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capitolo due incontro con i vampiri
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Vivere nella Mikaelson Mansion non era poi così male come pensava inizialmente Raylynn.
La struttura del XIX secolo era enorme. C'erano così tante stanze che la giovane cacciatrice faceva fatica a non perdersi nei lunghi corridoi. A causa dei molti anni in cui la casa è rimasta intatta, la polvere si è attaccata a ogni angolo e fessura mentre l'aria viziata aleggiava sopra le assi del pavimento.
Raylynn era rimasta sorpresa di non aver finito per mangiare una quantità industriale di polvere nel sonno.
L'unica cosa buona che derivava dal vivere nella leggendaria famiglia era la solitudine.
Klaus aveva preso l'abitudine di lasciare entrambe, Hayley e Raylynn, sole per fare ciò che volevano. La cacciatrice era grata. Non voleva fare una scenata quando l'ibrido immortale avrebbe perso la pazienza. La donna poteva anche aver deciso che la sua carriera di uccidere attivamente vampiri e streghe si fermasse, ma poteva sempre tornare ai suoi vecchi modi.
Lo stile di vita iniziò quando Raylynn aveva appena undici anni. I suoi genitori l'avevano addestrata nell'azienda di famiglia per anni, prima che le loro vite finissero improvvisamente.
In un'umida notte d'estate nella metà meridionale degli Stati Uniti, i suoi genitori furono massacrati da un vampiro vendicativo e da una strega. La giovane ragazza si nascose in un piccolo armadio del corridoio, mentre i suoi genitori urlavano e maledicevano i nomi dei loro assassini attraverso le mura della loro casa.
Una fessura nella porta permise a Raylynn di guardare mentre il sangue e le schegge degli incantesimi della strega spargevano il pavimento e le pareti della piccola casa di famiglia.
Rimase nel nascondiglio prescelto, finché i due assassini non se ne andarono. Una volta che ci fu campo libero, la ragazza corse verso i corpi mutilati dei suoi genitori. Urlava, supplicava e piangeva perché si svegliassero, ma non lo fecero mai.
