3)"Bello e sicuro di se..."

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Erano circa le 8:35,Sebastian non lo sapeva con certezza,era troppo occupato a fingere di stare attento a ció che spiegava il professore di matematica.Odiava quella materia ma non poteva dire di cavarsela male.A differenza di molti suoi coetanei,era bravissimo in matematica, l'unico problema era che era tremendamente noiosa. In quel momento la porta dell'aula si aprì, Sebastian era arrivato in quella scuola il giorno prima e non conosceva praticamente nessuno,ma la ragazza che entró nella classe gli sembró familiare.
-Signorina Smith,é in super ritardo.Mi toccherà rispiegare tutto daccapo!!-sbraitó il professore. -Mi scusi,professore...-si giustificò la ragazza,e solo in quel momento Sebastian si ricordó di quella voce melodiosa...era la ragazza che aveva incontrato quella mattina,infatti guardandola meglio la riconobbe. "Come ho fatto a non riconoscere quei capelli rossi!!" si sgridó mentalmente il ragazzo. Intanto la rossa si era seduta nel banco vicino il suo che era infatti quello che ieri era vuoto,ma con alcuni libri sotto al banco.La ragazza li stava,appunto, rimettendo nello zaino.Non sapeva come si chiamava,ma sapeva il suo cognome...Smith...l'avrebbe chiamata così finché lei non avrebbe ceduto rivelandogli il suo nome.Notó che la ragazza lo stava guardando e quindi,decise di distogliere lo sguardo dalla lavagna alla ragazza,la quale,si giró d'istinto a guardare il professore di matematica.Sebastian continuava a guardarla apprezzando le brevi occhiatine infastidite che gli lanciava la ragazza.

Che incubo.Nel banco vicino al suo c'era Sebastian.Eppure Katherine era sicurua che quel banco fosse sempre stato vuoto. La scuola era iniziata da poco più di un mese,se ne sarebbe accorta se quel banco fosse stato occupato. Sentiva lo sguardo del ragazzo su di lei,cosa che la infastidiva leggermente.Cercó di non darci troppo peso,sicuramente lo stava facendo proprio per infastidirla.Le due ore di matematica passarono velocemente,mancavano solo tre.La professoressa di lettere tardava ad arrivare quindi si avvicinó alla sua amica Lucy.Adorava la sua amica,era una ragazza stupendae simpatica e soprattutto la capiva sempre.Aveva i capelli nero scuro e gli occhi azzurri(come Luke),un abbinamento che lei amava. -Lucy,quel ragazzo che sta nel banco vicino al mio,quando é arrivato?Non l'ho mai notato...-chiese titubante,una volta arrivata vicino al banco dell'amica, sperando che il diretto interessato non la sentisse. -É arrivato poco dopo che tu...- l'amica si bloccó accorgendosi che probabilmente stava parlando troppo. -Ah okay,comunque puoi nominare l'accaduto di ieri, insomma...hai capito. Comunque,cambiando argomento, sono sollevata che sia arrivato ieri,mi stavo preoccupando di avere problemi di vista-scherzó Kat cercando anche di cambiare argomento e suscitando una risata da parte della sua amica. Continuarono a parlare per un po' finché non entró una bidella che annunció che la professoressa era assente e che se fossero stati "educati" non avrebbero mandato alcun supplente. Erano tutti entusiasti.Katherine,quindi,tornó al suo banco e prese uno dei suoi amati libri dallo zaino.Inizió a leggere finché una voce familiare la interruppé dalla sua lettura.
-Allora,ora vuoi dirmi il tuo nome?
-No...-rispose lei divertita alzando lo sguardo dal libro e posizionandolo su Sebastian.
-Dai Smith,collabora!
-Smith!?Sei serio?!!!-disse lei irritata odiava che la chiamassero col cognome del padre.
-Ehi,calmati.Devo pur chiamarti in qualche modo?Quindi,hai una scelta: Smith o "il tuo nome"-disse divertito.
-Katherine,mi chiamo Katherine.-disse lei calmandosi.
-Bene,Katherine.Ti va di prendere un caffé dopo scuola?
-Ehm...Okay(?)-disse lei nervosa quel ragazzo le faceva questo effetto.
Finita la scuola
-Dove vai!!!-la chiamó una voce troppo familiare.
-A casa,se posso chiamarla così-rispose lei girandosi e osservando Sebastian arrivarle davanti.
-Non dovevi prendere un café con me!?-disse lui malizioso.
-Già,ma devo andare a casa.
-Allora mi autoinvito a pranzo da te.
-Sei molto sicuro di te vedo-disse lei avviandosi insieme a lui verso "casa".
-Infatti.-puntualizzó lui facendola ridere...

Okay,okay.Potete uccidermi,ma poi non saprete la fine della storia.
Scusate tutto il tempo che ci ho messo e anche il fatto che il capitolo sia corto ma per l'ultima cosa,uccidete mia madre che decide che vuole uscire nei momenti meno indicati...la prossima volta lo faccio più lungo promesso...bhé almeno ci provo.
-A

Love me pleaseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora