11. Negotiations

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⚠️Storia originale di tbhyourlame su Ao3 e heytherestilinski su Wattpad⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Negoziazioni
Capitolo Undici

"Questo non è un 'no', Dream," continua George, "è un 'non ancora'."

Il cuore di Dream scorre con sangue costante tra i canyon del suo petto, il suo stomaco inquieto, le sue mani contorte e le sue ginocchia che si piegano. Seduto sul tappeto della sua stanza silenziosa, può vedere la polvere che fluttua nella luce sopra di lui, vortica sulla sua scrivania malconcia e si deposita sotto la struttura del letto.

Non ancora. Dream non ha mai sentito due parole che lo abbiano riscaldato con una speranza così agrodolce come non ancora.

"Che cos'è questo per te?" Chiede a George. "Non voglio sbagliare."

"Onestamente," dice George, "non ne sono molto sicuro."

Amaro, pensa Dream.

"So solo che non voglio che tutto questo finisca," aggiunge George a bassa voce.

dolce. Certo che si era affannato ossessivamente per un tale enigma.

"E sei sicuro di non volerci... provare?" Dream lo incalza con delicatezza, un ultimo sforzo di desiderio accuratamente riposto.

"Non posso," dice George. "Non ora."

Dream non riesce a immaginare cosa significherebbe provarci, con la loro amicizia mercuriale e la sua preoccupante dipendenza. Fa quasi più male sapere di poter avere George e non poterlo avere. Fa più male della confusione e dello smarrimento delle settimane precedenti.

La tensione che graverebbe sulla loro amicizia se la riempissero di affetto a distanza e di struggimenti senza fine farebbe precipitare Dream nel nono girone dell'inferno.

Frammenti dimenticati dei suoi appunti affiorano dal terreno della sua mente e risalgono con ricordi confusi. Era seduto sul pavimento della cucina, sbattendo le palpebre in preda a un torpore insonne. I suoi pollici si arrampicavano sulle chiavi di George. Il telefono fisso giaceva sul bancone, spinto via dal gancio in una preghiera di silenzio.

Sapnap continua a cercare di aiutarmi, aveva scritto, con il petto pesante, ma tu mi conosci, tu mi conosci, ti prego, aiutami a conoscere anche me.

Le sue parole si confondono con le piastrelle fredde, i movimenti assonnati e il latte in cartone. Voglio conoscermi. Non credo di conoscermi.

Il telefono scivola dalla mano, le ultime lettere risuonano in un tintinnio contro il suolo, cadono nel nero e nelle spiagge.

Come fai a conoscermi?

Quando riemerge ora, a distanza di giorni, si aggiusta delicatamente le cuffie che gli accolgono le orecchie, mentre il silenzio della loro telefonata lo porta su un terreno estraneo.

"Passerò l'eternità a ripensare a ciò che sto per dire," si chiede lentamente Dream, con gli occhi che scrutano senza meta i pannelli di schiuma sulle pareti. "Ma... non credo nemmeno io di poterci provare."

Sto solo iniziando, pensa, a conoscermi davvero.

"Questo," dice George con un leggero stupore, "non è affatto quello che mi aspettavo."

"Sì, io... è chiaro che ho delle cose da affrontare," continua Dream.

Pensa alla costruzione di piramidi bianche nella sabbia con suo padre, da bambino.

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