7. Feathers

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⚠️Storia originale di tbhyourlame su Ao3 e heytherestilinski su Wattpad⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Piume
Capitolo Sette

La maniglia d'ottone sotto i polpastrelli di Dream è fredda al tatto e lascia delicatamente la sua mano mentre la porta si chiude. Le pareti della stanza degli ospiti si spostano ai margini della sua visione. Quando preme il dorso delle nocche contro la vernice, le increspature scintillanti si diffondono e rimbalzano da un angolo all'altro.

Inclina lentamente la testa per studiarla. Perché sono venuto qui, di nuovo?

"È più pulito di quanto mi aspettassi," dice una voce dall'altro lato della stanza.

Dream fa un passo alla cieca verso il suono e le sue dita dei piedi entrano in contatto con una valigia nera e scura che giace sul tappeto bianco.

"Beh, sì, non sono un cattivo ospitante," si ritrova a rispondere, con le parole che gli cadono di bocca senza intenzione.

Si sente una risata familiare e gentile. "Sarò io a giudicare."

Dream alza lo sguardo. "Andiamo, George. Abbi più fiducia in me"

George si siede sul letto e si china per slacciarsi le scarpe. La stoffa del piumone sotto di lui è una trappola di stelle colorate e polvere di cielo viola.

"Hai passato l'aspirapolvere prima che arrivassi?" Chiede George.

Le labbra di Dream si schiudono per rispondere, ma improvvisamente si trova ad afferrare il vuoto in un vuoto oscuro dove i ricordi gli sfuggono. Il tempo si piega assente dietro le sue palpebre.

Fissa George. "Quando sei arrivato qui?"

"Hm?" George si sfila le scarpe da ginnastica. "Sono arrivato in aereo prima."

Dream scavalca con cautela la valigia, avvicinandosi. "Davvero?"

George lo scruta. I suoi capelli sono puliti e scuri, con setole sottili così morbide che Dream si chiede se al suo tocco sembrino piume. Le maniche lunghe, spinte fino agli avambracci, mettono in mostra i polsi pallidi. In grembo, in leggero equilibrio sulla coscia, c'è un coltello da caccia intrecciato con cuoio e ferro.

"Non l'hai fatto," si risponde Dream a bassa voce. Si siede accanto a George e guarda il coltello che viene gettato a terra. "Questo... non è reale, vero?"

George si muove ancora per un momento e si volta verso Dream con esitazione.

"Lo è se vuoi che lo sia," dice George a bassa voce.

Dream distoglie lo sguardo e osserva con attenzione il muro che si liquida sottilmente davanti a loro. Non è sicuro di cosa gli paralizzi gli arti—il divario tra i due seduti sul letto, il battito cardiaco che si inclina, o il fatto che riesca a malapena a guardare gli occhi di George senza crollare.

"Non credo che funzioni così," borbotta Dream.

"Cosa vuoi dire?"

Un sorriso ironico si fa strada sul suo volto. "In passato ho desiderato molte cose che non sono reali."

George appoggia una mano sulla spalla di Dream in modo confortante. "E adesso?"

Il tocco fa trapelare calore attraverso la maglietta, diffondendosi sulla sua pelle. "Oh, non ho mai desiderato qualcosa come te."

"Qualcosa come me, huh?" George dice, e Dream sa dall'inflessione della sua voce che sta sorridendo.

"Sì, sei compiaciuto," lo stuzzica leggermente, allungando una mano per stringere le dita di George. "E subdolo."

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