Chapter 3

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Le giornate iniziavano sempre così, quel sogno che mi tormentava tutte le notti e che invadeva i miei pensieri appena sveglia.
Il sogno era sempre uguale, non cambiava di una virgola:
Entravo in una stanza di vetro completamente vuota, se non per un armadio di vetro con dentro un piccolo scrigno di legno.
Da una porta creatasi davanti a me entravano una alla volta tutte le persone più care a me, mi si mettevano tutte davanti in piedi, con sguardo impassibile, mia madre in testa.
Io mi avvicinavo piano a lei, le sorridevo con gentilezza e la abbracciavo; lei mi dava una pacca sulla testa e mi porgeva una chiave con un dolce sorriso. A quel punto io andavo verso l'armadio di vetro e aprivo la porta prendendo lo scrigno; arrivavo all'esterno della stanza di vetro che si trasformava di seguito in un normale minimarket in mezzo al nulla; fuori dalla porta trovavo sempre delle latte di benzina, con calma le spargevo intorno al negozietto e con tutta la tranquillità del mondo accendevo il fuoco con un fiammifero trovato nella mia tasca. Dopodichè andavo verso una meta indefinita con il disastroso incendio alle mie spalle; ancora una volta abbandonandoli tutti.

Dopo aver guardato il vuoto per dieci abbondanti minuti decisi ancora una volta di non pensare al sogno e andai a prepararmi.
Quella volta purtroppo avrei dovuto mettermi la divisa, ma fortunatamente poteva anche considerarsi carina. 
Finito di prepararmi e fare colazione, presi lo zaino, mi chiusi la porta alle spalle e presi un bel respiro.
Corri.
Ero in ritardo come al solito, mancavano tre minuti alla partenza del pullman, nonostante la stazione fosse abbastanza vicina a casa mia,  non sarei mai arrivata in tempo andando con un passo tranquillo. 
Arrivai alla stazione e vidi il mio pullman che stava per chiudere le porte, feci un ultimo sforzo e raggiunsi la porta più vicina al guidatore, che vedendomi disperata mi fece salire guardandomi con frustrazione.
Salii velocemente e arrivai all'ultimo posto infondo, mi sedetti e mi guardai intorno, sobbalzai quando mi accorsi che accanto a me c'era Jeongin che mi guardava ridendo.
"Ma buongiorno,  sembra che tu abbia appena lottato con un branco di lupi, hai i capelli tutti spettinati" Disse con un sorriso enorme.
mi sistemai i capelli e feci una coda per tenerli relativamente a posto.
Parlammo per tutto il viaggio e scoprii tante nuove cose su di lui:
per esemprio che lui è l'ultimo ad essersi iscritto al corso di arte, oppure che ha una sorellina minore che si chiama jiwan.
Poi il pullman arrivò alla nostra fermata, che si trovava dall'altra parte della strada rispetto alla scuola. 
Jeongin insistette per accompagnarmi in classe, ma io dissi di no; non perchè il gesto non fosse gradito, è solo che volevo passare un po' di tempo da sola... mi piaceva stare da sola.
Andai nella mia classe senza fermarmi troppo a esplorare per paura di perdermi come l'ultima volta. L'aula era ancora completamente vuota.
Scelsi il banco che mi sembrava più adatto, non troppo sotto gli occhi dei prof ma in una buona posizione per seguire bene la lezione.
mi sedetti al banco, misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare un po' di musica.
A metà della prima canzone sentii qualcuno che mi salutava rovinando la parte più bella.
Vuoi morire?
Alzai la testa dal banco vedendo una figura femminile sedersi nel banco accanto al mio e salutarmi con un sorriso carino.
Stoppai la musica, tolsi le cuffie e la salutai a mia volta sforzandomi di sorridere. 
Volevo avere almeno un amico in classe.
"sono Hayoon, tu come ti chiami?"
"Azzurra" dissi nel tono più gentile possibile.
Nonostante avessimo la divisa scolastica e non potessimo truccarci in modo vistoso aveva il suo modo per farsi notare, aveva i capelli pieni di fermagli e fermi in due lunghe trecce che arrivavano fin sotto al seno, aveva anche delle lunghe unghie piene di brillantini.
Era quasi esagerata.
Sembrava comunque simpatica e passammo il resto del tempo prima delle lezioni a chiacchierare.
Pian piano arrivarono tutti gli studenti e alla fine il professore della prima ora, che mi ricordò uno spiacevole evento; precisamente una settimana prima quando andai a sbattere contro un omone sudato. Non avrei immaginato che sarebbe stato il mio insegnante di psicologia, una delle materie principali del mio indirizzo.  Probabilmente c'era qualcuno che mi aveva lanciato qualche maledizione.
Le lezioni finirono in fretta e confermai la mia opinione negativa sul signor Kang.
"Hey azzurra, ti andrebbe di mangiare insieme prima dei corsi aggiuntivi?" mi chiese con  entusiasmo letteralmente l'unica persona con cui parlai da quando arrivai in classe.
"Certo va bene!" dissi senza pensarci troppo. 
Ci incamminammo per gli infiniti corridoi dell' istituto in cerca del cafè, e dopo circa un quarto d'ora lo trovammo; avevamo mezz'ora di pausa prima dei corsi, e quindici minuti erano volati cercando quel dannato cafè.
Mangiamo di corsa due panini tra gli ultimi rimasti e ci misimo alla ricerca dei nostri rispettivi laboratori.
"Sentiamo un po', a che corso ti sei iscritta?" chiese curiosa hayoon.
"Arte, tu?" chiesi a mia volta per pura cortesia.
"Arte? Non è quello dove non va mai nessuno? Nonostante sia pieno di bei ragazzi mi hanno consigliato di non metterci piede per nessun motivo; dicono che siano tutti fuori di testa, soprattutto uno, quello è pazzo e sclerotico, causa solo problemi. Dovevi iscriverti al mio corso di letteratura, persone per bene e più intelligenti di sicuro" Mi avvertì.
Avevo capito che persona era, una di quelle che fa tutta l'innocente, ma sotto quello strato fasullo è solo una manipolatrice a cui piace essere al centro dell'attenzione di tutti. 
L'opposto di me. 
No anzi, la mia esatta copia.
"ah, cavolo capisco, cercherò di passarci meno tempo possibile visto che non posso ritirare l'iscrizione" mentii.
In effetti ero ancora in tempo per ritirarla, ma non sapevo per quale ragione precisa, quella ragazza mi faceva ribollire il sangue nelle vene e in quel momento avrei fatto di tutto pur di non dargliela vinta.
Probabilmente tutti la vedevano come la ragazza perfetta e si facevano manovrare, e io non volevo vedere neanche un ghigno sulla sua faccia quando era con me, perchè avrebbe indicato che anche io ero intrappolata nella tela che stava tessendo.
Volevo vederla ostinarsi a fingere di essere quello che non era e innervosirsi quando si accorgeva che non ero il tipo da stare al suo gioco.
Mi piaceva fare innervosire  le persone che si credevano superiori a me.
Mi piaceva quella sensazione di quando andava tutto bene come doveva, come volevo che andasse, tutto pianificato per filo e per segno da me medesima.

Ci separammo e io trovai quasi subito il laboratorio di arte.
Nonostante il poco tempo arrivai cinque minuti di anticipo, entrai nella stanza e iniziai a guardarmi un po' in giro come se non ci fossi mai entrata prima.

Feci per spostare la misteriosa ultima tenda che delimitava l'ultima parte della stanza che non avevo ancora visto, quando sentii una voce estranea dire con tono vivace :" Buongiorno!"
Mi girai dando per scontato che il saluto fosse rivolto a me.
Nell' istante in cui mi voltai  completamente verso la direzione da cui proveniva il suono sentito in precedenza, rimasi pietrificata, paralizzata.
Avevo di fronte un ragazzo davvero bello.
Ma non quel bello che ti piace, magari qualche film mentale e basta
Quel bello che ti fa dire "voglio di più"; quello che non ti basta mai, che crea dipendenza.
Quel bello, che oltre alla bellezza esteriore trasmette qualcos'altro.
Il suo bello trasmetteva tristezza.
Di quel ragazzo mi incantava tutto: dal modo di vestire semplice e poco studiato, ai suoi biondi capelli che gli arrivavano alla mascella.
Mi incantava il suo modo di nascondere le mani che si notava benissimo tremassero; il suo grande sorriso felice e gioioso, che però faceva trasparire tracce di malinconia. Ma la cosa che mi incantò più di tutte furono i suoi occhi.
Profondi occhi color zaffiro, tristi e monotoni, mi rapivano e mi rinchiudevano in quelle pupille di vetro, non volevo uscire.
"Ehm, ciao, mi chiamo Hyunjin."

Sapphire [Hyunjin x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora