Capitolo 27

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Si avvicina con timore verso la mamma.
I due si abbracciano per qualche secondo. La mamma sta piangendo ovviamente, papà sembra commosso.
Quando si separano mi tuffo tra le sue braccia e finalmente scoppio in un pianto di gioia.
Come a liberarmi di tutte le cose che ho tenuto dentro in questo mese.
Ho deciso di lasciarmi andare perché quello era il momento giusto di mostrarmi vulnerabile. Quello era il nostro momento.
Infatti mi prendo il mio tempo.
Lo stavo per perdere, e più e più volte ho pensato che papà potesse non farcela, quindi averlo tra le mie braccia è una sensazione che non so esprimere a parole.

In quell'abbraccio li è come si mi avesse detto "è stata dura ma ce l'ho fatta" perché si, lui ce l'ha fatta.
I medici sono stati bravi, ma LUI ce la fatta. Noi cercavamo di farlo sentire meno solo, ma LUI ce l'ha fatta.
Tutti gli amici cercavano di farlo stare meglio mentalmente, ma LUI ce l'ha fatta.

Se ad oggi mi chiedessero un nome, un solo nome, della persona più forte del mondo,io risponderei senza esitazione, MIO PADRE.
Quell'abbraccio finisce, e arriva il turno di mio fratello.
Il piccolo della famiglia, che però sovrasta tutti con la sua statura.
E per ultimo arriva anche l'abbraccio con Claudio.
Anche lui ha sofferto tanto l'assenza di mio padre.
Glielo si leggeva negli occhi.
In tutte quelle volte che gli dicevo di non venire in ospedale e riposarsi un po' data la stanchezza del lavoro, ma lui testardo come non mai mi rispondeva "tuo papà ha bisogno di me" e come per papà, Claudio è come se fosse un figlio, per lui mio padre è come un secondo papà.

Finalmente siamo tutti riuniti e posso dire di ESSERE FELICE.
Piano piano aiutiamo papà ad uscire dell'ospedale, illustrandogli in modo divertente tutte le cose che abbiamo vissuto in questo mese e mezzo.
Saliamo in macchina e partiamo.
Papà è molto più magro, avrà perso almeno 10/15 kg, ma la sua estrema simpatia c'è sempre.
Mi si spezza il cuore al pensiero delle cose che ha dovuto vivere, però adesso è qui con noi. Questa sofferenza ha una fine, finalmente.
Arriviamo a casa e una volta sceso dalla macchina ritrova tutti i suoi amici li, nella scivola di casa nostra, che lo stavano aspettando con tanta emozione e entusiasmo.

Lui leggermente commosso, li saluta.
Fa la sua entrata trionfale come se fosse un supereroe della Marvel, ma forse, un pochino lo è stato davvero.
Aveva l'1% di salvarsi da un incidente del genere.
Il suo cuore ha retto la botta.
Dopo qualche battuta, entra in casa dato che ancora è debilitato e non vogliamo farlo sostare troppo fuori dato la temperatura oscillante di Marzo.
Salutiamo e ringraziamo tutti per essere venuti, e finalmente ci chiudiamo in casa, con lui.
La mamma lo guarda, e sa già cosa sta per fare.
"Ciccia fammi un caffè."

Questa era la cosa che decisamente ci era mancata di più.
Con un sorriso in volto, glielo prepara senza esitazione.
È giusto così, per un po' sarà coccolato da tutti.

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