confessioni...autoesplicativo direi, no?

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Rimasi un attimo in disparte con Todoroki, guardando gli altri mostrare gli ultimi rimasugli di odio e disgusto, prima di andarsene, mentre lo stronzo mostrava finta noncuranza.
Rimanemmo solo noi 3 e potei notare l'occhiata assassina di Bakugo, o almeno, ciò che lui riteneva tale ma che, in realtà, altro non era che un patetico tentativo di intimidazione.

Fu poi il mio turno di rivolgeergli del vero intento omicida, pensai al primo uomo che avevo ucciso, a come avevo messo da parte le stupide regole dell'etica che mi era stata inculcato fin da bambino, e immagnai di fare lo stesso con lui, di afferrarlo per la collottola di quella divisa a cui non aveva alcun diritto, fino a strangolarlo; di guardare il suo viso diventare blu per la mancanza di ossigeno, i suoi occhi riempirsi di lacrime per il dolore e per la paura e il corpo contorcersi nel disperato tentativo di liberarsi; immaginai di lanciarlo per terra, guardarlo rantolare e cercare di riprendere fiato, con i muscoli intorpiditi e inutilizzabili per la carenza di ossigeno; di notare il sollievo che fino a un attimo prima brillava suoi occhi spegnersi non appena avesse visto il riflesso del sole sul coltello, giusto un secondo prima che questo gli trapassase la gola.
Immaginai di trafiggerlo, strangolarlo, bruciarlo, squartarlo e tutto ciò che potesse causargli dolore e agonia ma che non coinvolgesse l'uso di un quirk.
Non lascerei mai a quel bastardo la possibilità di ritenersi sconfitto per un potere più forte, lo avrei ucciso a mani nude o con un arma, con qualcosa che anche una persona quirkless possa usare, lo lascerò morire nella consapevolezza di essere stato ucciso da ciò che ha sempre ritenuto inferiore.

Lasciai fluire l'odio e quelle sensazioni in un'unico pensiero, mi ricordai che, se avessi davvero deciso di fare quelle cose, nessuno mi avrebbe potuto fermare e riversati verso di lui quella consapevolezza.
Gli trasmettei tutte quelle immagini con un singolo sguardo, liberai tutto il mio odio e gli mostrai che avrei voluto e potuto farlo fuori senza che lui neanche se ne accorgesse, e ciò bastò a terrorizzarlo.
Mentre la sua faccia rimaneva forzatamente immobile, bloccata in quella posizione da un orgoglio e un ego senza pari, il suo corpo iniziò visibilmente a tremare e sulla sua fronte iniziarono a comparire goccioline di sudore freddo.
Cercando di mantenere un minimo di comportezza si alzò senza dire una parola e si allontanò, guardando verso di me con disprezzo un'ultima volta, per poi correre via, terrorizzato.

Finalmente rimanemmo solo in due e sentì che quello era effettivamente il momento giusto, Shouto aveva saputo di me, di tutto, e non mi riteneva più un privilegiato di qualche tipo, ormai mi vedeva al suo stesso livello, ma non gli facevo pietà.
Perchè, a qualcuno come lui, che aveva passato le pene dell'inferno, non sarebbe mai passato per la testa di avere pietà per me, sapeva benissimo quanto la pietà ferisse e facesse sentire deboli.
Quello che il suo sguardo mi mostrava era tristezza e comprensione, mentre quello che il suo cuore sembrava porgermi, come per scusarsi, era della delusione, delusione verso Bakugo, che si era spinto così oltre per dello stupido orgoglio e per un egoismo e crudeltà che nessuno aveva notato prima d'ora; delusione verso questa stupida società che aveva permesso la creazione di esseri come lui e che non aveva fatto nulla per bloccare la crescita; e, cosa che mi rattristò non poco, delusione verso se stesso, per non essere riuscito a capire la situazione prima.

Lo guardai negli occhi per meno di un attimo, cercando, un po in me e un po in lui, il coraggio necessario a esprimere ciò che dovevo, o meglio, volevo dire.
Osservai il suo dolore e decisi che me ne volevo fare carico, che non lo avrei lasciato a darsi la colpa di qualcosa così fuori dalla sua portata, e finalmente mi decisi; presi la codardia rimasta e la gettai via, provai a convincermi che si trattava solo di una normale missione (ovviamente il layer 2 era già pronto a darmi contro e sta volta non potevo contare neanche sull'appoggio degli altri, anzi ad essere sincero, neanche il 1 ci credeva) e mi dissi che poco importava di un rifiuto, la possibilità, se pure piccola, che potesse ricambiare era ben più che abbastanza per me.

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