~Finalmente!...~

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⚠️ PERDONATEMI, HO SBAGLIATO, NELLO SCORSO CAPITOLO L'ETÀ DI PAGA, LUI HA 17 ANNI, PIADINA E TUTTI GLI ALTRI GIÀ 18⚠️

Paga's POV

Dopo aver mangiato, la madre di Piadina decise di mettere in atto il nostro "piano", quindi, andammo tutti in salotto e Sonia digitò il numero della polizia.
Fece due squilli, poi, una voce rispose

Poliziott*: buongiorno, qual'é l'emergenza?
Mamma Pia: salve, vorrei sporgere denuncia
Poliziott*: mi dica il nome dell'interessato
La madre di Piadina mi guardó.
Paga: A-Alberto Giglio
Mamma Pia: Alberto Giglio
Poliziott*: mhh...ok trovato, via ******, numero 4?
Sonia voltò lo sguardo verso di me in cerca di approvazione o meno. Io annuì essendo la via corretta.

Poliziott*: bene, sporge denuncia per quale motivo?
Mamma Pia: violenza su minorenne
Poliziott*: ok, è lì presente la vittima di ciò?
Paga: s-sí e-eccomi
Poliziott*: bene ragazzo, sai dirmi il tuo nome per cortesia?
Paga: Paga, Paga Giglio
Poliziott*: bene, quanti anni hai?
Paga: 17
Poliziott*: cosa ti faceva o ti fa tutt'ora tuo padre?
Paga: da quando è morta mia madre, ovvero 5 anni fa, mio padre iniziò a tornare ogni sera ubriaco, slacciava la cintura che aveva legata ai jeans color cappuccino che indossava sempre, e iniziava a tirarmela sulla schiena o sulla pancia.

Piadina's POV

Cazzo. Non sapevo che dire sinceramente...vedevo Paga che fissava un punto non definito, con gli occhi lucidi. Notavo che era sempre più in ansia, ogni parola che pronunciava. Decisi di abbracciarlo dal lato, essendo che ero sul divano affianco a lui. Paga iniziò a stringermi il braccio con le mani mentre ancora parlava di tutti quei demoni che si era sempre tenuto dentro.
Appoggiò la testa nell'incavo del mio collo, mentre sentivo che iniziava a singhiozzare poco alla volta.

Poliziott*: ok, tranquillo, non piangere ti aiuteremo noi. Hai prove concrete per testimonianza l'accaduto? So che non mi stai mentendo, ma in tribunale dovremmo portare qualcosa che ti faccia rimanere nella parte della ragione.
In quel momento intervení mia madre.

Mamma Pia: mi scusi, noi avevamo un'idea riguardo a questo...
Cominciò a spiegare all'agente di polizia tutto per filo e per segno, non tralasciando nessun particolare.

Poliziott*: ...lo comunicherò al capo della polizia, comunque non mi sembra una cattiva ipotesi, potremmo provare.
Mamma Pia: la ringraziamo infinitamente
Poliziott*: si figuri signora, l'importante è che al momento il ragazzo sia al sicuro
Mamma Pia: certo, essendo un amico di mio figlio è qui con noi, assieme a mia figlia e la sua fidanzata.
Poliziott*: bene, può darmi il suo indirizzo per cortesia? Così mandiamo delle pattuglie per chiarire di persona.
Mia madre diede il nostro indirizzo, mentre io parlavo con Paga per tranquillizzarlo.
Dopo circa 15 minuti, sentimmo suonare al campanello e una voce disse "apra per favore, polizia" ,erano arrivati.
Iniziarono ad entrare diversi poliziotti, mentre mia mamma gli dava il benvenuto in casa. Vedevo Sara e Federica che parlavano assieme a due agenti, mentre mia mamma conversava con il capo della polizia. Io ero lì, che parlavo con Paga.

Piadina: vedrai che si sistemerà tutto, poi potremmo andare in giro, divertirci, stare in compagnia anche agli altri e la tua vita cambierà in meglio❤️
Paga: non so cosa farei senza di te Piadina, probabilmente ora sarei morto se non ti avessi incontrato quella volta...non voglio dirti grazie perché mi sembra troppo poco un semplice ringraziarti...scusa...
Vidi Paga particolarmente dispiaciuto, ma non aveva ancora capito che lo facevo perché ci tenevo a lui.

Piadina: Paga...guardami negli occhi...
Lui girò lo sguardo e i nostri occhi si incontrarono, facendo passare due secondi prima di parlare.

Piadina: ...non dire mai più una cosa del genere e non sentirti in colpa per cose di cui non sei nemmeno complice. Io lo faccio perché voglio che tu sia al sicuro e FELICE, solo questo, e non farti paranoie sul fatto che io potrei infastidirmi- ma poi, infastidirmi per cosa?! Per cosa se io lo faccio volentieri...? Io ti-voglio-bene, sei importante per me e per la mia vita.
Ti prego...
A Paga iniziarono a illuminarsi gli occhi, una luce mista tra gioia e gratitudine.
Mi strinse, quasi strangolandomi, ma amavo i suoi abbracci. Mi baciò sulla guancia e diventai di colpo rosso, con un sorrisetto da ebete. Voltai un attimo lo sguardo e c'era mia sorella che mi guardava con un sorrisetto da shippatrice impazzita, mentre io le tirai un occhiataccia micidiale con tanto di dito medio.

~Ehy...tutto bene?~💚💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora