6. Infinito?

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Vi siete mai posti quelle domande idiliache? Chi siamo? Quale è il nostro scopo? Ma non uno scopo singolo, l'ho scopo dell'essere umano in genere. Quanto influiamo sul resto della terra, della galassia, dal resto dell'universo? Quanto influiamo semplicemente nella nostra piccola insignificante vita? L'inizio, fa parte dell'oblio come la fine. E se siamo destinati a morire che senso a vivere? Che senso avranno tutte le cose che abbiamo creato, che abbiamo vissuto? E i ricordi? Perché ricordiamo? Alla fine non cambia se sono belli o brutti, ti lasceranno sempre un senso di amarezza. Che senso hanno le emozioni? Che senso ha comunicare? Se siamo destinati a finire. Che senso ha sprecarci tanto per avere cose materiali se quando muoriamo non possiamo più usarle. Perché avere un ragazzo figo invece di uno che ama veramente? Perché? Perché? Perché?
Domande, domande, mai nessuna risposta.
Più penso, più mi porgo queste domande. Parlano di infinito. Uscite fuori, alzate lo sguardo e perdetevi in ciò che vedete. Vi sembrerà immenso, ma semplicemente perché noi siamo un minima frazione di qualcosa che non si sa. Il cielo, insomna un mistero dietro l'altro. Quante volte ci siamo chiesti quanto è grande. Non può essere infinito. Tutto ha un'inizio e una fine. Il sole, una stella che ha la capacità di far girare un'intera galassia a torno a se. Ma la sua forza si ferma là come la conoscenza umana, avrà sempre un limite imposto. La terra, talmente bella nelle sue mutazione in base all'ambiente circostante, così catastrofica a causa di chi tenta di gestirla in modo inappropriato. Il mare, paragonabile a qualcosa di immenso, duraturo, potente e a conoscenza di misteri che la mente umana non immagina minimamente. Capace di inghiottire nelle sue profondità tutto ciò che prova a varcarlo, ma pure il mare ha un'inizio e una fine.
Sono così unici questi elementi, immensi, potenti che la nostra figura non la percipescono. Eppure noi perciamo la loro magnificenza. Noi esistiamo perché prima esistevano loro. E senza loro non esisterebbe più niente. E quindi oltre a chiederci perché, ci chiediamo pure se dovremmo o meno, se riusciamo o meno a contrastarli.
E se proprio dovremmo trovare una risposta, perché non esiste una fine a questi interrogatori se non si trova. Possiamo attribuirla al fato? O al destino come preferite. Possiamo modificarlo, contrastarlo? O dobbiamo semplicemente eseguirlo? Ma cosa è il fato? Vedete altre domande. Forse sbagliamo pure. E se prendessimo una domanda, la scoponessimo? Spesso immaginiamo il destino come qualcosa di già scritto, che prevede magari il trasferimento di ogni singolo momento negli anni di vita già vissuti e quelli che verranno. Spesso indichiamo il fato come causa delle nostre disgrazia, causa di un' incontro inaspettato con l'amore. Ed ecco qua. Dove volevo arrivare. C'è chi per esprimere il concetto del destino usa l'esempio dei binari, che ovviamente corrispondo alle nostre vite. Ci sono binari che continuano sempre paralleli, destinati a cercarsi, a rincorrersi ma mai a toccarsi e alti che si incrociano. Gli ultimi potremmo interpretarli come anime gemelle, o soltanto come storielle passaggiere, semplicemente perché non si sa quanto tempo si rimane su quell'incrocio può durare una vita ma anche meno. C'è chi invece crede che il futuro sia scritto nelle carte.
Vi dico questa cosa. Un giorno non avendo niente a che fare a parte deprimermi ho iniziato a pensare a come potrebbe essere il fato, ho pensato a come siano legate due anime gemelle. Conoscerete tutti la leggenda del filo rosso, che lega le due anime gemelle legando l'estremità nel mignolo di entrambe le persone.
Bella e romantica. Quella nella quale gli Dei temevano la forza di due cuori in una persona, allora li divisero, ma non ci fu giorno in cui i cuori smisero di cercarsi. Ricordo anche quella leggenda che spiegava perché possediamo due occhi, due orecchie, due braccia, due gambe ma solo un cuore. Perché lo scopo della vita è cercare l'altro cuore che ci completi. O qualcosa del genere. Io invece ho immaginato il destino delle anime gemelle scritto in due libri. Libro A e libro B. La persona del B' che corrisponde allo numero della pagina di A' è la propria anima gemella. Ammetto che spiegarlo a parole è difficile perdonatemi. Libro A pagina 1 e Libro B pagina 1 sono anime gemelle e via dicendo. Penserete che non sia adatta come risposta considerando che il numero di persone vissute in passato, viventi nel presente, e quelle che vivranno nel futuro sono un numero troppo elevato per assegnargli ad ogni uno di loro una pagina. E se un una pagina ci siano scritti più nomi? Possiamo considerare l'idea che la nostra anima una volta che muoriamo andrà in qualche altro corpo. E quindi in una pagina ci siano scritti tutti i nomi di quell'anima. Perché se sono anime gemelle in questa vita, lo erano anche nelle altre, e lo saranno. Ok. Ok. Ok. Ammetto anche che avrò scritto in modo al quanto contorto e forse non avrete capito la metà di ciò che io ho provato a spiegarvi. Ma certe idee, sono difficili da esprimere. E quindi spero solo di non aver fatto un enorme scarabocchio. Sto immaginando una di quelle scene che fanno vedere nei film di uno scrittore che pensa che le sue idee fanno pena e accatorcia il foglio e lo butta fino a formare una montagna. E credetemi se avessi fatto ciò, mi ritrovei annegata nella carta. Forse dovrei gettare l'ennesimo foglio, ma più lo modifico più lo rovino. Voi invece come ve lo immaginate scritto il destino?
Mi piacerebbe sapere anche in cosa o meno siete d'accordo con me. Per esempio se l'infinito esiste e via dicendo. E ovviamente se avete capito qualcosa di quest'ultima parte ma ne dubito.

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