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Jisung

15:01 ero in tempo. Oltrepassai la soglia della porta e mi ritrovai davanti proprio Minho.

-Sei in ritardo-

Riguardai il mio orologio, per essere sicuro.

-Soltanto di un minuto-

-Ma sei comunque in ritardo- ribatté. Si avvicinò a me e mi prese per il polso -Seguimi e non fiatare-

Ammetto di essere lievemente arrossito a quel tocco. Si, era pur sempre l'autoritario e sgarbato Minho che odiavo, ma non si poteva negare il fatto che fosse tremendamente figo. I capelli neri, gli occhi leggermente a mandorla, e quello sguardo felino, lo stesso che incute paura e terrore, ma terribilmente attraente.
In quel momento notai anche il meraviglioso profilo che aveva. La mascella ben definita, il naso, le labbra carnose. Quel Minho mi stava facendo un brutto effetto.

Mi trascinò fino ad una stanza al primo piano. Appena entrammo notai subito Chan intento a scrutare delle foto e dei fogli su un tavolo tondo posto al centro della stanza. Minho mi trascinò fino a degli scaffali posti ai lati della stanza.

-Ho notato che sei bravo a riordinare i documenti. Sistema questi. Quelli con la data di ieri portali sul tavolo.- disse con tono autoritario e con faccia seria.

Mi misi all'opera. Non volevo deluderlo ancora.
Sembrava che in quel posto nessuno volesse sistemare dei fottuti fogli, eppure non ci voleva neppure tanto. Forse stavano soltanto aspettando il novellino di turno, senza massa muscolare e mingherlino, che lo facesse al posto loro.

E' pur vero che sono un poliziotto, ma tutti i poliziotti che si rispettino hanno almeno un minimo di muscoli, quelli che non ho io.

Aveva ragione mia madre allora, quella donna... dovevo fare il medico, mi si addice di più. Ma ahimé, ormai sono quel che sono, non posso tirarmi indietro, e quindi ora devo soltanto concentrarmi nel riordinare questi dannati fogli.

Non potei fare a meno di ascoltare nel mentre la conversazione tra Minho e Chan.

-Te l'ho detto è un suicidio-

-Ma quei segni sul collo non sembrano fatti da una cazzo di corda-

-Suvvia Channie, non vedi che il corpo era messo in questa posizione?- prese una delle tante foto dal tavolo -se fosse stato un omicidio non sarebbe di certo in questa posizione- concluse gettandosi all'indietro della sedia.

In quel momento mi ritrovai in mano i fogli con la data risalente a ieri. Li portai dai due e li poggiai sul tavolo. L'occhio mi cadde proprio su una foto in particolare tra le tante che erano disordinatamente disposte sul tavolo. La scrutai attentamente per qualche istante.

-Jisung?- chiamò la mia attenzione Chan.

-Secondo me non è suicidio.- dissi fermamente continuando a fissare la foto.

-Cos--

-Aspetta, fallo parlare. Voglio vedere dove arriva- lo interruppe Minho, portando entrambi le mani incrociate sopra il tavolo e fissandomi.

-Non è suicidio.- presi in mano la foto -E' impossibile che questi segni siano stati lasciati dalla corda. Anche se il soggetto si sarebbe dimenato mentre moriva, la corda non avrebbe lasciato questi segni. Invece questi sono più sottili, quasi affusolati, come le dita di una mano. Potrebbe essersi trattato di strangolamento...e poi la vittima è stata messa in posizione da far sembrare un suicidio...- presi in mano la foto del tetto -Questo tetto non sarebbe ceduto soltanto con il peso di quell'uomo. Non era certamente molto resistente, ma almeno era spesso. Forse qualcuno ha tirato giù il lampadario con forza. Forse, più di una persona...- lasciai cadere la foto che stavo esaminando e presi quella dove vi era il cadavere -Questa posizione... è impossibile che cadendo il corpo era in questa posizione. E' troppo naturale come posizione, come se fosse stato poggiato di proposito. Poi se guardate bene, la corda non è del tutto stretta, ma un pò allentata.- misi tutte le foto che avevo scrutato con attenzione vicine, una accanto all'altra, come se avessi appena risolto un puzzle -Non c'è dubbio, non si è sicuramente trattato di un suicidio.-

Alzai lo sguardo e vidi Chan perplesso che fissava le foto seduto dall'altra parte parallelamente a me. Minho invece, si alzò di scatto venendo vicino a me, aveva un espressione concentrata. Toccò con le mani le foto una ad una, da sinistra verso destra, per come le avevo disposte io.

-Cazzo...- mormorò.

-Il novellino ha ragione. Sicuramente non è suicidio.- sbattè le mani sul tavolo facendomi sobbalzare.

-Chan torniamo in quel posto- mi rivolse lo sguardo -E stavolta il novellino viene con noi- disse sicuro, accennandomi un lieve sorriso.

angolo autrice
questo capitolo sembra corto, eppure sono più di 750 parole lol

The policeman without the gun - minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora