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-Signor Tobbi?- mi sento chiamare.

Alzo la mia testa, posata sul libro dinanzi a me, con una leggera pigrizia. -Oh salve direttore- rispondo alzandomi in piedi ed allungando la mano.

-è un piacere rivederti!- mi dice, accettando la mia stretta. Appena, scioglie quel contatto si avvicina ad uno dei posti liberi, nella sala insegnanti, per poi togliersi gli occhiali e posarli sul tavolo. Decido di seguirlo.

-vuole parlarmi di qualcosa direttore?- domando leggermente nervoso ma allo stesso tempo nascondo ciò.

-a dire il vero si!- sospira -volevo parlare con te di uno studente-

In quel momento sento perdere un battito, e subito i miei pensieri si fanno confusi ed il terrore comincia lentamente ad invadere il mio corpo. -s..studente?-

-si, sai abbiamo ricevuto diverse segnalazioni!-

Cerco di non farmi prendere troppo dalla paura e decido così di fare un respire e proseguire nel sentirlo.

-questo studente ha avuto varie difficoltà di interazione tra gli alunni- allega, e finalmente sento di poter respirare nuovamente: non parla di Stre.

-posso chiederle il nome?-

-ow.. hai ragione, perdonami, si chiama Alex Nauts, è arrivato oggi nella nostra scuola e volevo chiederle una cortesia- sospira di nuovo -so che magari questi "favori"- pronuncia simulando le virgolette -non dovrei neanche chiederli, ma in questo caso devo proprio, vedi il ragazzo da quanto riferitomi dalla famiglia, ha cercato di....- si blocca improvvisamente.

Io lo guardo, e lo vedo leggermente frustrato e triste, probabilmente la situazione è più grave di quanto possa immaginarmi. -non si preoccupi, farò in modo che il ragazzo interagisca con gli studenti-

Lui mi guarda e sorride, ricambio immediatamente e mi permetto di prendergli una mano cercando di confortarlo con quel leggero tocco innocente.

Lui mi guarda e sorride, ricambio immediatamente e mi permetto di prendergli una mano cercando di confortarlo con quel leggero tocco innocente

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Guardo il soffitto della mia stanza, cercando di svuotare la mia mente. Oggi la giornata è stata abbastanza tranquilla, tranne i momenti con Cico.

Ogni volta che sto con lui è tutto molto strano, ma bello. Ricordo ancora come ci siamo conosciuti, come abbiamo iniziato a frequentarci, però vorrei di più.

Odio dover fare tutto di nascosto, vorrei stare con lui, andare al parco mano nella mano, baciarci su una panchina, andare al cinema e altre cose. Ma più ci penso e più mi deprimo, so bene che tra noi sarà difficile, abbiamo tante cose a separarci, il suo lavoro e la mia età. Questo è come un muro fra noi eppure quando ci nascondiamo negli sgabuzzini, sembra che questo "muro" viene abbattuto e noi due possiamo esprimerci al meglio tra i nostri baci.

Baci.

Cavolo! Solo quel tocco di labbra basta per portarmi alle stelle, le sue labbra a contatto con le mie, fanno una perfetta danza. Che poi sono così calde, umide, deliziose. Mi piace e troppo.

Sospiro amareggiato. Il mio intento di non pensare è andato, ed ora sono qui sul mio letto a rimuginare su Cico e i suoi baci. Ma come diavolo sono finito così?

Mi alzo avvicinandomi alla mia scrivania, mi siedo. Una altro respiro profondo esce dalle mie labbra, decido di prendere il mio blocchetto dei disegni e le cuffiette.

L'unico modo di non pensare a nulla è ascoltare musica e disegnare.

[....]

-Stre scendi!?-

Sobbalzo, aprendo violentemente gli occhi, la luce fioca della luna puntata sulle mie matite e le cuffiette, abbandonate sulla scrivania.

Mi stiro sul posto riprendendomi e solo dopo mi accorgo di aver dormito tutto il pomeriggio.
Sospiro.

-arrivo mamma!- rispondo pigramente.

Mi alzo in piedi dirigendomi al bagno, decido di sciacquare il viso e permettendomi uno sguardo allo specchio.

Ma cosa vedrà mai in me Cico?

Faccio una smorfia, prima di prendere l'asciugamano ed asciugare le piccole gocce d'acqua, abbandonate su tutta la mia faccia. Appena penso di essere totalmente sveglio scendo in cucina ritrovandomi il tavolo imbandito di delizie.

-e questo?- domando perplesso.

-ow non te l'ha detto Mario?-

Respiro profondamente -tipo cosa?-

-viene a cena da noi, mi ha detto che vuole passare del tempo con te dato che non vi siete visti quasi mai- risponde posando la bottiglia d'acqua sul tavolo.

La fisso, nascondendo la mia rabbia. Non potevo fare altro, dovevo nascondere il fastidio nel avere Mario vicino.

Avevo evitato stare con lui perché mi sentivo in colpa, tutto stava succedendo in fretta, la storia con Cico, la mia vita sentimentale contrastata e la scuola. Per me era troppo e in più con Mario era ancora più difficile, non avevo il coraggio di lasciarlo, nonostante sapessi l'errore che stavo commettendo, mi sentivo un codardo ed un traditore.

-avanti siediti a breve dovrebbe arrivare - mi dici lei, facendomi riprendere dai miei tormenti.

Con un po' di fastidio mi siedo cercando in tutti i modi di tenermi tranquillo. Tra poco sarebbe arrivato e io dovevo fingere essere amorevole, salutarlo come un fidanzato.

Accidenti, ma perché non combino mai niente di buono?

-ow Stre potresti f- il suono del campanello interrompe la sua frase. Mia madre sorride andando verso la porta, per dare il benvenuto l'ospite tanto aspettato.

Sento come lei gli dice di entrare e che avvisa che io sono già in cucina. Approfitto quel poco tempo da solo per prepararmi psicologicamente alle azione e parole che avrei detto di lì a poco.

Faccio un grosso respiro e butto fuori tutta l'aria nei miei polmoni ed infine mi alzo.

-Ciao stellina mia- mi dice avvicinandosi. Mi abbraccia.

Io di tutta risposta lo abbraccio soltanto donandogli un sorriso falso. Si stacca portando una mano sul mio viso e lì comincio a sentire timore. So cosa vuole, ma io non voglio, però non potevo essere sospettoso, non ora. Così mi avvicino e attacco le nostre labbra in un bacio freddo, privo di sentimento.

Mi stacco subito e senza più guardarlo, afferro la sua mano e mi avvicino al tavolo per prendere posto.

Cominciamo a mangiare, e per tutto il tempo, mentre Mario e mia madre parlavano, io semplicemente mi nascondevo nella mia testa, tra i pensieri ed i ricordi più felici che avevo.

A mala pena riuscivo a mangiare qualcosa, non mi sentivo per niente a mio agio, volevo andare via.

Ben presto la cena termina ed io gioisco internamente. Potevo andare a dormire. Mi alzo dal tavolo portando i piatti al lavandino, e mentre nessuno mi vede faccio un piccolo sorriso di felicità.

-che ne dici Stre?-

Una voce dietro di me mi fa saltare sul posto spaventandomi. Mi giro e mi ritrovo mia madre sorridente.

-su cosa?- Domando confuso.

-Mario ti vuole portare a fare un giro in macchina, ti va?- risponde sfoderando un altro sorriso.

Uscire con Mario ora? Di sera? Non se ne parla! Non posso! Ma se rifiuto darei sospetti, e potranno pensare che non lo voglia più, oppure che ho qualcun'altro! Accidenti!

-va bene-

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