come inesorabile promessa

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"Gigi dai, torna a letto è inutile, non funziona."

Pochi giorni prima Carola aveva raccontato a Luigi, con occhi sognanti ma velati da nostalgica tristezza, come era solita passare il Natale in Sardegna. Ormai la sua terra addobbata a festa era un ricordo lontano, dopo anni distante da casa per seguire la scia luminosa, seminata in giro per il mondo, della sua passione.

Carola, dinnanzi a una calda tisana all'aroma di cannella dolciastra, aveva confessato a Luigi quanto speciale fosse per lei, da piccola, scrivere insieme a Matteo, suo fratello minore, la lettera da spedire al Polo Nord; quanto fosse importante per lei addobbare l'albero di Natale insieme ai suoi genitori, 'ché lei era ancora uno scricciolo e suo padre la adagiava sulle sue grandi spalle per permetterle di coronarlo con un puntale elegante; quanto le mancasse sbocconcellare di nascosto il su pan'e Saba preparato dalla nonna, dinnanzi a uno scoppiettante camino, prerogativa natalizia per eccellenza.
Era bastato un semplice racconto, su un divano da ritappezzare, per far comprendere a Luigi quanto mancasse a Carola il calore della sua famiglia e quanto si sentisse in dover di provare a colmare, seppur parzialmente, quel vuoto dato dalla lontananza.

Il cantante, l'indomani mattina, senza indugiare, aveva barattato la pausa pranzo con una fila interminabile al centro commerciale più vicino, dove, tra scaffali straboccanti, le famiglie sgomitavano, per ultimare gli ultimi acquisti. Ma la fila pressante, gli urli acuti dei bambini capricciosi, non lo avevano fatto desistere dal suo intento primario ed era riuscito, trionfante, a portare con sé quella stufa a pellet che aveva adocchiato.

Quando la sera successiva si era presentato sull'uscio dell'appartamento di Carola, reggendo goffamente con entrambe le braccia lo scatolone, la ragazza aveva sgranato gli occhi, suscitando un sorriso imbarazzato sul volto di Luigi, conscio di quanto quel gesto fosse colmo di tenero affetto e dolce attenzione. "Non creerà la stessa atmosfera di un elegante camino ma almeno riscalderà bene la camera da letto", aveva confessato il cantante, scrollando le spalle su cui Carola prontamente si era avvinghiata.
"E soprattutto non morirò più di freddo quando nel cuore della notte tirerai la coperta tutta per te, lasciandomi scoperto". Smorza abilmente l'imbarazzo tatuato sulle gote e ricambia la stretta.

Ma giusto quella notte, la notte di Natale, l'elettrodomestico di ultima generazione aveva deciso di fare le bizze, suscitando i sospiri rumorosi di Luigi e un sorriso tenero in Carola.

"Ne faremo a meno per questa sera, dai torna a letto, è quasi mezzanotte".

Luigi la guarda e dinnanzi a quegli occhioni brillanti e a quel corpo prezioso che lo aspetta, avvolto dalle lenzuola, non riesce a sostenere a lungo il broncio, che tanto stona con quell'intima atmosfera.

La guarda ed è geloso.

Non è una gelosia stupida, irragionevole e malata: è geloso nel significato più dolce del termine, una gelosia che somiglia tanto a dedizione, ad ammirazione e all'amore che lo ha cambiato, rendendolo più sicurò, più maturo, più pronto ad abbracciare la vita, più uomo.

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Mezzanotte scocca.

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"Buon Natale amore mio", gli dice lei e si alza dal letto, dirigendosi verso l'albero di Natale che poche settimane avevano allestito insieme, a corpo nudo, 'ché tanto quella stanza piena d'amore strabocca di calore, pur senza lo scoppiettio della stufa a pelle.

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