Capitolo 12

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07/02/2022
È lunedì.
Siamo in macchina mentre andiamo all'ospedale. Oggi vediamo papà!
Si, tramite un vetro. Ma va bene lo stesso, per adesso.
Arriviamo in sala d'attesa e vediamo tante altre persone nelle nostre condizioni.
Chi ha la figlia ricoverata per ustioni alla testa e alle mani.
Chi ha il marito con ustioni nelle gambe.
Chi ha il figlio con ustioni nelle braccia.
Ci sentiamo meno soli.
Una volta aperta la porta, corriamo subito davanti la finestrella di papà.
Lungo il corridoio decine e decine di domande

mi vengono in mente.
Mi farà impressione papà? Se gli piango davanti?
Sarà strano parlare con lui?
Finalmente lo vediamo.
È seduto con le gambe accavallate ed il mio cuore scoppia di gioia.
È sempre lui, il mio papà, ma con qualche benda in più.
Ha la flebo ed il catetere attaccati, quindi lo vediamo un po' scomodo, però sta bene! Iniziamo a parlare del più e del meno, senza ovviamente uscire il discorso dell'incidente. Non credo sia ancora pronto per parlare di questo.
Una volta finita la nostra ora di visita, andiamo nell'altra sala per parlare con il medico e per chiedere spiegazioni.

Inizialmente stavano entrando solo la mamma e la zia, ma ho insistito per farci assistere sia a me che a Silvio.
Mentre aspettiamo che esca il dottore, il mio cuore batte fortissimo. Ho paura di cosa possa dire.
Faccio avanti e indietro lungo la sala così tante volte, da sembrare pazza agli occhi delle altre persone presenti.

Osservo la mamma e sta cercando di nascondere la stanchezza ed il terrore, ma non le riesce bene. È come un libro aperto.
Una volta che la dottoressa ci raggiunge fuori, ci avviciniamo a lei e la ascoltiamo con attenzione.
"Parto subito nel dirvi il signor Basile è un miracolato, perché con una scossa come la sua, si muore." Ecco, prima batosta.
"Dobbiamo monitorarlo con attenzione, perché l'elettricità che ha dentro il suo corpo potrebbe muoversi. Inoltre faremo dei controlli per vedere se sono state colpite delle zone interne." Spiega ancora.
"Il signor Basile è stato fortunato, perché se la scossa fosse entrata nella parte sinistra, avrebbe preso il cuore. Ma é entrata nella parte destra."
Vi ricordate il discorso che vi avevo fatto sul destino? Ecco, questa è una palese dimostrazione.

"Perché lo avete spostato nella sala intensiva, ha qualche anomalia?" Chiedo finalmente. Questa era la domanda che più mi aveva tartassato da ieri sera.
"È una semi intensiva, ma è prassi per noi spostare i pazienti li, perché è una zona più asettica e meno rischiosa."
"Quindi sta bene, non preoccupatevi."
Facciamo tutti un respiro di sollievo.
"Con questo non vi sto dicendo che sarà una passeggiata, sarà dura e dovrà rimanere qui dentro per molto tempo."
Ma questo, lo sapevamo già.

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