Capitolo 14: Azzurra

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// Senza parole - Vasco Rossi //



Ho guardato dentro una bugia
E ho capito che è una malattia
Che alla fine non si può guarire mai
E ho cercato di convincermi
Che tu non ce l'hai
E ho guardato dentro casa tua
E ho capito che era una follia
Avere pensato che fossi soltanto mia
E ho cercato di dimenticare
Di non guardare
Eh, e ho guardato la televisione
E mi è venuta come l'impressione
Che mi stessero rubando il tempo e che tu
Che tu mi rubi l'amore
Ma poi ho camminato tanto e fuori
C'era un gran rumore
Che non ho più pensato a tutte queste cose
E ho guardato dentro un'emozione
E c'ho visto dentro tanto amore
Che ho capito perché non si comanda al cuore
E va bene così
Senza parole
Senza parole
E, e va bene così
Senza parole
E va bene così
E guardando la televisione
Mi è venuta come l'impressione
Che mi stessero rubando il tempo e che tu
Che tu mi rubi l'amore
Ma poi ho camminato tanto e fuori
C'era un grande sole
Che non ho più pensato a tutte queste cose
Che va bene così
Senza parole
Che va bene così
Senza parole






Il tempo sembra trascorrere veloce.
A volte basta un battito di ciglia ed è già tutto finito.
Altre volte ancora sembra che le lancette si fermino lì, dispettose.

Con lei è il primo caso.
Un'ora vola. Un mese vola.
E senza che io me ne renda conto, siamo ormai a metà febbraio.
San Valentino è alle porte, ed io detesto questa stupida festa.
Rebecca afferma che ciò avviene perché l'ho sempre trascorso da sola.
E forse ha ragione...
Non uscivo neanche, per risparmiarmi la pena di guardare quelle coppie che cercavano in tutti i modi di mettere in risalto l'amore, come se si potesse davvero festeggiare in quel determinato giorno.
Come se si dovesse amare nell'arco di quelle ventiquattro ore, ed il giorno dopo tornare alla solita noiosa routine, cancellando tutto l'entusiasmo, amando di meno.

Perchè andare a cena se puoi farlo quando ti pare?
Perchè regalare una rosa, un profumo, un gioiello o qualche altra stupidaggine se esistono i compleanni, il Natale, o semplicemente un giorno qualsiasi?

Non so neanche come spiegarlo ad Ilaria, che da una settimana circa non fa altro che domandarmi cosa mi piacerebbe ricevere.

« Non lo so. Okay? Non voglio niente. » le avevo risposta irritata, quando per la quinta volta durante la giornata aveva tirato fuori l'argomento.

« Sei una tale antipatica. » aveva borbottato, fingendosi imbronciata.
Ma poi l'ho vista guardare una vetrina, forse studiando qualche capo d'abbigliamento che avrebbe potuto piacermi.
E avevo lasciato perdere.
Con lei è meglio cosi.

Ma poi io stessa, come la migliori delle contraddittorie, sono andata a comprarle i biglietti per il concerto di Gazzelle.
Ho persino fatto una sosta in edicola, per acquistare un sacchettino regalo blu oltreoceano.
Con fiocco annesso.

Lo so, sono talmente scontata.
E banale.
Me l'ha detto anche Rebecca, quando sono risalita in auto con tutta quella roba da compleanno tra le mani.

« Non eri tu quella che odiava i regali di San Valentino? » dice, arricciando il naso in una smorfia.

« Senti, ho dovuto, okay? Lei di sicuro lo farà per me. E non voglio trovarmi a mani vuote. »  sbotto irritata, cercando di allacciare la cintura.

« Ti viene difficile ammettere che lei ti piace troppo e che per una volta lasciarti andare non ti farà male? » mi apostrofa, svoltando in una via, decisamente troppo di botto, da farmi perdere un battito.

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