Il sole era già alto quando Simone si svegliò con l'odore del caffè e di qualcosa cotto in forno. Ci mise qualche attimo a realizzare che si trovava a casa di Manuel e temette di essere rimasto in quella casa da solo, dato che il letto era vuoto ma gli odori e i rumori provenienti dalla cucina lo fecero ricredere e si tranquillizzò. Impiegò qualche minuto prima di alzarsi e raggiungere la cucina dove vide Manuel intento a tirare fuori dal forno delle merendine calde.
"Buongiorno Simo, dormito bene?" lo salutò Manuel con un sorriso.
"Buongiorno a te e sì, ho dormito molto bene" rispose Simone mentre si stirava.
I due si guardarono, si sorrisero e nella mente e nel cuore di entrambi emersero nuovamente i momenti trascorsi la notte precedente: le carezze, le mani intrecciate e le parole sussurrate delle quali l'altro era ignaro.
Quando i loro occhi si staccarono, entrambi si sedettero uno davanti all'altro per fare colazione e a Manuel scappò una risata nel vedere Simone con addosso un suo pigiama che gli stava decisamente troppo piccolo.
"Perché ridi?" chiese Simone perplesso.
"No nulla, è che quel pigiama te sta un tantino piccolo..." rispose Manuel soffocando una risata.
"Eh scusame se la tua roba mi sta piccola..." controbatté Simone in maniera esasperata per poi aggiungere con un tono più incuriosito:
"A proposito di vestiti... come mai sul fondo del tuo armadio ci sono diverse maglie mie?"
A Manuel rischiò di andare di traverso il caffè dopo quella affermazione ma cercò di dissimulare rispondendo in maniera vaga.
"Ah sì? Boh me sarò dimenticato di ridarteli"
Non era del tutto vero. Inizialmente se ne era davvero dimenticato di quelle maglie ma un giorno le aveva trovate e aveva deciso di tenerle perché era un modo per sentire Simone vicino a lui. Era anche capitato che qualche sera avesse pure dormito abbracciato a una di quelle, soprattutto quando era parecchio giù di morale.
"Allora me le riprendo" disse Simone, riportando Manuel alla realtà.
"Eh ma se stanno sul fondo dell'armadio vor dì che so da lavare... Te li riporto quando so puliti" mentì Manuel ma Simone non se ne accorse, o non volle accorgersene per evitare di farsi film mentali. Manuel aveva già lavato quelle maglie con lo stesso detersivo che aveva scoperto usare nonna Virginia. In particolar modo aveva lavato quella maglia a strisce blu e rosse che aveva indossato dopo essere stato pestato da Sbarra per andare a casa di Alice dove avevano consumato. Manuel non sopportava che su quella maglia l'odore di Simone fosse stato sostituito da quello di Alice.
"Ah ok... comunque anche la maglia che indossi è mia, me l'ha regalata papà per qualche festività" constatò Simone e per la seconda volta la voce di Simone destò Manuel dai suoi pensieri.
"E te ridò pure questa.. mo facciamo colazione? Anche perché dobbiamo passá in stazione a prenne la valigia e andare da tu padre" tagliò corto Manuel e Simone annuì.
I due finirono colazione in silenzio, si vestirono e in poco tempo furono fuori di casa in sella alla moto di Manuel direzione stazione.
Arrivati in stazione si diressero al deposito bagagli, recuperarono le valigie di Simone e si diressero verso il parcheggio delle moto direzione casa Balestra ma mentre uscivano dalla stazione una voce richiamò la loro attenzione.
"Simone, Manuel". Entrambi si girarono e videro Dante e Anita vicini alla loro macchina che si sbracciavano per salutarli e attirare la loro attenzione. I due ragazzi si guardarono sorpresi per poi raggiungere i rispettivi genitori. Simone venne stretto in un abbraccio prima da sua padre e poi da Anita mentre Manuel osservava la scena divertito.
STAI LEGGENDO
In bilico
FanfictionE se il confine tra amore e amicizia fosse un filo sottile sopra il quale Simone e Manuel, con il tempo, hanno imparato a camminare? Perché finalmente nel loro rapporto c'è equilibrio e sono andati avanti ma nessuno dei due è un funambolo esperto e...