Il viaggio di ritorno a casa con mia mamma lo passai a raccontarle l'incontro con i sette ragazzi, tralasciando dei particolari che la avrebbero fatta preoccupare per niente, come il fatto che fossero tutti più grandi di me.
Ecco un altra cosa che facevo con mia madre, non le dicevo mai tutto, si faceva troppe paranoie, io ero autosufficente per quanto lei ci potesse credere, era una questione di sopravvivenza.
Mi faceva comodo farle pensare che io fossi piccola e ingenua, lo facevo un po' con tutte le persone che potevano diventare dei potenziali ostacoli per me: Genitori, professori, il mio psicologo.
In realtà ho imparato dopo a farlo; quando ero piccola ai miei occhi era tutto così confuso, pensavo di poter avere tutto senza problemi, ma crescendo con anche un fratello ho dovuto capire alcune cose.
Non potevo avere tutto subito, e anche se un giorno avessi avuto tutto avrei dovuto condividerlo con i miei cari.
" mamma, chi sono i cari?"
" sono le persone a cui tieni di più, che non cambieresti per niente e nessuno al mondo."
" neanche per la cosa più bella del mondo?" chiesi curiosa
"No, per nessuna cosa esistente." rispose dolcemente mia madre poco prima di spegnere la luce e andare a dormire.
"Per me le persone più importanti siete te e tuo fratello e farei qualunque cosa per voi" disse per poi lasciare me e mio fratello sotto le coperte nella stanza ormai buia.
" joel, che cos'è l' amore? Perchè lo cercano tutti così disperatamente?"
" ma che domande sono, azzurra, è quello che c'è nella tv e tra mamma e papà, è quando pensi sempre a una persona e ti vengono le farfalle nello stomaco quando la vedi, lo vogliono tutti perchè è bello. Ora dormi, ci vediamo domani"
Neanche quel giorno ricevetti la risposta che stavo cercando, perchè avevano tutti la stessa opinione? Ti riempie il cuore, è bello e spensierato, ti porta alla felicità.
Parole senza peso, tutte uguali, avranno mai provato anche un goccio di amore? come fanno a dire che è solo bello, non è possibile che sia doloroso? e poi che cos'è questa famosa felicità? si raggiunge davvero solo legandosi a qualcun'altro? è davvero necessario dipendere emotivamente da qualcuno per la felicità? ma dipendere da qualcuno non è solo un modo per le persone deboli di non affrontare se stessi e la realtà? Quindi l'amore è un modo per scappare dal mondo crudele?
Troppe domande nella testa di una povera bambina, provai in tanti modi a rispondermi ma non riuscivo a far combaciare i pezzi e a collegare il mio pensiero a quello degli altri.
per la curiosità implorai mia madre di mandarmi dallo psicologo, gli dissi qualche bugia sui bulli a scuola e la convinsi.
Mia madre era davvero una donna debole, anche lei forse era vittima di quell' amore basato sulla dipendenza di cui mi parlò mio fratello.
Fatto sta che dopo essere andata dallo psicologo qualche volta capii che non mi avrebbe aiutato, anzi, mi diagnosticarono un disturbo depressivo piuttosto grave e fui obbligata ad andare finchè la mia condizione non sarebbe migliorata.
Eppure non avevo sicuramente niente , stavo benissimo, quelli con i problemi erano loro, diagnosticare a una bambina di sei anni la depressione, sono pazzi.
Mi ero tirata la zappa sui piedi da sola.
Alla fine decisi che a qualsiasi costo io avrei trovato la felicità di cui parlano tutti.
era così dolce quella signora nel parlarmi che non feci troppo caso alle domande che mi faceva.
continuando a parlare con sincerità alla psicologa non avrei raggiunto i miei obbiettivi, era un ostacolo.
Secondo la "dolce" signora io avevo dei lievi sintomi di depressione.
"Sentirsi depressi significa vedere il mondo in modo in modo negativo, si pensa che gli gli altri non possano comprendere il proprio stato d'animo e si diventa intolleranti verso chi è ottimista, ne conseguono isolamento sociale e chiusura in sé stessi. Signora, so che è improbabile, ma penso che sua figlia abbia un disturbo di depressione endogena"
Quella era pazza.
Io non avevo nessun problema,
Era un nemico.
Io non sono il problema, tutto ciò che mi ostacola è il problema, lo è sempre stato.Ho sempre odiato tutto ciò che mi intralciava la strada.
Questa era una delle caratteristiche della parte brutta di me, quella che mi spaventava, che volevo eliminare, e quella che piano piano stava superando in quantità la mia parte buona.A 10 anni cambiai psicologo, un omone con uno sguardo serio che segnava su un blocknotes ogni parola che dicevo; metteva un po' di ansia.
Dopo 4 anni con lui, alla fine raggiunsi il mio obbiettivo.
"Signora la situazione è molto migliorata, la ragazza mi ha detto che quest'anno la iscriverà alle superiori. Le auguro buona fortuna per il trasferimento. A Seoul ci sono molte più possibilità per sua figlia. Mi raccomando, nonostante stia migliorando ci vedremo in meeting almeno una volta al mese. le auguro buona fortuna" disse il signor Kim.
Quell'evento fu importante per la mia autodeterminazione, pensavo di poter arrivare chissà dove e fare chissà cosa.
Non era vero.
Io non ero stupida, poco dopo capii che la speranza dei bambini era solo un illusione, tutte le cose belle in realtà erano finte, tutte le persone che ti sorridevano in realtà ti pugnalavano alle spalle, come va bene che sia. Sono cose che si vedono crescendo, alla fine era tutto solo una piccola scatola vuota e buia. Ma non ero triste, andava benissimo così, era interessante vedere le dinamiche tra le persone, e poi, non è detto che in un mondo buio e crudele non esistessero attimi di felicità, dovevo solo trovarla.La cercai per tanto, tanto, tanto tempo.
Trovai tante volte l'illusione della felicità pensando di essere importante per qualcuno, di non essere sola. Erano tutte chiacchiere, stupide frasi fatte sputate dalla bocca di qualche verme viscido mascherato da ragazzo bellissimo e perfetto.
Io ero sola, e non ero riuscita a digerirlo, non l'avevo ancora accettato. Stavo ancora cercando quello che nei libri e nelle favole veniva chiamato vero amore, avevo solo 14 anni e lo sapevo bene, ma la sensazione di non avere nessuno, essere l'unica con me stessa mi stava uccidendo.
A volte ero così disperata da rivolere cascare in quella dolce illusione di essere davvero amata e qualcuno arrivava, quanti ragazzi volevo, ma poi uno, due, tre mesi e sparivano tutti.
Alla fine senza rendermene conto avevo reso mio l'ideale di felicità che ripudiavo tanto da bambina.Provai a farmi amici, ce ne avevo, ma non provavo nulla, poi mi allontanavo, senza nessun motivo smettevo di uscire con loro, li abbandonavo completamente. Potevo avere quello che volevo, tutti gli amici, i fidanzati, le cose materiali che volevo. Ero vuota, sola, sempre.
Alla fine era colpa mia, ero una brutta persona, ci stavo facendo l' abitudine però ogni volta mi perdevo forse per finta nello sguardo di qualcuno e ricominciavo a credere di essere anche io una brava persona con un grande cuore da aprire al mondo.
É stato sempre così, ma non quella volta.
Mai volevo restare intrappolata in uno sguardo come quella volta.
O forse non avevo ancora realizzato che l'unica persona che avrei mai amato sono io.Il viaggio verso casa sembrava non finire più. Forse perchè ad ogni parola che dicevo, ogni secondo che passava, il ricordo di quegli occhi come zaffiri diventava sempre più sfocato.
Il resto di quella giornata lo passai in silenzio in camera mia a fissare il vuoto, in cerca di una foto abbastanza dettagliata di quel ragazzo nei miei ricordi.
La cosa curiosa fu che quella notte non feci il sogno che mi torturava da anni ormai.
Quella notte non sognai.L'ultima settimana di vacanze volò.
Cercai di tenermi occupata per non autodistruggermi mentalmente per colpa di un ragazzo visto di sfuggita in una giornata confusa come quella. Cercavo di videochiamare i miei amici, guardare serie tv, dormire, studiare, fare shopping, qualsiasi cosa, ma alla fine qualche ora passava sempre guardando il vuoto alla ricerca del ragazzo, di quella forte sensazione che sentii, ma ogni secondo che passava diventava qualcosa di sempre più piccolo, lontano e insignificante, infine quell'attimo intenso di sguardi che ci scambiammo cadde nell'oblio della mia mente, e lo dimenticai.
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Sapphire [Hyunjin x Reader]
Romanceuna ragazza che non prova nulla per nessuno se non per se stessa e un ragazzo abbandonato a sè e tenuto in vita solo dall'arte.