1, trailer.

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365 giorni.


Apro gli occhi. Sono sul letto in camera mia; cavolo, mi sono addormentata mentre studiavo. Il mio solito, mi addormento sempre mentre studio.. Si, diciamo che non sono una studentessa modello, ci sto poco sui libri, anche se mi piacerebbe diventare una giornalista. Perché? Beh, perché la vita dei giornalisti non importa a nessuno, e così si passa inosservati. Si pensa più che i giornalisti sappiano la vita degli altri, ma mai nessuno si domanda chi siano davvero loro. Lo so, può sembrare un pensiero strano, mio fratello lo diceva sempre quando eravamo piccoli, mi chiamava 'quella strana', uhm, in realtà quasi tutto il quartiere mi chiamava così. Solo perché portavo le treccine colorate rosa e blu? O forse perché discutevo con i gatti. Oh, per non parlare di quella volta che mi arrampicai sull'albero per avvistare l'arrivo di unicorni o ippogrifi; andavo matta per quegli esseri. Comunque, non è per questo che ci siamo trasferiti a Bradford, in Inghilterra. I miei genitori sono persone d'affari, mio padre ha avuto una promozione ed ecco che siamo voltai fin qui, a capo di una fabbrica di Tè. Infatti sono sempre fuori per lavoro, è raro che pranziamo o ceniamo tutti insieme, ma non importa, oramai io e mio fratello ci siamo abituati. Ohw.. quanto mi manca l'America; per quanto poco ci sia vissuta. Siamo arrivati qui che avevo tre anni, praticamente sono cresciuta in Inghilterra, e devo dire che non mi dispiace molto, è comunque bel posto, ma, America è America.

<<Ehi strana, la cena è sul tavolo>>, eccolo mio fratello che entra in camera mia senza bussare, odio quando fa così. Non ho un buon rapporto con lui, o almeno non migliore di quando eravamo piccoli; ci parliamo poco, e quelle volte che capita o finiamo per prenderci a parole, o per "ricattarci". Si, sapete, tra fratelli così funziona; mai chiedere un favore, non lo farà mai, bisogna ricattarlo e io sono molto più brava di lui in questo gioco. Ricordo che una volta, in terza media, lo beccai fumare. Per guadagnarsi il mio silenzio dovette darmi dieci euro. A quei tempi mi sembrava oro. Non sono sempre stata così antipatica, ho alzato le armi da guerra proprio in quell'anno, quando mi presi una bella cotta per il suo migliore amico; cotta, se così si può chiamare. Ancora oggi, quando lo vedo nei corridoi della scuola, il cuore inizia a battermi più velocemente e mi sale l'ansia. Allora lui era in primo superiore, adesso io faccio il terzo e lui il quarto e mi è quasi impossibile non incrociarlo nei corridoi, anche se per lui sono invisibile.

Comunque, dicevo, due anni fa, in primo superiore, litigavo ogni giorno con mio fratello. Gli chiedevo se poteva farmi conoscere il suo amico, ma no, per carità. Si sa, tra maschi c'è questa stupida regola di non toccare le sorelle degli amici; che stupidi i ragazzi.

<<Arrivo>>

Sinceramente non ho molta fame, in questi giorni mangio molto meno del solito. Uhm, forse è il cambio stagione. Oggi è il tredici Maggio, anche se fa un po' freddo, in questo mese si dovrebbe già uscire a maniche corte o almeno l'anno scorso era così, adesso invece sto ancora con i giacchetti. Sarà che sono freddolosa? Dubito, non sono l'unica ad avere i brividi; a scuola litighiamo sempre per quella maledetta finestra che tutti vogliono aprire. Io dico di aprire per dieci minuti ogni ora, visto che la finestra sta proprio alla mia sinistra e rischio di prendermi qualcosa con questa arietta fresca, soprattutto d'inverno, ma no, loro la vogliono sempre spalancata ed ecco che perdiamo mezz'ora dell'ora a discutere. Ohw, amo la mia classe.


<<A che ora viene Zayn domani?>>

Fermi tutti. Ho capito bene?

<<Dopo la scuola viene direttamente qui>>

<<Posso sapere di cosa state parlando?>> intervengo io nella conversazione tra mi madre e mio fratello. Spero di aver capito male, non può venire Zayn qui.

Come un angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora