come un folle

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Chi avrebbe mai fatto Termini-Roma centro alle due di notte? Un pazzo, solo un pazzo. E Luigi si sentiva un folle in quel momento, se lo ripeteva incessantemente.

Pazzo era stato quel 7 ottobre quando le aveva detto: "Io quella sensazione purtroppo non l'ho avuta"; quando le aveva detto: "Se avessi bisogno di me io ti avrei portato in camera".

Folle era stato quel giorno maledetto, quel 5 novembre, quando ha tradito il cuore, non guardando i suoi occhi; quel 13 aprile, quando avrebbe tanto voluto baciarle le palpebre e le labbra, soffiandole via le lacrime, stringerla a sé fino a consumarla, fino ad assorbire tutto il suo malessere.

Ma in quel momento, aspettando il tram a Piazza Venezia, Luigi era tutto tranne che folle.

Luigi era coraggioso, o per lo meno, provava a esserlo. Si sentiva inebriato dall'eccitazione. Un'eccitazione elettrizzante che sopprimeva malamente le urla della coscienza.
La razionalità lo attanagliava costantemente, logorandogli le tempie, come un roditore affamato.

Se Carola avesse smorzato tutto il suo entusiasmo con un freddo approccio, un sorriso sbiadito e una porta aperta malvolentieri?
Se nella sua nuova vita a Roma, Carola l'avesse messo in uno scatolone, straboccante di inutili suppellettili?
Se nel disordine di quell'appartamento da reinventare e da vivere , non ci fosse stato abbastanza spazio per lui?
Se fosse stato eliminato definitivamente dai suoi schemi, con correttore indelebile?

Il flusso inarrestabile di interrogativi è interrotto dalla voce metallica del navigatore, che gli annuncia di essere giunto a destinazione.

"Sono qui, scendi?"

10 minuti, nessuna risposta.

"Ti sei addormentata? Eddai, non fare la preziosa, vedo la luce accesa. Vedo delle piantine sul davanzale. Abiti al quarto piano, giusto?"

13 minuti, nessuna risposta.

Pazzo, la chiama a gran voce, squarciando il silenzio del vicolo.
Il Luigi di 8 mesi fa non l'avrebbe mai fatto. Ma ora era diverso, o perlomeno, si prometteva di essere tale.

"Luigi zitto, ma sei mica scemo! Dormono tutti, è tardissimo."

"Non sarebbe successo se solo mi avessi risposto", cala il tono di voce, bassa e roca, intima e persuasiva.

"Mente eccelsa, stavo applicando la medicazione e il cellulare era silenzioso."

La mente di Luigi elabora soltanto la prima parte della sentenza e lei, constatando il suo evidentemente turbamento lo invita a salire.

Carola lo aspetta sull'uscio, con uno sguardo indecifrabile e lui al suo cospetto si imbambola, suscitando un sorriso fiero e sicuro sul volto della ragazza.

"Hai intenzione di rimanere lì a lungo?".

E senza indugiare più, con un passo deciso le viene incontro e la abbraccia, forte.
Luigi sente il suo cuore battere e si maledice, incapace di regolarne il ritmo indisciplinato. È vulnerabile, complice la stanchezza, complice l'orario.

Vulnerabile, senza quelle aste bianche in plastica a offuscarne le emozioni, a coprirgli gli occhi, limpidi, specchio di un sentimento inequivocabile.

Con un'inaudita nonchalance Carola si allontana e Luigi non la vede più, la ballerina impacciata che conosceva.

"Devo finire la medicazione, aspetta qui."

Luigi ne approfitta per guardarsi intorno, in quell'ambiente piccolo che Carola aveva però reso caldo e accogliente.

"Carola"

Silenzio.

"Eh"

"Ti sei fatta male?"

"Nulla di serio, un affaticamento. Soltanto una settimana di riposo."

"Mh. Hai bisogno di una mano?", si lascia sfuggire a ruota libera parole dai contorni tremolanti, indefiniti.

Dalla sua posizione Luigi, riesce a scorgere lo specchio del bagno, sul quale si delinea la silhouette della ballerina. Non che non l'avesse mai vista prima in body succinti.
Sarà stata la stanchezza, il clima di tensione, il fatto che non la vedesse e toccasse da due mesi ma un brivido lo scuote prepotentemente. Un solo sguardo fugace gli brucia le gote purpuree.

                       "No, ho finito" sospira.

"Ma dimmi Luigi, quale buon vento ti ha portato qua, a quest'ora?"

Luigi è inerme, spiazzato dalla sua schiettezza. Cosa avrebbe dovuto dirle? "Mi piaci, scusami, ho sbagliato, iniziamo da zero, insieme"? Non era nemmeno sicuro volesse dirle quello.

"Beh, ecco" inizia a blaterale. "Volevo accertarmi tu stessi bene, che ti fossi ambientata, che-"

"E avevi bisogno di piombare qui, alle due di notte? Dopo due mesi? Sai che quell'aggeggio che hai in tasca, chiamato cellulare, funziona pure a distanza?"

A Luigi pare che Carola abbia alzato il tono di voce ma non gli importa, tanto era ipnotizzato dalle sue labbra, dagli occhi scuri, dal capelli mossi che le scendono lungo il collo, elegante e longilineo, dalle clavicole scoperte, su cui avrebbe tanto voluto poggiare il suo respiro caldo, finalmente soli, senza occhi indiscreti a incriminare ogni passo ambiguo.

"Beh si, ma non sarebbe stato lo stesso", taglia corto, racimolando un brivido di sicurezza.

"Dopodomani mi esibirò, ci sarai?", le chiede diretto, 'ché sarebbe stato inopportuno tergiversare ancora nel cuore della notte.

Carola c'aveva sperato, fino all'ultimo, e sentendo queste parole non riesce più a fare la sostenuta: una prima crepa squarcia la sua maschera dell'imperturbabilità.

"Si Luigi, ci sarò. Lo sai, le promesse le mantengo, io."

Il cantante, vorrebbe contestare l'enfasi con cui marca l'ultima parola, ma non cede.

"Carola, saremo soltanto io e te. Voglio ritagliarmi del tempo dopo il live per parlare. Penso che ne abbiamo proprio bisogno, no?"

Si sente scottare quando, prima di andarsene, posa il suo sguardo di fuoco sul suo corpo, quando le cinge un fianco e le augura la buona notte.

Chiusa la porta alle sue spalle, Carola non può fare a meno che lasciare andare un sonoro sbuffo per la frustrazione e imprecare contro quel ragazzo che era piombato a peso morto sul suo cuore, parete elastica, stanca di attutire i colpi.






Lebenslanger Schicksalsschatz

"Non si sviluppa col passare del tempo. E' qualcosa che si crea all'istante. Una sensazione che ti attraversa impetuosa, come il corso di un fiume che ti riempie e ti svuota allo stesso tempo. La percepisci in tutto il corpo. Nelle mani, nel cuore, nello stomaco, sulla pelle. Ti hanno mai fatto sentire in questo modo?" [How I met your mother 8x01]







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