come prezioso segreto

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Luigi se ne sta disteso sul letto, occhi chiusi e cuore anestetizzato.
I raggi di sole filtrati dalla tapparella non fanno altro che acuire la sua pulsante emicrania, scaturita, in principio, dalla voce stridula dell'amico.
Tanto soave sul palco quanto fastidiosa nella quotidianità: così Luigi definiva la voce di Alex, che in quel momento lo stava fissando, braccia conserte e occhi di brace, appoggiato alla finestra di quella squallida stanza.

"Quindi avete fatto sesso e l'hai lasciata sola, nel cuore della notte, senza una misera spiegazione, un «scusamisonounfigliodiputtananontimeritodevobruciareall'infernoperdonami»?"

Sesso.

Schietto e lapidario, come sempre: Alex era una certezza.
Luigi persevera nel suo mutismo selettivo, ogni parola sarebbe stata inutile. In ginocchio, implora mentalmente di trovare un modo per bloccare il flusso dei suoi pensieri e soprattutto desidera più di ogni altra cosa sfogare la sua rabbia repressa sull'amico, maledetto grillo, voce della coscienza.

"Eh no, amico mio, eh no. Questa è pure peggio della pessima figura da sfigato della scorsa volta. Ma tu ci pensi a come si sia potuta sentire Carola?"

Ancora questo nome.

Luigi invoca Freud e la teoria della rimozione della memoria. Quel nome e quel corpo sono per lui fonte di disagio psico-fisico.
Come un uomo in preda a nevrosi avrebbe voluto tanto cancellarla dalla sua memoria, perché il loro vissuto era ormai angosciante e lesivo per il presente. Ma in questo caso la fuga non era attuabile. Esiste, talvolta, una scappatoia possibile e spesso usata: fingere che certi eventi non si verifichino nella nostra mente, cioè escluderli dal campo della coscienza. Ma fuori dalla coscienza non significa fuori dalla mente; è solo un'apparenza. Come gli oggetti del mondo esterno non scompaiono quando voltiamo loro la schiena, così gli eventi della nostra mente non cessano di verificarsi per il fatto che ci distogliamo da loro.

E Alex incalza, spietato: "Immagina lei che apre gli occhi, convinta di trovarsi accanto il ragazzo che ama e che credeva fosse finalmente pronto ad amarla."
Ennesima lancia al centro, conficcata nel ventre di Luigi.

"Perlustra con gli occhi tutta la stanza e non trova alcuna traccia di te."

E Luigi li vede, quegli occhioni che si rabbuiano e inumidiscono.

"Povera anima in buona fede, guarda il cellulare nella speranza di trovare un tuo messaggio, una fottuta parola che possa giustificare questo improvviso abbandono."

Abbandono.

E Luigi si àncora ancora più al cuscino, sprofonda, nella speranza che il tessuto imbottito possa attutire il colpo, 'che le parola di Alex gli sembrano proiettili.

"E invece sono passati 10 fottuti giorni e tu sei ancora qua, a soffrire come un cane, quello che sei infondo."

Non può ribattere, non ne ha il diritto. A dire la verità, nella sua mente si era insultato in modi ben peggiori.

Alex e la sua disarmante schiettezza non sembrano arrestarsi. "Cosa avrà pensato Carola? Che tu l'abbia scopata e abbandonata, giusto?"

Quelle parole risuonano tra le quattro mura come la più blasfema delle bestemmie e Luigi scatta a sedersi.

"Non dire così, Alex. Non mi dipingere come un mostro. Noi abbiamo fatto l'amore".

Riesce a recuperare il fiato soltanto per pronunciare quelle parole, sussurrandole, come prezioso segreto.

Alex era riuscito nel suo intento: l'aveva logorato. Mani tra i capelli e lacrime agli occhi.

"Ma lei non lo saprà mai Luigi, non lo saprà perché hai preferito fuggire via, ancora una volta. Tu ti nascondi eh, con la retorica del meglio soffrire che ferire. Nascondi la tua ignavia".

Che tanto ignavo non lo era in fin dei conti. Fuggendo via costantemente, una decisione l'aveva presa.

E Alex stranamente aveva ragione quella volta. I silenzi hanno pesi diversi e quel silenzio era stato determinante, schiacciante, il più pesante tra tutti. Quel silenzio era destinato a schiacciarli, quei due amanti, sciagurati.

Ma dal dolore Luigi aveva sempre trovato modo di rinascere, a ogni costo.

Forse.

Quella notte, dopo che Alex l'ha immerso nel suo silenzio contemplativo, è nata " tracce di te", il suo modo per esorcizzare il dolore, per evitare di implodere, per sentirsi vicino alla sua amata, che mai gli era stata così lontana.

Ma Carola non avrebbe mai avuto modo di scoprire di essere stata l'ispiratrice di quel pezzo, celebrazione del loro dannato amore.

Forse.


Una cosa che ho imparato quell'estate è l'inizio di un amore e la fine di un amore per i primi trenta giorni sono incredibilmente simili. Tanto per cominciare passi un sacco di tempo a letto, i tuoi amici non ti sopportano più e giri perennemente in mutande. (Himym, -Ted)

° ° °

Luigi è il solito sfigato, che novità. Il tempo scorre e non sembra intenzionato a rimediare ai suoi errori. Non mi uccidete, vvb.

Ci sarà un lieto fine per i nostri eroi?

P.S mi trovate su twitter livipriv_ , si accettano consigli per migliorare ;)

(quasi 6k visua, mi fate emozionare)

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