, so com'è amare nella paura di essere scoperti. Non ho intenzione di voltare le spalle a una persona che si sente come io mi sono sentito per tanto tempo. Ancora di più, se quella persona rappresenta il fratello maggiore che non ho mai avuto" si volta verso di me, sorride leggermente e poi poggia il dolce sul piatto, spalmandoci sopra la Nutella.

Me lo porge, facendo un breve inchino, come se fosse uno chef stellato.

Cosa che potrebbe senza problemi diventare, se lo volesse.

E se non avesse un'eredità familiare che gli permetterebbe di mantenere anche i suoi futuri nipoti e le successive quattro generazioni di Solace.

Sì, suo padre e sua madre sono abbastanza ricchi, quindi lui lavora in un ristorante giusto per dire di fare qualcosa nella vita e non dipendere completamente da loro.

Assaggio quello che mi ha messo nel piatto e mugolo quando sento la Nutella sulla lingua.

"Oi, non pensare a Percy mentre sei qui, è disgustoso" dice, facendo una smorfia.

Mi strozzo col cibo.

♡♡♡♡♡

La pizza davanti a me fa schifo.

Sul serio, io non sono schizzinoso.

Mangio qualsiasi cosa, ogni cibo commestibile mi piace.

Ma a mia discolpa, questo non è commestibile.

Non può esserlo, se lo mangiassi probabilmente morirei per intossicazione alimentare.

Tutti sono tranquilli e si gustano la loro pizza, tranne me e, ovviamente, Nico, che non mangia pizza americana. È in astinenza da quasi dieci anni, perché si rifiuta di mangiare 'quell'abominio che voi idioti americani chiamate pizza, sporcando la sacra tradizione del mio Paese'.

Choose me~JercyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora