STANNE FUORI [ 15 ]

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L'Olanda è uno dei paesi che mi ha sempre reso al quanto curiosa, visitarla con Max cambia tutto.
Appena scesi dal jet si è subito messo alla guida, addentrandosi con sicurezza tra le strade in cui è cresciuto, per tutto il viaggio mi ha descritto il paesaggio aggiungendo qualche aneddoto della sua infanzia che mi ha fatto sorridere teneramente, gli è mancata tanto casa.

Come la maggior parte dei piloti vive a Montecarlo per quasi tutto l'anno e si sposta a Milton Keynes per lavoro. Mi ha raccontato più volte quando eravamo da soli nel mio appartamento che non ha mai sentito nessun tipo di attaccamento al Principato, non riesce a farselo suo cosa che non capirò mai dato che per me rappresenta a pieno il concetto di casa.
Qui in Olanda invece ha una luce diversa negli occhi quando si guarda intorno e nel suo tono di voce si capisce quanto è emozionato di essere nelle sue terre.

Quando ci fermiamo ad un distributore, Max indossando un cappellino nero che non rivela la sua identità, mi dice finalmente quale è la nostra destinazione senza che io insista tanto.

<< Mia madre mi aspetta a casa, te la senti di venire con me? >> mi dice mentre digita il numero della carta di credito sul display evitando di proposito il mio sguardo sorpreso. Sento un pizzico di imbarazzo nel suo tono, è bravissimo a mascherarlo.

<< Vuoi che venga a casa tua? >> chiedo mentre lui si allontana da me per tornare a camminare verso la portiera anteriore dell'auto. Trattengo un sorriso pensando a come mi abbia voluto includere nel suo rientro a casa ma rimango in silenzio aspettando una conferma da parte sua.

Max si passa una mano sul mento prima di togliere il capellino nero e incrociare il mio sguardo ormai piegato in un sorriso.

<< Non sei obbligata ma si, ti ho invitato a casa mia. A Sophie e Victoria farebbe molto piacere vederti, adorano mettermi in imbarazzo >> mugugna a bassa voce quasi impaurito di mostrare questo lato di sé. Capisco subito quali sono le sue intenzioni cioè di cambiare discorso spostando l'attenzione sulla madre e la sorella.

<< Verrò molto volentieri >> rispondo quando entrambi ci troviamo seduti nell'abitacolo, poggio la testa sulla rientranza della portiera mentre lui accelera e mi perdo di nuovo a guardare il panorama durante tutto il tragitto.


[...]

<< Belle >>

La voce di Max mi sembra ancora parte di un sogno ma invece è reale, sento qualcuno che mi scuote leggermente il braccio e quando apro gli occhi trovo l'olandese a pochi centimetri dal viso. Le labbra curvate in un piccolo sorriso e le mani intorno alle mie braccia mentre io sono ancora seduta sul sedile della sua auto.

<< Ti sei addormentata un'ora fa, ho preferito non svegliarti >> sussurra. Mi stiracchio allungando le gambe nell'abitacolo e torno a guardarlo accennando un sorriso.

<< Come siamo premurosi oggi >> esclamo fissando le sue labbra ancora vicine alle mie mentre lui mi porge una mano per aiutarmi ad uscire. La afferro subito trovandomi in piedi davanti a lui e sento il cuore battermi più veloce quando mi sistema i capelli biondi lungo le spalle.

<< Non ti abituare, ricordi? Max Verstappen è uno stronzo >> risponde cercando di copiare l'accento di Charles prima di tirarmi per i fianchi verso di lui e baciarmi a fior di labbra. Sorrido sulle sue labbra ma appena mi stacco da lui noto alla nostra destra la figura della sorella, Victoria, è ferma immobile con il passeggino davanti a sé nel bel mezzo del prato.

NEMESI // @MAX VERSTAPPEN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora