Cofano e paraurti

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Piccola premessa prima di lasciarvi leggere. Volevo ringraziarvi per i commenti allo scorso capitolo e farvi sapere che vi leggo e rido/piango con voi e sappiate che siete il motivo principale per il quale continuo a pubblicare. Buona lettura cuori 😏♥️

Erano passate circa 3 settimane da quella sera. Dante e Anita erano partiti per una vacanza a Napoli mentre Simone e Manuel avevano deciso di rimanere a Roma per potersi organizzare con gli amici e andare in vacanza tutti insieme.
In quel periodo, il rapporto tra Simone e Manuel non era cambiato ma lo spettro del non detto aleggiava su di loro: uscivano insieme anche con gli amici, ridevano e scherzavano, Simone spesso passa del tempo in garage da Manuel e Manuel passava molto tempo a casa Balestra ma non avevano più dormito insieme. Ad appesantire il clima c'era il fatto che Simone si frequentava con Davide di nascosto da Manuel e si sentiva in colpa per questo: non che a Manuel dovesse importargli qualcosa dato che lo considerava suo amico e si frequentava con Costanza, o almeno questo era quello che Simone pensava dato che ogni tanto Manuel spariva per ore e non dava mai una spiegazione. Ciò che non sapeva era che quando Manuel spariva non andava da Costanza, bensì al cimitero da Jacopo.

Era andato lì anche un paio di giorni dopo quella famosa sera e gli aveva raccontato quello che era successo.

"Já ho fallito su tutta la linea. Per Simone semo solo amici" aveva detto sconsolato.

"Me devo rassegnà ar fatto che Simone è annato avanti e devo farlo pure io" continuò.

"Ma una cosa te la prometto: pe tu fratello ce sarò sempre" pronunciò deciso.

Le giornate passavano tranquille per Manuel: il lavoro in garage lo distraeva da Simone e anche quando quest'ultimo era presente, il clima che c'era non era mai teso.
Quel giorno però era in garage da solo e stava ascoltando la musica mentre dava una sistemata quando venne interrotto da dei colpi sulla porta del garage.
"È permesso?" chiese una voce che Manuel inizialmente non riconobbe.
Manuel si avvicinò all'ingresso e quando vide che era Davide, venne invaso da una sensazione di sdegno.
"Davide, che ce fai qua?" chiese in tono secco.
"Sei un meccanico, a detta di Simone il migliore e io ho problemi con la macchina" spiegò saccente Davide.

Sei un meccanico, a detta di Simone il migliore.

Queste parole suonarono come musica per Manuel e un sorriso ebete comparve sul suo volto. Sorriso che venne spento quando intercettò il volto interrogativo di Davide.
"Che problemi c'ha la macchina?" chiese Manuel portando tutta la sua attenzione sul veicolo.
"Oggi mentre uscivo da un appuntamento un cretino mi ha tamponato e il paraurti è mezzo distrutto" spiegò spazientito Davide.
"Ho notato" confermò Manuel guardando la botta.
"La puoi riparare?" chiese supplichevole il biondo.
"Ce posso provà ma me devi dà quarche giorno perchè devo rimedià i pezzi"
"Te la posso lasciare se vuoi, stasera ho un appuntamento con Simone ma posso andare con la macchina di mio padre" disse Davide più a se stesso che all'altro.
Nell'apprendere che Simone e Davide si frequentavano, Manuel si sentì morire: Simone usciva con Davide e la cosa peggiore era che non si era premurato di avvertirlo. Per Simone, Manuel era un semplice amico e non era degno di sapere le cose che gli capitavano nella vita. Talmente assorto nei suoi pensieri che manco sentì ciò che Davide gli disse. Fu lo schiocco delle dita di quest'ultimo davanti agli occhi a riportarlo alla realtà.
"Siamo d'accordo?" chiese Davide.
"D'accordo su cosa?" chiese Manuel confuso.
"Che se la macchina è pronta mi chiami tu altrimenti ci sentiamo la prossima settimana. Il mio numero lo trovi sul cruscotto della macchina" ripeté Davide.
"Va bene" rispose Manuel ancora confuso da quanto appreso.
Davide si congedò e una volta rimasto solo Manuel si torturò con il pensiero di Simone e Davide che facevano le cose che di solito facevano Manuel e Simone.

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