5. Dove sono?

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Capita spesso che mi perda nei miei pensieri, per lo più sono pensieri scoposti. Si cambia. È natura. Ci cambia la vita in genere. Ci cambiano gli ostacoli, i sentimenti, le persone che incontriamo, le persone che scompaiono e non tornano, altre che tornano, le persone che sono sempre rimaste. Sentimenti. Dicono che sono astratti, non possiamo vederli, non possiamo toccargli. Ma è una stronzata. I sentimenti possiamo sentirli, alcuni ci divorano dentro, altri ci salvano. La vita è come una monetina a due faccie, quella che rappresenta il bello, e dietro quella che rappresenta il brutto. Alcuni sostengono che le due faccie della moneta sono uguali. E come se ci fosse un grande 'NO' che evita che qualcosa vada per il verso giusto. Vi capita di pensarlo? Credo di essere in questa fase.
È passato tempo da l'ultima volta che ho aggiornato, sono colpevole. Sta sera avevo bisogno di uno sfogo, anche se da sfogare non so cosa abbia. Inutile che vi dica nei minimi particolari cosa sia successo, in sostanza abbiamo chiuso. Non una chiusura delle solite questa volte non è stato lui, sono stata io. Lui ha sempre avuto questa cosa di litigare con me, non parlarmi per un po' e poi ricomparire come se niente fosse. Ho deciso che la cosa giusta per ciò che rimaneva di me, era rompere questa solita routine, ormai non reggevamo neanche per un giorno. Ha detto che gli è passato, mi ha detto che gli sto sui coglioni, mi ha ripetuto più volte che gli sono indifferente. Ed lì, che non ho retto più, ho provato a capire se fosse serio.

"Il mio addio non è come il tuo, io non torno.. Anche se mi distruggo dentro, non esisto più, una parola con te come soggetto non la dirò più ."

Ha rinunciato a tutto o forse veramente gli è passato. Non mi ha fermato. Ho cancellato kik, non so se è giusto dire che è stato facile. Ma in realtà non lo è stato. Di solito, anche se non parlavamo lo lasciavo, perché ho sempre sperato che prima o poi mi avrebbe scritto. Non mentirò dicendo che non ho pensato a riscaricarmelo, ma poi ho pensato che questa volta non mi avrebbe scritto. Poi ho pensato che questa volta ero io che dovevo fare la differenza. È sbagliato vivere nel passato, anche se alla fine non è passato, perché rappresenta ancora il presente, ma bisogna pensare anche al futuro.

Mi chiedono ogni volta come stai? Tutto bene? Le solite domande con la quale si risponde sempre allo stesso modo "Si,bene tu?" La realtà che io non so come sto. Io non so neanche cosa voglio fare, non so neanche più le cose più banali. Ma in verità non so se ha senso o meno, ma è come se non avessi preso ancora in considerazione tutti gli aspetti di questa situazione. Come se analizzando ciò che provo, possa fare male. Ma credo che sia più brutto il vuoto, il non sapere cosa mi rende così particolarmente sconosciuta a me stessa, perchè evidentemente non sto capendo neanche una virgola di ciò che mi sta succedendo. Mi sveglio, solo perché il mondo dei sogni è diventato così triste, così insopportabile, inrealizzabile, che non mi basta più neanche vivere costantemente in esso. Mi sveglio, a volte manco mi cambio, rimango in pigiama. Quando vado a lavarmi, rimango a guardarmi allo specchio, prima mi lamentavo perché mi sentivo così inappropriata, ora rimango non so quanto a fissare i miei occhi, mi perdo nel vuoto di quel verde spento in cui mi rispecchio. Mi sembrano così lontani quei momenti in cui nonostante tutto ridevo, quei momenti in cui ero sul bus, e le cuffiette non mi facevano sentire sola. Quei minuti che perdevo per truccarmi, così da poter guardarmi allo specchio e dire 'si è vero, i trucchi fanno miracoli.' anche se speravo costantemente in un miracolo più efficace. Ora non mi trucco neppure. Le parole aiutano, a volte. Forse qualcuno di voi, si sente come mi sento io, chi peggio chi meglio. Siamo in uno stato vegetativo. Io mi sento così, la realtà è che vorrei vivere, vorrei riuscire a sopravvivere ma non ho forze.
Vorrei che mi salvesse, per poi rivoltare tutte le carte in tavola. Si sa no di che parlo? Vorrei avere il mio amore da favola, con le mie regole con le nostre regole, niente fiori e cene romantiche. Uscire e divertirsi davvero, giocare come fossimo bambini, perché loro sono cosi veri, non fingono di volersi bene, si tirano i capelli e dopo un attimo stanno facendo quella cosa di stringersi i migniolini e fare pace, come se bastasse quello. Mi ricordo quei bigliettini che passavano da mano in mano fino ad arrivare al destinatario 'Vuoi essere la mia fidanzata? Si o no." Rispondevo sempre si, perché non volevo ferirli, sapevo già quanto fosse brutto essere riufitati. Ed era così fottutamente facile. Niente parole che contenevano miglioni di significati, niente parole che per decifrare il significato ci vuole uno specialista, niente doppi fini. Vorrei averlo conosciuto a quell'epoca. Chissà cosa sarebbe andata in questo modo. Ma in realtà non si sa neanche come andrà da adolescienti un po' troppo incasinati, bisognosi di amore anche se non lo ammetteranno mai, convinti che allontanando le persone quando il gioco si fa più duro possa aiutarli. Vi renderà solo più deboli, perché prenderete sempre più coscienza che ciò che si ha lasciato in realtà lo si ha sempre agognato. Ne vale la pena provarci. Vale la pena buttare sul tavolo il proprio cuore, perché ci sarà qualcuno che se ne prenderà cura. Vale la pena se alla fine non si è più soli ma si è in due.

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