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JISUNG

Calò il buio nella città.
Cominciava anche ad essere deserta: le persone andavano a dormire e si sentiva in sottofondo soltanto il rumore di alcuni grilli che disturbavano la quiete.

Anche io stavo facendo parecchio rumore in quel momento.
Stavo correndo, perché ovviamente, ero in ritardo per il mio primo turno di lavoro.

Arrivai finalmente davanti la struttura e vidi il ragazzo biondo che oggi era nello studio del comandante Minho, che sicuramente mi attendeva.

-Eccoti! Ti stavo aspettando!- disse sorridendo, mettendo in risalto le sue fossette.

-Mi s-scusi- risposi mentre cercavo di riprendermi dalla corsa appena fatta.

-Ti prego, non mi dare del 'lei' mi fai sentire vecchio- ridacchiò porgendomi la mano -Piacere, Chan!-

-Piacere di conoscerti Chan, io sono Jisung- ricambiai il saluto facendogli un sorriso.

-Bene, allora io vado. Buon lavoro!- si fermò davanti il cancello di uscita per mettere le cuffie alle orecchie e riprendere la sua camminata.

Entrai dentro l'edificio e vidi che era vuoto. Non sapevo dove andare e nessuno mi aveva dato indicazioni. Decisi di arrangiarmi per conto mio. Camminai verso un corridoio del piano terra, era tutto buio, per fortuna avevo il telefono con me che mi faceva luce.

-BU!-

Mi spaventai a morte. Iniziai a correre in preda al panico, non sapevo dove stavo andando, l'importante era che riuscissi a scappare.
Mi fermai alla fine del corridoio, c'era una porta ed era chiusa a chiave.

-CAZZO SONO FOTTUTO- esclamai per poi chiudere gli occhi aspettando la morte.
Morte, che per fortuna, non arrivò.

Aprì lentamente gli occhi al suono di una risata.

-Dovresti vedere la tua faccia HAHAHAHA- era un ragazzo alto più o meno quanto me, dai capelli castani e un espressione da cucciolo, e in quel momento era piegato in due dal ridere.

-E tu saresti un poliziotto? HAHAHAHAH- scoppiò nuovamente in una fragorosa risata che mi irritò parecchio.

Il ragazzo smise finalmente di ridere di me, e si asciugò una lacrima che faceva capolino dai suoi occhi a mandorla.
Mi guardò per un istante e mi porse la mano -Piacere Seungmin... tu sei quello nuovo vé?-

-Suppongo di si...- risposi incerto ricambiando la stretta di mano -Piacere, Jisung-

-Seguimi, ti mostro dove lavorerai- mi trascinò per il polso correndo.

In realtà odiavo correre. Odiavo qualsiasi sport. So benissimo che essere un poliziotto comporta avere un corpo allenato e pronto a correre dietro ai ladruncoli, ma sono abituato ad alzarmi dal letto la mattina per andare a sdraiarmi sul divano. Lo ammetto, sono una persona alquanto pigra.

Il ragazzo con l'espressione da cucciolo finalmente si fermò e lasciò andare il mio povero polso.
Mi aveva trascinato dentro una stanza non molto grande, al centro vi era una scrivania e dinnanzi ad essa due sedie. Ai lati della stanza c'erano parecchi scaffali ripieni di documenti e fogli non in ordine e dietro la scrivania, esattamente dove probabilmente dovevo sedermi, vi era un'ampia finestra con le sbarre.

-Questa è la tua postazione fin quando il comandante Minho non deciderà di promuoverti... o forse ti licenzierà, chi lo sa- fece un finto colpo di tosse mentre diceva l'ultima frase.

-Bene, io vado, mi trovi nella seconda stanza a destra al piano di sopra. Sicuramente farò finta di lavorare guardando qualche kdrama gay, però non dirlo al comandante- mi fece l'occhiolino e sparì chiudendo la porta, lasciandomi lì, in mezzo la stanza, senza avere la minima idea di quello che dovevo fare.

-Fantastico- mormorai a me stesso.

Feci un giro della stanza, e cavolo, lì dentro puzzava tutto terribilmente di muffa.
Mi avvicinai gli scaffali e rovistai tra i documenti. Tutto era in disordine, i fogli non erano messi nelle giuste cartelle, e non erano sistemati né in ordine alfabetico, né in ordine temporale.

Li presi e li portai tutti alla mia scrivania per dargli una sistemata.
Se era lì che dovevo lavorare per una settimana, tanto vale avere una stanza sistemata, anche se una sistemata la necessiterebbe anche casa mia. E poi, avrei potuto rendere fiero il comandante Minho, chissà.

Mi misi all'opera, cominciando a prendere le cartelle con l'anno scritto sopra.
1978. 1979. Sistemai prima i più vecchi. 1982. 1983.

Qualcuno bussò.

-Avanti!- urlai, e un ragazzo poco più basso di me, ma molto muscoloso, entrò nella stanza con in mano una pila di fogli.

-Bella Jungkook, hai questi fogli da sistemare- disse mettendo i fogli sulla scrivania accanto agli altri.

-Ua! Stai sistemando?? Tu? Per favore- probabilmente non mi aveva ancora visto, dato che ero letteralmente seduto dietro delle torri di fogli e documenti.

-In realtà- mi alzai, e lì il ragazzo mi notò -...mi chiamo Jisung, non Jungkook- gli sorrisi.

-Quindi sei tu quello nuovo! Piacere Changbin- mi fece un occhiolino. -Beh, buon lavoro- uscì dalla stanza, lasciandomi con più lavoro di prima.

Sbuffai. Volevo essere a casa a dormire. Il sonno stava prendendo il sopravvento di me mentre continuavo a riordinare i fogli. 1997. 1998. Per fortuna ero veloce. 2003. 2004. Sentivo le palpebre farsi pesanti. 2007. 2008. Mi addormentai.

The policeman without the gun - minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora