Capitolo 17

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Sono passate le 72 h dall'intervento, in cui papà rischiava un rigetto.
Per fortuna è andato tutto per il meglio e adesso aspettiamo solo di vedere il dottore.
Una volta davanti a noi, ci invita ad entrare nel suo ufficio, e con tante domande per la testa, lo seguiamo.
"L'intervento è andato bene." Spiega.
Con quella frase, tutta la tensione che avevamo accumulato in questi giorni, pare andare via tutta di botto accompagnato da un grosso sospiro di sollievo.
Odio questa situazione: dover dipendere da qualcuno e non poter fare niente per aiutare papà, se non con qualche rassicurazione.

"Però non abbiamo finito il nostro lavoro..." continua il dottore.
"Prossima settimana dovrà fare un altro intervento importante, tra cui l'amputazione del dito del piede."
Questa era la frase che mi aspettavo più di tutti, ma che decisamente speravo di non sentire mai.
"Quindi nella prima fase dell'intervento ci dedicheremo all'amputazione del dito del piede ed a qualche innesto. Mentre nella seconda fase, preleveremo un altro strato di pelle per il Pollice della mano." Ci spiega.
"È un intervento delicato e durerà dalle 4 alle 5 ore."
Guardo negli occhi il dottore con terrore:
Milioni di domande circolano nella mia testa, ma oggi, non riesco a farne neanche una.
Per paura della risposta, forse.

"State tranquille, non rischia la vita." Il dottore capisce dalle nostre espressioni, che questa era la cosa che più ci premeva sapere.
Dopo averlo salutato e ringraziato, torniamo in auto dove ci tocca chiamare papà per comunicare cosa ci avesse detto il dottore, come abbiamo sempre fatto.
Ma oggi è un po' più difficile.
Perché come puoi dire ad un uomo, nel modo meno brutto possibile, che nel prossimo intervento perderà una parte del suo corpo?
Anche se abbiamo sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato, non è mai facile poi, quando arriva davvero.
La mia più grande paura è che papà possa non accettarsi più.
Squilla il telefono e prima di risponde dico alla mamma "lascia parlare me"
Lei con un cenno acconsente.

"Ciao papà!" La mia voce è squillante come sempre, per trasmettergli un po' Di gioia. Con lui non mi faccio mai vedere triste o giù di morale, perché ne sta già passando tante, non voglio dargli un altro pensiero. Ed io ,Silvio e la mamma, in questo, siamo davvero bravi.
"Cosa ha detto il dottore?" Chiede subito.
"L'Intervento è andato bene!" Dico entusiasta. "Stasera festeggiamo." Ci scherzo su.
"Quando farò l'altro?" Chiede ancora.
"Prossima settimana." Rispondo.
"È l'ultimo intervento che dovrai fare e poi hai finito, non sei felice?"
"Che mi faranno nell'altro?" Chiede. Mi ammutolisco per qualche secondo, elaborando nella mia testa la cosa giusta da dire.

"Allora..."inizio titubante.
"Preleveranno dalla coscia uno strato di pelle per l'innesto al pollice della mano. Poi passeranno a fare degli innesti nei piedi e..." sospiro.
"Ci sarà una piccola amputazione del secondo dito del piede, ma niente di che!"
Niente di che? Davvero Marika?
"Papà pensa che ti hanno salvato il pollice! La cosa più importante è questa!" Dico subito.
"Ci sono persone che sono entrate dentro quella sala e sono usciti senza una mano, o un piede, o addirittura una gamba. Ce l'hanno fatta loro, ce la farai anche tu. Doveva andarti molto peggio, ed invece è andata nella migliore delle ipotesi."
"Ok, va bene. Hai ragione."
"Io Ho sempre ragione." Ironizzo compiaciuta.

Chiude la chiamata dopo un po' e mi rilasso nel sedile, mentre penso a quando finirà tutto questo.

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