Il Capitano

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Adesso che conobbi la realtà effettiva, la verità che girava attorno a questa dimensione solo una cosa c'era da fare: creare un piano, metterlo in atto, e fuggire da qui.
<<C'è una stanza, chiamata la Stanza dell'Essenza perfetta. Solo colore che stanno più in alto possono raggiungerla. Da li possono passare attraverso le dimensioni e saltare da una Stasi all'altra come voglio. Questa stanza per arrivarci è praticamente impossibile, si figura la strada solo quando uno di loro ha la reale necessità ti ritornare dall'altra parte per scegliere chi dovrà passare. Alle 04:04 uno alla volta si ritrova nella sua Stanza dell'Essenza>>
<<04:04? Cosa vuol dire?>> Chiesi fermando Larsen.
<<È l'ora in cui la forza del Controller è al massimo per poter oltrepassare la Soglia del Riflesso. Il passaggio tra le dimensioni>> mi spiegò Maghne. Più gentilmente del solito tra l'altro.
<<Ma si sa perché proprio a quell'ora?>>
<<Non si sa di preciso, si sa solo che è sempre stato così e così rimarrà per il resto dell'esistenza, o almeno credo, qualcosa di simile comunque>> mi rispose Sestri.
<<Beh, allora datemi il tempo di integrarmi tra queste persone, lasciate che si fidino. Così da eliminare ogni possibilità di sospetto e poi vi aiuterò>>.
Sentii dire da Maghne a Sestri una cosa del tipo "mi piace questa, è meno stupida delle altre", un complimento in una chiara frase di misoginia non me lo fece stare troppo simpatico, non fino a quel momento.
Sestri mi guardò di sfuggita, gli sorrise con un sguardo formato da forte intesa, gli guardò le labbra e tornò a guardarmi per poi ritornare a schiacciare tasti per me a casa sul suo dispositivo. Lui nel frattempo le sorrise e tornò a fissarmi. Quei se la intendevano di brutto. Mi sentii per un attimo sopraffatta da uno strano senso di eccitamento nel guardarli, ma mi ricomposi subito.
Tossii e tutti mi fissarono incuriositi <<dopo di ché?>>.
<<Dopo di che ne seguirai uno. Ti daremo un dispositivo fatto esclusivamente per mandarci un allarme>> rispose Larsen <<tipo un cerca-persone?>> Chiesi.
<<Tipo un cerca-persone. A quel punto noi arriveremo e lo seguiremo fino a quel luogo. Lo stordiremo e scapperemo via attraverso il portale.>>
<<E gli altri?>>
<<Dobbiamo pensare prima a certificare la via di fuga. Poi non preoccuparti, salveremo anche gli altri.>> Mi sorrise, anche sembrava troppo perfetto per poter realizzarsi.
<<Dobbiamo tenere in conto tutto però>>
<<Tu terrai d'occhio, dovrai sapere, parlando con chiunque tu voglia di loro, i suoi orari, le sue abitudini, con chi ci va di solito, se ci va da solo>>
<<Allora datemi un mese Sestri, in due settimane è impossibile fidarci cecamente>>
<<Va bene Im, un mese. Solo un mese. Intesi?>> Mi rispose Larsen muovendo l'indice puntato verso di me>>.
<<Va benissimo. Farò del mio meglio>> sorrisi con sguardo triste. Non era una bella situazione. Mi creava disagio. So che volete sapere cosa vidi nella mia testa, ma sarebbe troppo per pensarci ora. Feci di tutto per non mostrare le mie paure e ansie riguardo questa situazione, questo piano che a parer mio fu estremamente carente.

<<Svegliamoci. Dobbiamo andare ai Controller. È passato troppo tempo>> si alzò Maghne.
<<Sono passati 10 minuti>>
<<Questo li dici tu. Il tempo scorre diversamente tra le Stasi>> e scomparve.
Scomparvero tutti e tre, non seppi subito come fare. Rimanere da sola in quella casa mi distrusse <<ragazzi. Cosa devo fare?>> Chiesi al nulla che aleggiava intorno a me. Non ebbi risposta alcuna così mi misi a girovagare per la casa con nostalgia pensando a come fare senza implorare aiuto. Volevo farmi valere per ciò che ero così riflettei, provai mille modi poi realizzai, era semplice, Maghne chiuse gli occhi. Quindi chiudendo gli occhi qualcosa doveva pur funzionare.
Presi fiato, respirai a fondo, liberai la mente da ogni cosa e chiudi gli occhi. Per un attimo il pensiero di Maghne e Sestri che si fissavano e poi fissavano me mi si figurò davanti, feci un sussulto e poi mente vuota, feci un passo in avanti come davanti alle porte. È un'illusione pensai, ed eccome ad aprire gli occhi nello stesso posto di prima.
Svegliandomi sentivo Sestri ridere, aprendo gli occhi la vidi guardarlo, ridere e tirarle una pacca sulla spalla.
<<Che succede? Perché ridete?>> Ero evidentemente stra lunata <<nulla di che cara>> mi disse lei avvicinandosi lentamente.
<<Okay ragazzi, andate ai vostri Controller>> ci incitò Larsen.
<<Va bene va bene.>> Rispose Sestri uscendo dalla stanza <<ci vedremo più tardi>> e mi salutò muovendo giusto le dita della mano.
<<Maghne accompagnala alla stanza, assicurati che stia bene e poi andate anche voi>>
Infastidito lui gli rispose "okay" con un tono quasi schifato. <<Non mi servi. Stai pure dove sei>> gli dissi io alzandomi <<sì invece, vieni con me>> mi prese dal polso <<scollati da me>> e lo fece.
<<Non ringhiare, nemmeno tu a me piaci>>
<<Il motivo? Mi infastidisci è vero, ma io ho un motivo>>
<<Sarebbe?>> Sempre non curante mentre camminava con me dietro di lui. Era molto bello, alto, evidentemente muscoloso, occhi leggermente a mandorla, voce graffiante, ed estremamente fastidioso.
<<Tu, il motivo sei tu. Tu mi odi, io rispondo con la stessa moneta. Tu che motivo hai?>>
<<Magari te lo spiegherò. Un giorno, forse. Eccoti, ci vediamo in giro. Ciao>> e mi abbandonò davanti alla mia stanza.
Entrando poco dopo scelsi i miei vestiti nuovi del giorno, uscii e mi incamminai versi la stanza 394. Appena entrata nella Stasi Intermediale e tornata un dolce e tenero gattino nero spelacchiato a dormire con la bambina, mi resi conto che il tempo passava totalmente differente, come se tutto il tempo passato fuori non fosse mai passato. Come sfuggito via dalle dita della realtà. Sembrò estremamente surreale, ed effettivamente non avevo tutti i torti.

Gli Specchi Hanno Gli OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora