CRAZY MONZA [ 18 ]

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Giugno 2017

Il lutto è una delle situazioni più difficili da affrontare nella vita, puoi piangere quanto ti pare, disperarti, urlare ma nessuno ti riporterà la persona che hai amato.

Era questo quello che mi ripetevo quando Hervé ci lasciò. Lui non era solamente il padre del mio migliore amico ma era anche l'unica figura paterna che avessi mai avuto. Avevamo creato un legame speciale dal primo momento in cui ci eravamo conosciuti, veniva a prendere me e Charles a scuola e ci faceva da telecronista durante il Gran Premio di casa dal balcone di casa Leclerc tenendo tra le braccia il piccolo Arthur.

Mi accarezzava la testa quando gli dicevo in lacrime alla recita scolastica annuale: "Io non ho un papà, tutti hanno un papà che viene alle loro recite e io no".
Io un papà ce l'avevo ma aveva deciso di non far parte della mia vita quando ha scoperto della gravidanza di mia madre. Mia madre è sempre riuscita a colmare il suo vuoto ma Hervé mi faceva sentire come se fossi sua figlia, aveva premure nei miei confronti ed era sempre affettuoso.

Quando ci ha lasciato ho dovuto essere forte come una roccia per trasmettere forza a Charles, non potevo crollare se no sarebbe crollato anche lui.
Dopo la sua vittoria ho ceduto. Tutta l'adrenalina che avevo provato si era trasformata velocemente in dolore, dolore che ti lacera nel profondo che non ti lascia via di uscita. Le sigarette che rubavo dal cassetto di mia madre sono diventate velocemente una dipendenza e mi aiutavano a calmarmi anche se per poco tempo.

Monaco mentre eravamo via era rimasta come immobile e al nostro ritorno tutto era come l'avevamo lasciato. Ed è stato un mese straziante.
Ho visto una famiglia distrutta dal dolore, il mio migliore amico riprendersi con una tenacia mai vista prima e la sua carriera prendere una piega spettacolare.

La verità è che ho perso un padre due volte.

[...]

- Gp di Monza

È passata una settimana, una settimana da quando Charles ha smesso di parlarmi e di rispondere alle mie chiamate.

Una settimana da quando Max è tornato sui suoi passi e ho ricevuto le prime scuse in assoluto da parte sua sul balcone di casa mia tra un paio di sigarette fumate nervosamente e urla da parte di entrambi che i vicini hanno fatto finta di non sentire.

La gravidanza di Charlotte va avanti senza che io sappia i dettagli e i tifosi non fanno altro che mandare messaggi di auguri. Ancora non si sa chi sia l'informatore anonimo ma inizio a pensare che sia qualcuno di cui non si sospetta minimamente.

<< Io vado >> dice Max raccogliendo il borsone dal mobile della stanza d'hotel. Sposto lo sguardo solo per qualche secondo annuendo e poi torno a guardare le auto che passano davanti alla strada nello sfondo italiano di Monza.

<< Belle? >> mi richiama toccandomi la spalla. Incrocio subito i suoi occhi che sono oltrepassati da un velo di confusione.

<< Sei chiusa qui dentro da quando siamo arrivati, non è proprio il massimo >> continua parandosi davanti a me << Hai mangiato? >>.

Lo fisso all'improvviso alzandomi dalla poltrona prima che lui possa fare qualsiasi altro movimento.
Raccolgo la sua borsa da terra e gliela passo tra le mani mentre lui scuote la testa sbuffando.

NEMESI // @MAX VERSTAPPEN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora