Chapter 21

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❤️‍🔥canzone consigliata: Take me home - Jess Glynne

Ho lasciato Maranello qualche ora fa, per tornare a Milano. I miei genitori mi hanno chiamata dicendomi che Diego non sta bene, e che tutti i miglioramenti che avevamo visto si sono trasformati in peggioramenti.
Ho avvisato solo Mattia; non so se lo dirà anche a Charles, ma immagino di sì.

Arrivo in ospedale, e subito mi precipito nella stanza di mio fratello. È debole, ha un colorito molto bianco, sta sudando. Mi dicono che ha perso molto sangue, e che ha dolori ovunque che non gli permettono di muoversi, e anche una febbre alta.
<<hey amore ciao>>
Gli dico con le lacrime agli occhi.
<<vorrei esserci più spesso per te, ma lo sai che il lavoro non lo permette. Non appena ho saputo quello che ti era successo sono corsa qui, ho mollato tutto, volevo starti accanto.
Come stai? Non voglio provare neanche ad immaginarlo, ma voglio dirti che mi manchi Diego, che non devi mollare, che devi tornare a sorridere come qualsiasi bambino merita. Rimanimi accanto fratellino, senza di te non riuscirei a fare nulla. È grazie a te se adesso sono qui, e non puoi lasciarmi sul più bello. Lotta Diego, fallo per me>>
Appoggio la testa sulla sua mano, e piango come se non ci fosse un domani.
Non può andarsene via, lui è tutto per me.
Mi sento accarezzare i capelli e quando mi volto Charles è al mio fianco. Come fa ad essere qui? Ha sentito tutto?
<<signorina Eleonora, mi perdoni, non vorrei farla uscire mi creda, ma dobbiamo fare dei controlli>>
Mi dice l'infermiera, e Charles mi prende per mano accompagnandomi fuori.
Scoppio in un pianto liberatorio, stretta tra le sue braccia, che in questo momento sono il mio scudo.
<<vedrai che andrà tutto bene Ele, lui è forte, ce la metterà tutta, ne sono certo>>
<<Charles ha solo 10 anni, non è giusto>>
<<lo so Ele, non è giusto, lui non lo merita e voi non meritate di soffrire. Ci sto male anche io; abbiamo giocato tanto insieme, abbiamo creato un rapporto stupendo. Ti ricordi quando venni a Torino con te e ci mettemmo a giocare nella sua stanza? Mi disse una cosa: "mia sorella ti vuole un mondo di bene. Charles non farle del male e proteggila da tutto, io la amo e so che anche tu. Ti prego, io non posso difenderla ma tu si, fallo per me e proteggi anche la mia famiglia, che ti vuole bene come un figlio" a quelle parole Ele, scoppiai a piangere come un coglione. Ha solo 10 anni, ma pensa come un uomo di 30. È un bambino fantastico.
Gli chiesi anche come aveva capito che ero innamorato di te e lui mi disse: "tu non la guardi come fanno i suoi amici, i tuoi occhi sorridono, sono un bambino ma certe cose le noto".
E aveva ragione su tutto Ele, non solo sul fatto che fossi innamorato di te, ma anche che era un bambino super intelligente>>
Piangevo sempre di più, era riuscito dove io avevo fallito, lui aveva capito subito che Charles era innamorato di me, e soprattutto aveva anticipato tutti, sapeva già a chi chiedere di proteggermi e di proteggere la nostra famiglia. Lui sapeva tutto, e noi non l'abbiamo notato, e ora siamo qui, nella merda, a piangere, perché siamo una famiglia del cazzo.
Avevamo gli occhi chiusi, non ci siamo accorti di quanto lui stesse già soffrendo dentro, e ora ci disperiamo e urliamo contro Dio, quando la colpa è solo nostra. Non abbiamo ascoltato il suo cuore, non abbiamo visto i suoi occhi. Meritiamo davvero di vivere ancora? Perché lui? Perché non noi? Stupidi coglioni legati all'apparenza e mai alla sostanza. Stupida cogliona io, che non ci sono stata per lui, ma che ho realizzato uno dei suoi sogni, arrivare dove sono ora. E se lo merita, Dio se lo merita.
<<non devi sentire questo peso Charles, non devi proteggerci ok? Non lo meritiamo, e tantomeno non devi essere tu a farlo. Hai solo 24 anni>>
<<no Ele, Diego me l'ha chiesto e io lo farò. Nessun peso, voglio solo che tu sia felice. Prometto di proteggerti da tutto, costi quel che costi. So di non averlo fatto prima, di averti fatta stare male, e mi dispiace per tutto quello che è successo in queste settimane tra noi; non ce la faccio più con questa distanza, e tantomeno ne ho bisogno ora, sapendo che stai così. Lascia che rimanga al tuo fianco, anche da amici, non voglio lasciarti da sola neanche un secondo>>
<<non lo merito, sono stata una merda con te>>
<<l'hai fatto perché mi ami, credimi lo so; se tu non lo avessi fatto non saresti stata così tanto male>>
<<non vorrò mai essere un peso per te>>
<<non lo sarai mai, sei la donna che amo, ti proteggerò da tutto e da tutti>>
Mi stringe forte a lui, mentre io non smetto di piangere.

Torniamo a casa verso ora di cena, dopo esserci dati il cambio con i miei. Sono distrutta, ho un mal di testa che sembra quasi stia per scoppiare.
Salgo in stanza, faccio una doccia e mi getto completamente sul letto, esausta.
<<hey piccola, mangia qualcosa>>
Charles è salito con un bicchiere di caffelatte e dei biscotti.
<<non dovevi Charles, non ho molta fame>>
<<non mi importa, sei stremata Ele>>
<<e tu hai mangiato qualcosa Charles? Posso ordinarti una pizza>>
<<no, ho bevuto anche io un po' di latte, anzi scusa se mi sono permesso...>>
<<questa è anche casa tua Charles>>
Ne bevo due sorsi, per poi rimettermi stesa, con gli occhi rivolti verso il soffitto.
<<dormiamo, vieni>>
Mi fa appoggiare nell'incavo del suo collo, e il suo calore è in grado di riscaldarmi tutto il corpo. Metto le mani tra i suoi capelli, accarezzandoli, e lui fa lo stesso con i miei. Crollo in men che non si dica sotto il suo dolce tocco.

Sento il cellulare vibrare, mi alzo e noto che a chiamarmi è mia madre.
<<mamma che c'è?>>
Charles si sveglia, e mi stringe forte.
<<Ele, Diego sta molto male, vieni qui ti prego>>
<<sto arrivando>>
Mi alzo di tutta furia per cambiarmi e così anche il monegasco.
<<Diego sta molto male>>
<<l'avevo capito, dai andiamo>>
Arriviamo in ospedale in probabilmente 2 minuti. Corriamo verso la stanza di mio fratello, e vedo mia mamma abbracciata a mio padre, completamente immersa in un pianto isterico.
<<papà?>>
<<ci hanno detto che potrebbe essere l'ultima volta che parliamo con lui>>
<<cosa?>>
Le lacrime scorrono velocemente sul mio viso, e mi getto tra le braccia di Charles che mi tiene stretta.
<<ditemi che è uno scherzo, c'è qualcosa che possiamo fare ne sono certa>>
<<non possiamo fare più nulla Ele, sta troppo male>>
<<Charles no ti prego, dimmi che sto sognando>>
Non risponde, mi tiene stretta, così forte, quasi a non farmi respirare. Lui vuole proteggermi, ma questo male è più forte di qualsiasi scudo voglia creare.
<<piccola vorrei che stessi sognando. Ti avrei già svegliata rassicurandoti che va tutto bene, ma so che se non ora, domani andrà bene mh? Ele, Diego è il bambino più forte che conosca. Ce la farà>>
<<Charles dimmi la verità, così farà meno male>>
<<la verità è questa. È forte Ele, lotterà per tutti noi>>
<<perché Charles?>>
<<non lo so perché Ele, credimi, vorrei fermare il tempo solo per non farti vivere tutto questo. Sarò sempre al tuo fianco piccola>>

𝘼 𝙠𝙞𝙨𝙨 𝙗𝙚𝙩𝙬𝙚𝙚𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙚𝙣𝙜𝙞𝙣𝙚𝙨 | 𝘾𝙝𝙖𝙧𝙡𝙚𝙨 𝙇𝙚𝙘𝙡𝙚𝙧𝙘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora