"Ehm... stai bene?" mi chiese ancora il ragazzo, arrossendo un pochino.
Allora mi svegliai e decisi di presentarmi e spiegargli perchè fossi lì.
"Quindi sei tu la ragazza che dovrei assistere con il disegno?" mi domandò, e in seguito alla mia conferma mi propose di spostarci nel suo "angolino", ovvero l'ultima parte della stanza che non ero ancora riuscita a vedere nonostante i miei tentativi.
Non ero una tipa molto curiosa ma forse per il fatto che ero stata più volte a un passo da vederla e non ero riuscita, morivo dalla voglia di sollevare quella tenda e rivelare lo scenario che si trovava dietro.
Così feci e trovai solo una sedia con tanti disegni in bianco e nero appesi alle pareti, un cavalletto in legno davanti alla sedia, che in quel momento sosteneva un quadro bellissimo nonostante incompleto.
Mi aspettavo che mi avrebbe insegnato qualcosa ma passai tutto il pomeriggio a guardare hyunjin dipingere, a volte cercavo di parlagli e chiedergli con gentilezza se avrei fatto anche io qualcosa, lui mi zittiva subito, poi faceva un respiro profondo e ricominciava a passare il pennello su quella tela che si riempiva piano piano di colori.Ad un certo punto mi innervosii e gli strappai il pennello di mano, grande errore.
Il biondo mi prese per il polso con presa salda ed iniziò a perforarmi l'anima con lo sguardo, uno sguardo mai visto prima che comunicava un'emozione tanto irriconoscibile quanto spaventosa.
Non erano più gli occhi da cui volevo essere rapita, erano occhi diversi che mi facevano venire voglia solo di scappare, ma non potevo.
Era come una sfida di sguardi dove non avevo intenzione di perdere, quindi nonostante la pressione cercai di intensificare il mio sguardo per fingermi sicura di me. Più aumentava la tensione fra di noi, più aumentava anche la sua presa sul mio polso, ma non sentivo più dolore, o almeno era sovrastato dall' ansia del momento.
finalmente lasciò la presa abbassando il capo per non farsi vedere e in seguito scappò via.
Restai imbambolata a guardare il mio polso per non so quanto tempo.
Dopo almeno 5 minuti passati così, mi sentii toccare la spalla. Per la paura caddi dalla sedia e mi nascosi dietro al cavalletto con il dipinto.
Ero spaventata ma non potevo smettere di guardarlo, i suoi occhi erano lucidi e qualche lacrima sgorgava ancora sulle sue guance, si asciugò anche le ultime prove che avesse pianto per poi prendere un bel respiro e sorridere di nuovo come prima tendendomi la mano per farmi alzare. Io accettai il suo aiuto non so nemmeno perchè; poi eravamo di nuovo io e lui nell'aula silenziosa, un atmosfera tranquilla e rilassante se non fosse stato per quanto accaduto poco prima, solo per un quadro...Eravamo in piedi l'uno davanti all'altro, lui non riusciva a guardarmi negli occhi e faceva di tutto pur di evitare il mio sguardo.
"Uhm... scusami tanto, lo so che ho sbagliato, non volevo farti paura..." disse con un filo di voce che faceva intendere che più che con me stava parlando a se stesso.
"Cretino." dissi raggruppando tutte le mie forze.
Alzò lo sguardo verso di me un po' sorpreso e fece per dire qualcosa ma lo bloccai subito:"Ti sembra il modo di fare?! Mi hai spaventata! E poi ti sembra il caso di alzare le mani a una donna?!"
Mi guardò dispiaciuto, ma dopo un attimo sul suo bellissimo viso comparse un mezzo sorriso.
"Cosa ridi?! Ti pare divertente spaventare la gente?!" chiesi nervosa, cercando di trattenere le lacrime per non sembrare una bambina capricciosa.
"N-no è che... hai detto donna?" disse divertito per poi scoppiare a ridere.
Arrossii un filo ma cercai di non darlo a vedere.
"Non voglio offenderti, ma vai in prima superiore, non è un po' esagerato definirti donna?" mi fece notare con ancora un sorriso enorme sul volto.
A quel punto mi ricordai anche che hyunjin era molto più grande di me e il rossore sulla mia faccia non si poteva più nascondere.
Lui lo notò, ma non disse niente, mi sorrise e basta, poi prese il mio polso e iniziò a tirarmi verso una meta a me sconosciuta.
Ovviamente non avevo intenzione di seguire quel maniaco e fidarmi di lui senza nemmeno sapere dove stavo andando:"Ehi, mollami, dove stiamo andando?!" anche se non volevo essere aggressiva, a volte lo diventavo senza nemmeno accorgermene, e poi un po' mi sentivo in colpa, questo era il caso.
"Ti ho trattata male, e non voglio che tu ti faccia una brutta impressione di me al primo giorno, poi abbiamo lavorato tanto, una pausa ci farà bene, quindi ti sto portando a prendere un bel gelato...offro io!" mi propose entusiasta.
Io non dissi niente, anche se le cose che avevo in mente erano tante, ma soprattutto... ABBIAMO? Ha letteralmente fatto tutto lui io ho solo guardato!?
Andammo fino alla gelateria, ci misimo in coda e poi arrivò il nostro turno.
Il ragazzo mi chiese che gusto mi piaceva e chiese al gelataio di fare due coni uguali al limone, a detta sua era anche il suo preferito.
Mi sentivo piccola quando ordinò il cono anche per me, e non mi piaceva quella sensazione, ma ero persa nei miei pensieri e non ci feci troppo caso.
Come era possibile che una creatura così perfetta in ogni sua caratteristica, dal carattere così dolce e generoso, avesse scatenato una tempesta poco prima solo perchè gli avevo tolto un dannato pennello di mano?
Poi iniziarono i film mentali: una persona che ti compra il gelato, che ti guarda e ti sorride così... non può vederti solo come un' amica.
Mi emozionai per un momento, poi cercai di ristabilizzarmi ricordandomi che non potevano essere sentimenti veri, perchè io non avevo mai provato vero amore, ero solo una stupida ragazzina sola che pretendeva di essere la protagonista di un film con un finale felice.Hyunjin mi passò il gelato e ci incamminando per il lungo viale che ci avrebbe riportato a scuola.
Durante la tranquilla passeggiata il ragazzo mi parlò un po' della scuola, mi disse anche del suo amore per l'arte, la descrisse come l'unica cosa in grado di capirlo e l'unica cosa con cui si apriva completamente; ero invidiosa: lui aveva qualcosa di importante, che non lo facesse sentire vuoto, qualcosa con cui poteva scoprire se stesso e condividere qualsiasi emozione, gioia, tristezza, paura...
Aveva qualcosa di speciale solo per lui, a cui dare anima e corpo, qualcosa di speciale che lo rendeva umano evidenziando punti forti e deboli della sua persona; qualcosa di speciale che io stavo ancora cercando.
Arrivammo in aula, vuota, proprio come due o tre ore prima, allora chiesi:" Gli altri dove sono?"
"Mi piace lavorare da solo, quindi quando ci sono io qui gli altri stanno il meno possibile per non darmi fastidio; tuttavia hanno molto da fare anche loro perciò spesso mi limito a mettere le cuffiette con un po' di musica" rispose con pazienza.
Mi sedetti sulla sedia dalla quale ero caduta solo mezz'ora prima e aspettai l'arrivo di Hyunjin che era andato a prendere a detta sua "qualcosa per aiutarmi".
Quando arrivò mi porse un portalistini con tantissimi disegni stupendi e mi disse di scegliere quello che preferivo mentre andava a prendere l'occorrente per far si che gli mostrassi le mie abilità.
Sfogliavo quelle pagine rimanendo incantata da ogni tratto di quei disegni che liberavano in me un sacco di emozioni diverse, mi immergevo in ogni disegno cercando di capire in che contesto hyunjin gli avesse dato vita: se in quel momento era triste, frustrato, felice...
Continuai a girare pagina per pagina curiosa di scoprire attraverso l'arte i lati del ragazzo, ma poi mi soffermai su uno in particolare, un bellissimo profilo di una persona, incompleto; ogni secondo passato a vedere quel ritratto alimentava l'inquietudine dentro di me, l'inquietudine si trasformo in preoccupazione quando realizzai che quel bellissimo profilo era il mio.
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Sapphire [Hyunjin x Reader]
Romanceuna ragazza che non prova nulla per nessuno se non per se stessa e un ragazzo abbandonato a sè e tenuto in vita solo dall'arte.