come il mare di ostia

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Luigi la trova seduta in spiaggia. Ha il volto corrucciato e fissa dritta dinnanzi a sé.

Si domanda cosa Carola stia pensando: in cuor suo spera che non sia lui la causa di quella ruga che le si delinea in fronte, rendendo quel viso da bambina, più duro e spigoloso, meno spensierato, meno sognante.

La raggiunge, con passo lento per non farsi notare e non appena le tocca appena la spalla destra, sobbalza.

"Mannaggia a te Luigi, mi stavo rilassando."

"Rilassando? Non penso proprio. Guarda, proprio qui. Ti è venuta una ruga in fronte a furia di corrucciarti" le dice, stendendosi al suo fianco.

"Allora, com'è andata con i ragazzi? Alex è stato contento?". Svia con apparente nonchalance il discorso.

Carola si sente così maledettamente a disagio standogli così vicino. Nel silenzio della spiaggia può sentire soltanto i loro respiri e il chiacchiericcio proveniente da un bar sul lungomare. Si sente maledettamente a disagio perché, al suo corpo, quel caldo a livello del basso ventre e quel formicolio al cuore, piace.
Le piace sentire il calore che emana il corpo di Luigi, il suo respiro, il suo profumo che si mischia all'odore, sporco, di sigaretta.
Si sente a disagio perché in fondo bearsi del suo profumo non è più abbastanza. Vuole che il calore che percepisce, seppur a distanza, la scotti, 'ché in fondo basterebbe così poco per incrinare il suo innaturale gelo.

"Carola, non ho fatto tutta questa strada con le solite misere 4 ore di sonno per parlare di quanto sia stato felice Alex e di che desiderio abbia espresso difronte alla torta".
Luigi si fa serio e si mette a sedere, per scrutare meglio la limpidezza dei suoi occhi.

"Allora dimmelo tu perché siamo qui Luigi, dimmelo".
Anche Carola si fa seria, ma non accenna a cambiare posizione. Distesa può ammirare quanto fosse delicato il viso di Luigi: occhi buoni, ciglia lunghe, nei a costellargli il viso e a impreziosirne il naso.

"Faccio veramente fatica a parlarti Carola, ormai penso sia palese a tutti. Ho rimandato per giorni, nella vana speranza di potermi risvegliare da questo stato di torpore. Io che di parole ne ho mille non riesco a trovarne una per te, Carola. Non le ho mai trovate e per questo oggi siamo in questo punto di stallo."

" 'Questo' lo definisci un punto di stallo? Luigi, 'questo' non esiste più. Non siamo più in un punto di stallo nel momento in cui tu hai deciso di non avere tempo per me nella tua vita. Non sono mica scema, l'ho capito e accettato da settimane. Io sono una persona abbastanza razionale e- "

Luigi si china e la bacia. Si bea delle sue labbra carnose, tastandone finalmente il sapore.

"Meno ambiguo di questo?", le chiede retoricamente con sguardo spavaldo a celarne la paura. Vuole avvicinarsi ancora, stringerla e baciarla. Ancora.

Carola non riesce a proferire parola: lo guarda. Ha le pupille dilatate, superfici riflettenti nelle quali rivede il suo stesso desiderio.
Il desiderio di passare il correttore a nastro sui maledetti schemi: cancellarli definitivamente è impossibile. Almeno per ora.
Vede il desiderio di smettere di fuggire via da sé, di fingere di mascherare quel luccichio negli occhi ogni qualvolta la guardasse.
Vede il desiderio di amarsi: mentalmente e fisicamente.
Sfiorarsi non basta più, a entrambi.

"Carola", le dice con un filo di voce, come se il silenzio che li circondasse fosse troppo invasivo. "Io non ho intenzione di giocare, tu?"

La ballerina lo capisce dal fuoco che gli infiamma lo sguardo che non si sarebbe celato dietro pedine in plastica per nascondere mosse scorrette.
Lei non aspettava altro che scottarsi con lo stesso fuoco.

Non gli risponde, lo bacia, con ancora più foga, cercando che il suo fuoco la permeasse.
Riesce soltanto a sussurrargli sulle labbra: "Luigi, vieni via con me".

E in quel momento Luigi vede appiccarsi negli occhi di Carola il suo stesso fuoco.

"Perché a volte, anche se sai come va a finire, non significa che tu non possa goderti la corsa."
[How i met your mother 2×14]

InesorabilmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora