Capitolo 8

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Nelle due settimane successive a quel giorno, cercavo di evitare sia Steve che Eddie, appena uno dei due si avvicinava io mi inventavo una scusa per scappare il prima possibile.

Con Eddie era molto più difficile perché abitavamo insieme, quindi scappavo da Robin, che provava a farmi capire di smetterla che dovevo parlare con entrambi.

Sapevo che era vero ma cosa dovevo dire ? A Steve che avrei sempre provato qualcosa per lui, ma non avrebbe funzionato, perché al minimo dubbio potevo cadere in depressione, e avremmo vissuto una storia sempre sul filo del rasoio?

A Eddie, Eddie era diverso, c'era un filo che ci univa, non so bene come spiegarlo, ma io avevo il terrore di essere sostituita di nuovo, e questo mi paralizzava, e non mi faceva andare avanti.

Senti suonare la chitarra, mi affaccia alla porta e rimasi incantata, era bravissimo, sapevo che suonava ma non l'avevo mai sentito, oltre ad essere molto bravo, era davvero sexy, mentre muoveva le mani sulle corde e poi i capelli a ritmo, rimasi a bocca aperta.

"Non mi parli ma almeno ti piace la mia musica"

Oh allora si era accorto di me. "Scusa hai ragione vado"

" entra ragazzina" mi era mancato il modo in cui mi chiamava,
Mi fece cenno di sedermi vicino a lui.

"Vuoi provare? " risposi che non avevo mai provato a suonare prima. Si alzò in piedi e fece un inchino allargando le braccia

"Sei fortuna ad avere come maestro il miglior chitarrista della città"

Scoppiai a ridere, passammo tutto il pomeriggio insieme, lui cercava di insegnarmi qualcosa, era molto paziente con me, mi spiegava ogni accordo anche più volte se non capivo, mi disse di provare a cantare mentre suonavo, per aiutarmi con il tempo, non cantavo da 2 anni ormai, era una cosa che facevo con mio padre, ma la sua vicinanza mi tranquillizzava, quindi iniziai a cantare, lui rimase incantato.

"Sei bravissima , smetterai mai di sorprendermi?"

"Eddie è pronta la cena. A finalmente la principessa si degna di cenare con noi."

"Dai mamma non essere drammatica,
Robin aveva bisogno di me" mentii.

"Non mi interessa, almeno Eddie ti ha convinta a rimanere almeno oggi, vi aspetto giù, muovetevi."

"Vedi che bravo ragazzo che sono ? Tu invece sei proprio una figlia ingrata" scherzo

Presi un cuscino e lo lanciai adosso, mi guardò con gli occhi strabuzzati, prese il cuscino e iniziò una battaglia sul letto

"Basta Eddie ti prego" mentre mi coprivo il viso, e ridevo, si fermò di colpo e mi i trappolò sotto di lui.

"Mi sei mancata ragazzina"

Lo abbracciai, volevo sentirlo vicino a me, solo per un po'.
"Anche tu" confessai.

Ci chiamarono per scendere giù, la vena andò molto bene, sembravamo proprio una famiglia, mia madre era molto felice, e aveva instaurato un bel rapporto con Eddie, passammo tutta la cena a rivedere e scherzare tutto insieme, dopo la cena  mi chiese se mi andava di fumare una sigaretta insieme.

"Perché non hai più la band?"

Eravamo nella veranda, uno affianco all'altro

"Ci siamo allontanati, loro si sono diplomati con i giusti tempi, io be lo sai, con i problemi che ho avuto non ero proprio concentrato sulla scuola" inizio a togliere e mettere gli anelli dall'imbarazzato, pensai di aver fatto la solita domanda sbagliata, ma lui iniziò a parlare.

"sai devo ringraziare mio zio, che mi ha cresciuto dopo che l'orfanotrofio ha chiuso, non aveva nessun obbligo, neanche lui parlava con mio padre, io avevo 10 anni, e lui era l'unico parente che aveva risposto alla chiamata, mi dice sempre che non avrebbe mai detto di no ai miei occhioni spaesati." Mi sorrise dolcemente ricambia e accorciai un po le distanze fisiche, decisi di prendergli la mano, lui incrocio le dita con le mie, il mio stomaco reagì in modo automatico.

"Nonostante l'amore di mio zio, gli anni in collegio mi avevo segnato, io ero solo, non avevo nessuno, non ho mai avuto un abbraccio quando ero un bambino,
ero considerato quello strano, la gente mi stava lontana, non capivo perché , e iniziai a pensare che la colpa dell'abbandono di mio padre fosse la mia" mi strinse la mano "forse è per quello che ho difficoltà a dimostrare affetto, io, sono rotto dentro Cassie" abbasso lo sguardo, aveva gli occhi lucidi, non lo avrei mai ringraziato abbastanza per avermi fatto scoprire quel lato di lui.

Mi misi di fronte a lui e gli presi il viso tra le mani

"Edddie Munson, tu sei stato l'unico dopo la morte di mio padre a farmi provare di nuovo qualcosa, sei stato il mio interruttore emotivo, sei stato il mio risveglio, mi hai restituito le mie emozioni, tu non sei rotto Eddie, tu sei una forza della natura"

Non mi diede il tempo di finire il discorso, che mi bacio, in un modo in cui non ero stata mai baciata, era necessario, era come se le nostre sofferenze fossero tutte in quel bacio, ci divorammo l'uno con l'altro con solo la luce della luna ad illuminarci.

Welcome To My Life Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora