Capitolo 2

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Devo ammettere che non immaginavo che la personalità di un metallaro incasinato potesse coesistere con quella di un gentiluomo, quindi mi si attorcigliò lo stomaco quando corse avanti per aprirmi la portiera, indicando di accomodarmi sul sedile anteriore con la mano. Mi scappò una risatina. Non ho mai gradito la galanteria degli uomini, l'ho sempre percepita sempre come un viscido tentativo di ottenere qualcosa di più a fine serata. "Giuro di essere ancora in grado di aprire la portiera da sola, ma grazie lo stesso" dissi in tono provocatorio. "Permettimi di corteggiarti come si deve" rispose lui serio, sottovoce, vicino al mio orecchio. Quella frase, associata alla sua improvvisa vicinanza, mi fece tremare le gambe. Ero stata invitata ad un appuntamento e non lo avevo considerato fino a quel momento. In più, ero vestita come se fossi scesa di corsa per andare al supermercato in orario di chiusura. Anni ed anni a lavorare sulla mia integrità e solidità, per vederle andare volutamente in frantumi davanti a quel ragazzetto smorfioso. Mi fece l'occhiolino e andò al suo posto. Fu allora che mi decisi a prendere il cellulare per mandare un messaggio a Barbara. "Sto uscendo con Eddie. La prossima volta che decidi di divulgare il mio nome ed il mio indirizzo almeno mettimi al corrente. Ti voglio bene anche se sei una stronza. Se non ti scrivo entro le 23 chiama gli sbirri"

"Girl, you really got me goin'
You got me so I don't know what I'm doin'
Yeah, you really got me now
You got me so I can't sleep at night"

Le note dei The Kinks risuonavano nell'abitacolo. Ad Eddie non piaceva solo il metal. Meglio così, perché io non avevo una vasta cultura musicale metal, ero stata cresciuta più che altro a pane e rock. Rock anni '60,'70,'80. Poi, durante il liceo avevo proseguito su questa linea, avvicinandomi anche al contemporaneo rock anni '90. Probabilmente il mio genere preferito era il Gypsy Punk, assieme al punk rock e all'indie rock. "Ascolti buona musica, Lena. Ho notato la tua Tshirt". Il mio nome, pronunciato da quelle labbra, da quella voce profonda, con quel tono di approvazione, mi aveva fatto uno strano effetto. "Grazie, sì... abituarmi al rock è stata probabilmente l'unica cosa buona che ha fatto mio padre". Potevo sentire lo sguardo imbarazzato di Eddie sulla mia spalla, così decisi di sdrammatizzare con una risata. E lui rise insieme a me. "Sei una di quelle persone che usa l'ironia per esorcizzare il dolore, eh? Pensavo di essere l'unico al mondo, pericolo scampato!". Mi misi a ridere. Non tutti tolleravano il mio humor, che adorabile sorpresa. Il sorriso mi rimase stampato in faccia durante tutto il viaggio, disturbato solo dal vento che, prepotente, mi scompigliava i capelli.

Arrivati a scuola, entrò nel parcheggio ad una velocità decisamente pericolosa e tirò il freno a mano. Si precipitò al mio sportello per aprirlo e mi tese la mano: "Lena, tu non sei pronta per quello che succederà stasera!!!" era fin troppo gasato, ma sembrava essere così genuinamente felice. La sua energia era contagiosa. Cacciai la sua mano con uno schiaffetto gentile e mi fiondai fuori dall'auto. Lui ricambiò con una simpatica smorfia di stupore.

Ci ritrovammo nel corridoio semibuio della Hawkins High School, in palestra si stava tenendo la finale del torneo scolastico di Basket, ma i rumori della tifoseria erano fortunatamente ovattati dalla distanza. "Non dirmi che vai ancora a scuola, Munson". Dopo il nostro primo incontro, quel pomeriggio avevo sfoderato le mie skills da investigatrice e mi ero fiondata sui social a cercarlo. I suoi profili erano tutti spogli, le uniche informazioni che avevo trovato erano quelle che avevo già. Un ragazzo poco raccomandabile e poco attivo sui social; amante della musica, dei concerti e degli atti vandalici, che comprendevano cose come "pisciare sui muri delle Istituzioni" e il Graffitismo osceno. L'unica informazione personale che ero riuscita a ricavare dalle mie ricerche era il suo cognome. Edward Munson, per gli amici, ma anche per i nemici, Eddie. "Mi sono diplomato un anno fa, contro le aspettative di tutti, persino le mie. Ma ho uno speciale lasciapassare per l'aula B, ora te lo faccio vedere". Con un gesto esageratamente plateale, spalancò le due porte dell'aula, e, con mia grande sorpresa, altre sei testoline si girarono a guardarci. "Lena, ti presento i membri ufficiali dell'Hellfire club, più un membro provvisorio! Qui si gioca a Doungeons and Dragons, come puoi vedere tu stessa, il miglior gioco di ruolo mai creato da menti umane, che infiamma gli animi dei suoi giocatori da decenni!" disse con trasporto quello strambo pseudo adulto mentre trotterellava tra i suoi "adepti", carezzando le teste di un paio di loro. Riconobbi il volto di Mike, il fratello di Nancy di cui mi aveva parlato la mia amica Barbara, e lo salutai con un cenno. "Stasera" riprese il Dungeon Master, con tono solenne: "Avrai l'onore di assistere alla finale della mia campagna". "Ragazzi, preparate una postazione per la Principessa". Tra me e me pensai che, per quanto fuori luogo e smielato fosse, l'appellativo di Principessa, in quella sede, non mi stesse affatto male. Mi fece ridere, ancora una volta.

Mentre due dei ragazzi più grandi sfilavano una sedia dalla pila in fondo alla camera, Eddie si sedette su quello che sembrava un vero e proprio trono, davanti ad un tabellone, sorridendo compiaciuto. I miei occhi si fissarono su quell'espressione stranamente... sexy. Scossi la testa, cercando di liberarmi da pensieri poco pertinenti alla serata che mi si era appena presentata davanti. Ripetei a me stessa "è solo un ragazzo conosciuto per caso. È una serata in compagnia. Questo NON è un appuntamento, cerca di non perderti nei tuoi soliti scenari immaginari".

Ma ormai i pensieri e le emozioni si stavano già mescolando in un primordiale e prematuro sentimento d'amore.

-Spazio Autrice- Lo so. Lo so che avreste preferito una ff ambientata negli '80, ma non voglio commettere errori storico-temporali, e poi ce ne sono tantissime così, dai. Egoisticamente, volevo regalare ai miei pg l'emozione da me ampiamente provata di sentirsi "fuori luogo" nella propria epoca. Non ve lo consiglio. Che ne pensate dei capitoli? Sono troppo brevi? Sono troppo lenti? So che sarete così educati da segnalarmi qualsiasi errore di grammatica, sintassi o battitura <3 Se siete arrivati fin qui, grazie. Se siete arrivati fin qui e non vi è piaciuta, vi capisco. In ogni caso, ho altri 3 capitoli già scritti da pubblicare, ma vorrei prima capire l'andamento delle recensioni, che non so nemmeno dove si trovano dato che non ho mai utilizzato Wattpad. Dite che dovrei continuare? 

𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora