come corda che vibra

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Mancava poco e Luigi si sarebbe soffocato con la sua stessa saliva.
Si ritrova aggrovigliato tra le lenzuola del letto di Carola. Aggrovigliato tra sudore, sospiri e gemiti soppressi.
Non ricorda come si fosse ridotto in quello stato: uno stato di totale beatitudine. Non ricorda nemmeno come, a fatica, si fossero trascinati dal terrazzo alla camera da letto. Ricordava soltanto che fosse bastata una singola frase, pronunciata con un singolo fiato, per colpire lo stomaco di Carola, causando tante piccole onde di piacere, propagatesi in lei con la stessa irruenza di un sasso scagliato in un placido lago al tramonto.

Luigi era sempre stato un amante passionale e devoto, un cultore dell'edonismo: non si mostrava sicuro di sé e spavaldo solo sul palco.
Ma ora, al cospetto di Carola, era come un ragazzino inesperto, alle prime armi e rischiava di bruciarsi se non avesse saputo utilizzare l'estintore a tempo debito.

I polpastrelli sfiorano con meticolosa attenzione la pelle profumata della ragazza, l'essere più delicato al mondo, il soggetto preferito delle rappresentazioni più peccaminose dell'immaginario di Luigi, da mesi. Mai aveva bramato un corpo con la stessa bramosia con la quale desiderava quello di Carola. Da giorni imbrattava le pareti della sua mente con sogni lussuriosi, che in loop si ripetevano, senza sosta e senza pace. I sogni avevano alimentato la fantasia, ma nella pratica concreta, beh, Luigi sembrava alquanto impacciato.

Con Carola che lo sovrasta, per la prima volta non ha le redini del gioco: tra gli schemi posti nell'archivio, non aveva trovato nulla che lo potesse aiutare, nulla a cui appigliarsi. Mentre Luigi boccheggia, perso tra il piacere e sovrastato dalla tensione, Carola si districa tra i tessuti degli indumenti, con maestria. Il ragazzo constata, estasiato, come riuscisse a portare perfino tra le quattro pareti di una camera da letto l'eleganza, il rigore e la leggiadria della danza classica. Ed è sicuro che, non appena avrebbe ripreso coscienza, perso com'era in quello stato di trance, avrebbe fatto vibrare il corpo di Carola come vibra una corda di chitarra, elettrica.

A risvegliarlo sono le parole pronunciate da lei, sussurrate sul lobo; parole sbiadite, delle quali riesce a cogliere ben poco, se non che stesse cercando quell'involucro trasparente che finalmente avrebbe dato via al concerto preferito di Luigi.

Con un colpo di reni inverte le posizioni: ora è lui a dirigere finalmente l'orchestra, a modulare con il suo prepotente e inarrestabile oscillare, i suoni emessi dal corpo nudo che stringe tra le braccia muscolose.

Carola spalanca la bocca, formando una circonferenza perfetta, non appena lui si fa strada in lei con una delicatezza che scotta. Dalle loro bocche, aperte e allineate, non si leva alcun suono, come se trattenessero il respiro.

Luigi le scruta il volto con attenzione, pronto a baciarle e scacciare via ogni minima espressione di dolore.
Ma lei, che per lui era sempre stata pronta, nota che la scintilla di desiderio che gli incornicia lo sguardo è velata da tremante incertezza e prontamente lo rassicura.

"Gigi", gli schiocca un bacio sull'angolo della bocca. "Non sono mai stata così bene. Tranquillo".

Con queste parole, sussurrate sulla bocca, Luigi non riesce più a sopprimere quel fremito insaziabile che gli fa vibrare le membra. Avvicina le sue mani a quelle di Carola e adagia quell'intreccio di anelli e dita affusolate dietro la sua nuca, per avere più stabilità e inizia a muoversi in lei, in maniera decisa ma pur sempre controllata.

E quel letto singolo sembra essere troppo piccolo per contenere la loro straboccante passione.

Fatale, quel letto, li costringe ad abbracciarsi; costringe Luigi a bloccare i polsi di Carola per non perdere l'equilibrio precario, a soffiarle sul collo nel vano tentativo di spegnere le lamelle di fuoco che le illuminano la pelle.

"Non trattenerti più", è quello che gli biascica lei all'orecchio sinistro, avvicinandosi ancora di più al suo bacino, sentendo ormai il suo respiro farsi sempre più irregolare.

Fatale, quel giaciglio, li costringe ad adagiare la fronte, l'uno sull'altra; li costringe ad ansimare bocca a bocca, a guardarsi nelle pupille, dilatate. Costringe Luigi ad affondare le labbra nell''incavo del suo collo per sopprimere i gemiti. Costringe Carola ad arpionare le gambe intorno al bacino di lui, permettendogli di scavare infondo, alla ricerca di un tunnel verso la perdizione definitiva.

Non è un tunnel senza via di salvezza però: la luce Luigi sembra vederla, quando le scosse di piacere che invadono il ventre di Carola si propagano direttamente in lui, che di una sosta, inebriato ormai dalla melodia, non ne vuole più sapere.

E l'afa notturna di Roma, insinuatasi prepotentemente dalla finestra, sembra non scalfire minimamente i due amanti, che bruciano ancora di ardore proprio, che bruciano ancora della loro passione.

° ° °

Un applauso ai nostri eroi che finalmente ci sono riusciti! Curiosi di scoprire quanto durerà questo clima idilliaco?

Intanto vi lascio il nick del mio secondo profilo twitter @livipriv_

Siamo quasi a 5k visualizzazioni, grazie sempre <3

InesorabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora