Fin dentro al cuore

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"Ma nun dovevi tornà domani?" chiese Manuel incredulo di vederlo lì ma con il cuore che gli esplodeva nel petto.

"Sì, ho anticipato la partenza. Tanto cambiava poco..." rispose Simone cercando di risultare tranquillo.

"Cambiava che te potevo venì a prendere" disse Manuel ma non c'era rimprovero nelle sue parole. Pensò solo che aveva già sprecato del tempo senza Simone da quando quest'ultimo aveva messo piede a Roma.

"Non ti preoccupare, piuttosto che ci fai qua?" chiese Simone sinceramente incuriosito ma anche con l'intento di sviare il discorso.

Manuel non sapeva cosa rispondere e come sempre improvvisò:

"So venuto a fa du chiacchiere con tu fratello e aggiornallo sur casino de casa Balestra-Ferro e company. Così se fa pure du risate".

Non aveva mentito, aveva solo omesso il fatto che Manuel era lì per parlare di Simone e dei suoi sentimenti per lui.

Udendo quelle parole, Simone percepì nuovamente una fitta al cuore e le lacrime reclamavano nuovamente di uscire. Il tutto peggiorò quando Manuel chiese:

"Tu piuttosto che ce fai qua? Vojo dì: torni da Milano senza dì niente a nessuno e er primo posto dove vieni e da tu fratello ar cimitero..."

Simone non rispose, abbassò lo sguardo e questo gesto non sfuggì a Manuel.

"Oh Simò, che è? Tutto bene?" chiese Manuel iniziando a preoccuparsi.

Simone continuò a non rispondere e una lacrima gli rigò il viso. Manuel, ormai preoccupatissimo per il silenzio di Simone, si alzò e si avvicinò al suo amico. Gli prese il mento con due dita e, alzando il volto dell'altro, vide che un paio di lacrime avevano bagnato il viso di quest'ultimo.

"Simo, ti prego. Me dici che è successo?" lo supplicò asciugandogli con il pollice una lacrima che stava scendendo.

"Mi sono dimenticato" sussurrò Simone evitando lo sguardo di Manuel.

"De che?" chiese Manuel apprensivo.

Fu in quel momento che Simone alzò gli occhi in direzione di Manuel e il grande constatò che il suo amico aveva trattenuto le lacrime per molto tempo. Lo percepì che Simone era sul punto di scoppiare ma lui era disposto a prendersi ogni cosa che Simone avrebbe voluto buttare fuori. Manuel per lui avrebbe fatto tutto.

"Di Jacopo" urlò Simone tra le lacrime.

"Mi sono dimenticato di fargli gli auguri per il compleanno, mi sono dimenticato di venirlo a trovare per l'anniversario della sua morte, non ho pensato a lui per mesi e anche in terapia non ne parlo più" disse Simone singhiozzando. Era un fiume in piena e le lacrime non le tratteneva più.

"Mi sono nuovamente scordato di lui e non è giusto. Lui mi sta sempre vicino e veglia su di me mentre io mi dimentico di lui"

Manuel strinse a sé Simone, lo abbracciò e lasciò che Simone piangesse e si sfogasse. Simone piangeva, Manuel cercava di tranquillizzarlo accarezzandogli la schiena e i riccioli ma nel petto di quest'ultimo si era formata una voragine incolmabile. Per Manuel, qualsiasi sofferenza di Simone era straziante: lo riportava alla notte dell'incidente, a tutte le volte che lui stesso aveva ferito il più piccolo ma anche ai primi tempi nei quali Simone aveva iniziato la terapia. Manuel aveva giurato a se stesso che avrebbe compiuto qualsiasi cosa in suo potere e non pur di proteggere Simone dal dolore, compreso chiudere in un cassetto nascosto del suo cuore i sentimenti per Simone ma soprattutto i dubbi su quest'ultimo. Simone, dal suo lato, tra le braccia di Manuel si sentiva protetto e libero di lasciarsi andare. Sapeva che Manuel non sarebbe andato via, almeno quella volta.

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