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Chi non muore si rivede..

Fú il primo suo pensiero. La voglia di saltargli addosso e picchiarlo era tanta. Ma preferiva contenersi anche se Mario era già maggiorenne, era meglio non attacar briga in nessun modo.

Sospirò prima di andare verso la porta. Squadrò il ragazzo e poi disse: -penso che voi due dobbiate parlare- ed uscì.

Non gli piaceva lasciare quei due da soli, si sentiva, come dire, geloso? No no. Non poteva minimamente pensarlo.

Ma il fatto stava che Stre meritasse di più e Mario non era all'altezza di quel ragazzo. Cavolo se solo le cose potessero essere così facili.

Scosse la testa, non voleva più pensare, doveva distrarsi un po', oppure sarebbe impazzito e avrebbe dovuto per lo meno mostrarsi disinteressato dalla situazione. Però l'evidenza della sua "gelosia" era ovvia.

****
-Stre... Io-

-basta Mario, non ti preoccupare- disse abbassando la testa.

Il solo ricordare che invece di andare da lui ad aiutarlo era rimasto a guardare fisso l'altro ragazzo, un po' gli dava fastidio. Infondo stavano insieme.

Ma non poteva negare il fatto che dall'altra parte non gli interessava più di tanto perché alla fine non provavo nulla nei suoi confronti, se non solo amicizia. Anche se voleva terminare ormai quella storia non poteva, la colpa sarebbe stata troppa e già di se ne sentiva tanta.

-mi dispiace sul serio..- ruppe il silenzio creatosi -ho sbagliato e mi dispiace-

Mario si avvicinò ancora di più a Stre, il quale non si mosse neanche un po'. Quell'azione lo metteva in soggezione e si sentiva arrossire.

-Voglio rimediare- disse infine prima di unire le loro labbra in un bacio umido e freddo.

Stre sentiva il respiro pesante di Mario, l'odore forte che emanava e la secchezza delle sue labbra, ma oltre a quello nient'altro, non sentiva altro.

Si separarono emettendo un leggero suono.

Come poteva descrivere ciò?
Non poteva, perché niente in quel momento era vero, tutto quello che stava facendo era sbagliato, lui era sbagliato.

[.....]

Finalmente il dottore gli diede il permesso di andare a casa, lasciando alla madre dei fogli che sicuramente gli avrebbe spiegato una volta a casa.

Tutti erano dentro la stanza, aiutando Stre a sistemare le sue cose. Il primo ad abbandonare la stanza fú Mario, portando con sé una busta con i vestiti del suo fidanzato e dopo aver annunciato che avrebbe aspettato in macchina.

-È un bravo ragazzo, non trova?- domando la madre al professore.

Nel viso dell'uomo si leggeva confusione e anche un leggero fastidio, infondo loro due non hanno più parlato dopo l'accaduto alla scuola.

-Stre è davvero fortunato ad avere uno come lui- la donna sorrise -lo conosco da tanto tempo e ho sempre sperato che un giorno mio figlio si innamorasse di lui, e guardi- rise -è accaduto-

Cico non disse nulla e la madre di Stre dopo aver detto ciò, abbandonò la stanza sorridendo.

Il ragazzo era evidentemente imbarazzato dalle parole della madre, che non riusciva neanche a guardare quel l'uomo che ancora non aveva accennato nessuna parola.

-M..mi dispiace per mia madre... Lei non sa quello che è successo a scuola-

Cico lo guardò e sorrise. - non devi scusarti tu e neanche lei, dovrebbe farlo Mario-

Si avvicinò a Stre, che nel mentre era rimasto in piedi in un angolo a rigirarsi i pollici.

Quando senti la vicinanza dell'uomo Stre alzò la testa e rimase come in uno stato di trans. Aveva gli occhi di Cico puntanti su di lui.

Accidenti!

****

La tensione in quel momento era tanta. Vedendo come quel piccolo ragazzo era imbarazzato, si sentiva come se dovesse proteggerlo e in un certo senso quell'atteggiamento lo faceva impazzire.

Cavolo si sentiva malato. Certi pensieri nella sua testa non dovevano neanche esistere, insomma era un suo alunno e lui il suo professore, eppure non gli importava tanto, lo desiderava.

-C...Cico- sussurrò il minore guardandolo. I suoi occhi erano luminosi e grandi, poteva vedere il suo riflesso, semplicemente bellissimi.

-Io..- non riusciva neanche a parlare, avanzava e basta. Quella piccola distanza diminuiva sempre di più e ciò lo stava mandando fuori di testa.

Lo conosceva da poco e già faceva certe avance.

Arrivato davanti a lui poggiò il palmo della mano sul muro affianco al suo viso, la sua pelle brucia con quel calore lì vicino. Nessuno dei due distoglieva lo sguardo dall'altro, entrambi persi.

Cico aveva il respiro pesante ed era evidente che anche quello di Stre fosse così.

-se solo...- si morse le labbra per poi avvicinare il suo viso lentamente. -non va bene così~-

Strecatto addolcì i suoi stupendi occhi per poi soffermarsi sulle sue labbra. I minuti sembravano non passare ed ogni momento sembrava eterno.

Cico posò la sua mano sul viso del ragazzo, accarezzando con il pollice la guancia bollente. Il minore rabbrividì a quel tocco così innocente e soffice. L'uomo voleva baciarlo, doveva farlo, ma malgrado le conseguenze che sarebbero avvenute dopo si limitò soltanto a quel gesto.

-Uffh~- sbuffò. Gli afferrò il viso e gli stampò un bacio sulla fronte, per poi allontanarsi ed avvicinarsi alla porta. -Dovresti andare, tua madre ti aspetta- disse voltandogli le spalle.

-S..si- la voce si sentiva effettivamente delusa. Cico strinse i denti. Doveva stare lontano da quel ragazzo ad ogni costo. -Grazie per essersi preso cura di me, ora vado- furono le ultime parole a risuonare sulla stanza.

Cico rimase da solo. Sentiva i suoi pensieri e il suo subconscio lo rimproverava per ciò che stava quasi per fare.

Che cosa credeva? Pensava seriamente che si sarebbero baciati? Sul serio pensava che lui e quel ragazzo avrebbe potuto avere un qualcosa?

Doveva toglierselo dalla testa. Stre era uno studente e lui un semplice professore.

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