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JISUNG

Rilessi il fogliettino che avevo in mano: ''Via D. Alighieri, n°32''.
Sollevai i miei occhi e guardai la struttura. Doveva per forza essere questa.

Presi un respiro e oltrepassai il cancello. Mi avvicinai alla porta di vetro mentre l'ansia cominciava a farsi sentire. Aprii la porta e mi guardai intorno, notando soltanto una signora di mezza età, seduta dietro un bancone, che sistemava di fretta dei fogli mentre trascriveva qualcosa al computer, che per quanto vecchio era, sembrava una scatola.
Mi ricordò i tipici computer dei vecchi film polizieschi, l'unica differenza? Questa era la vita reale e non un film.

La signora sollevò lo sguardo dal computer e mi vide, mi fece segno di avvicinarmi con la mano e io ubbidii.

-Nome, prego- disse prendendo un foglio da compilare dal cassetto.

-Han Jisung- lei mi scrutò attentamente, per poi annotare qualcosa sul foglio che aveva davanti e mettersi a digitare qualcosa sul pc.

-Sei quello nuovo giusto?- chiese e io mi limitai ad annuire.

-In cosa sei specializzato?-

-H-ho una laurea specialistica in Giurisprudenza e una in Psicologia-

-Sei giovane e hai già due lauree? Devi essere un genietto vero?- sorrise guardandomi.

-F-forse?- ridacchiai nervoso non sapendo cosa rispondere.

La donna riportò lo sguardo sul foglio continuando a scribacchiare velocemente.
Mi stavo parecchio agitando, abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con le dita per alleviare la tensione.

Prese il telefono e chiamò qualcuno.

-...si, il suo nome è Han Jisung, 2 lauree, giovane e sembra un tipo sveglio...-

-...bene, quindi è deciso?-

-Perfetto glielo riferisco, ci sentiamo Mr. Woojin- terminò la chiamata posando il telefono.

Mi guardò di nuovo.

-A quanto pare è stato fortunato Signor Han, è stato affidato a uno dei migliori comandanti- prese un fogliettino e appuntò qualcosa e me lo porse -Oltrepassi quella porta, vada dritto per tutto il corridoio e salga le scale fino al secondo piano, poi segua le istruzioni del foglietto che le ho dato-

-Grazie mille- le sorrisi per poi fare come mi era stato detto.

Passai oltre la porta e la chiusi dietro di me. Mi guardai intorno e vidi che ero in un lungo corridoio. Mentre cercavo le scale, non potei fare a meno di guardare tutte le foto che erano appese alle pareti del corridoio: comandanti, squadre e i migliori poliziotti di ogni anno, con sotto scritto in ognuno i rispettivi nomi e cognomi. Sospirai, chissà se un giorno ci sarà appesa una mia foto in questo posto.

Mi affrettai a salire la scala non appena la vidi, e arrivai al secondo piano. C'erano varie porte, così lessi il fogliettino che mi aveva gentilmente fornito la signora al piano di sotto: ''Prima porta a destra. Comandante Lee Minho.''

Bussai alla porta. Si aprì rivelando la figura di un ragazzo alto, riccio e biondo, che non appena mi vide mi fece un sorriso mettendo in risalto le sue magnifiche fossette.

-Ciao! Sei quello nuovo...hm... Jisung?- disse porgendomi una mano.

-Si, salve- risposi ricambiando il saluto e il sorriso.

-Prego, si accomodi- disse una seconda voce da dietro il ragazzo biondo.

Feci come mi era stato detto e dall'altra parte della scrivania, seduto dinnanzi a me, c'era un ragazzo con i capelli neri e gli occhi leggermente a mandorla, aveva un viso stupendo, e mi guardava con sguardo felino, tenendo le dita delle mani incrociate poggiate sulla scrivania.

-Bene bene, Han Jisung...- prese un foglio in mano, e riconobbi la scrittura della signora di poco fa -22 anni e ben due lauree?- annuii soltanto, non avendo il coraggio di rispondere.

-A quanto pare non sono più l'unico genio qui- sorrise squadrandomi.

-Ad ogni modo, il superiore, Mr. Woojin, ha deciso di affidarti sotto il mio comando... ne sono grato, certo, ma...- si fermò a guardarmi, per poi esporre un sorriso beffardo -...mi sembri un semplice novellino inesperto-

Abbassai lo sguardo, cominciando a torturarmi le dita dal nervoso. Non ero nemmeno stato assunto, e già avevo voglia di fuggire da quel posto. Stavo cominciando a rivalutare le mie scelte di vita, e soprattutto la scelta di diventare poliziotto, fino a che non sentii di nuovo la voce del ragazzo biondo parlare.

-Suvvia Minho, non essere così duro- lo rimproverò.

Il nominato alzò le mani in risposta facendo spallucce, per poi ridacchiare guardando l'altro.

-D'accordo, comincerai oggi stesso...- riportai lo sguardo su di lui con gli occhi che brillavano dall'emozione -...anzi, mi correggo, stanotte-

-C-cosa?- balbettai.

-Inizierai facendo la guardia notturna. Resterai qui e se ci sarà un'emergenza andrai all'azione.- si alzò dalla sedia e mi porse una mano -Io ho concluso, vedremo come si svolgerà questa prima settimana, novellino-

Ricambiai la stretta di mano e uscii immediatamente dalla struttura. Mi appoggiai al muro e chiamai il mio migliore amico.

-Felix...- cominciai a raccontargli tutto quello che era successo per filo e per segno.

-Già questo 'Minho' mi sta profondamente sul cazzo-

-Anche a me uff- entrambi ci lasciammo sfuggire una piccola risata, lo salutai e mi incamminai fuori dalla struttura.

angolino autrice
ayooo sono tornata con una nuova storia >:)

The policeman without the gun - minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora