Mi svegliò il gorgoglìo della caffettiera. Pensavo di essere l'unica a preparare il caffè all'italiana, lo riconobbi dall'intenso odore che si era impadronito delle mie narici. Mi guardai attorno: avevo addosso una coperta di cotone leggera, e il mobilio della camera non sembrava così antico come mi era parso la sera prima, illuminato dalla fioca luce di una lampada da scrivania. "Buongiorno dormigliona" mi si rivolse Eddie con un sorriso smagliante, porgendomi una tazzina "Ti eri addormentata sul pavimento, perciò ti ho spostata sul divano, spero tu abbia dormito bene". Sinceramente, ero talmente fatta che avrei dormito bene anche sulla punta di un freddo dirupo, circondata dai coyote. Ma mi limitai a sorridere e sorseggiare il mio caffè. "Eddie, riguardo ieri sera.." Lui mi interruppe con un cenno "Aspetta. Ascolta la mia proposta: non dovrai fare altro che passare del tempo con me. Una settimana, concedimi una sola settimana. Poi potrai scegliere se andare via o restare". Avevo davvero voglia di conoscerlo, quindi non pensai molto prima di accettare quello strambo accordo.
"Allora? L'avete fatto??" Dall'altro capo del telefono c'era un'eccitatissima Barbara, che non si sprecò di certo a parole prima di arrivare al dunque. "No, Barb. Ti pare? L'ho conosciuto solo ieri... In compenso ci rivedremo stasera, mi ha dato appuntamento sotto casa per cena" un gridolino mi costrinse ad allontanare il cellulare dall'orecchio "Non vedo l'ora di sapere come andrà a finire tra voi due, ora però devo andare, ho clienti in cassa, tu tienimi aggiornata e non rovinare tutto come fai di solito!". Barbara aveva ragione, le mie esperienze passate erano finite spesso per colpa mia. Per quanto potesse piacermi la routine, l'idea di una vita intera insieme a qualcuno e l'immagine delle cene passate in silenzio davanti alla tv, mi spaventavano terribilmente. Così, ho sempre cercato di farla finita al primo accenno di noia. In cuor mio speravo che Eddie si discostasse il più possibile dal genere di ragazzi che avevo frequentato e il suono del campanello me ne diede conferma.
"Ho portato un'erba talmente buona che il solo profumo ti farà squagliare il cervello" esordì il rumoroso ospite. Come potrei mai annoiarmi a fianco di una persona così imprevedibile? "Eddie, non sono neanche le sette di sera, cosa ci fai a casa mia?" risposi divertita. Lui poggiò la busta della spesa sul tavolo e mi guardò dritto negli occhi: "Non ho smesso di pensarti neanche un attimo oggi. Sei letteralmente la mia ossessione, non potevo passare altro tempo lontano da te". Mi stava prendendo in giro, il suo tono sarcastico smontava il significato mellifluo della frase.
Preparammo la cena ascoltando la musica, o meglio, io lo guardavo muoversi agilmente tra gli scaffali e le mensole della mia cucina, come se volesse rivendicare la proprietà di quegli spazi, ed era una visione a dir poco trascendente. Provavo ad aiutarlo, ma alla fine mi rispediva sempre su una sedia, dopo avermi rabboccato il bicchiere di vino. "Adesso ho bisogno del tuo aiuto, piccolina" si rivolse a me con un ghigno "Chiudi gli occhi e apri la bocca". Eseguii il suo ordine alla lettera e mi ritrovai ad assaporare un liquido caldo e profumato di basilico, mentre lui mi guardava soddisfatto, in attesa del responso. "È buonissimo Eddie, dove hai imparato a cucinare così?" gli sfilai il cucchiaio dalle mani per andare a rubarne altro dalla pentola. "I miei nonni avevano origini italiane, ho sempre amato gli odori e i sapori della mia infanzia, cerco di tenere vivi i ricordi a cui sono legato" rispose malinconico. Avrei voluto fargli una carezza, una carezza sulla guancia, a quel triste ragazzino che aveva invaso i miei spazi vitali e li aveva arredati per bene con la sua personalità sgargiante.
Mi limitai a restituirgli il cucchiaio, con gli occhi pieni di affetto, e come se i nostri pensieri comunicassero tra loro, lui ricambiò il mio gesto con una carezza. E mi guardò negli occhi, spostando lentamente il pollice dalla mia guancia alle mie labbra. Il suo pomo d'Adamo si mosse come in una sensuale danza, le labbra umide si schiusero leggere, seguite dalla lingua che gli percorse il labbro inferiore da parte a parte. Tra le mie gambe sentii pulsare il desiderio. Ero in estasi. Avrei voluto che il tempo si fermasse per sempre, per imprimere bene nei ricordi quella sensazione di calore e voglia che mi pervadeva il viso. Spostai lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Vidi accorciarsi la distanza tra i nostri volti, finché non chiusi gli occhi, in attesa del bacio più bello che avrei mai ricevuto. E fu davvero il più bello. Le sue dita mi abbracciarono il viso, le mie mani si fermarono ad esplorargli i fianchi, mentre le lingue si univano delicatamente in una danza sensuale. Poi mi prese in braccio e, senza mai staccare le sue labbra dalle mie, mi appoggiò seduta sul tavolo della cucina. Avvicinai i miei fianchi ai suoi, per poterlo finalmente sentire su di me, serrando le gambe dietro le sue, e lui, di risposta, iniziò a premere sempre più intensamente. Mi levò la maglia con impaziente violenza. Si frugò nella tasca posteriore dei jeans e tirò fuori un preservativo. Poi mi guardò, prese tra i denti un lembo della confezione e lo strappò via, regalandomi un sorrisetto compiaciuto alla vista della mia evidente eccitazione. Mi scostò le mutandine e si leccò le labbra, affondando dentro di me. Quando lo sentii entrare urlai di piacere. Ogni fibra del mio corpo non faceva altro che vibrare di eccitazione mentre lui mi baciava il collo e il petto, lasciando tracce di saliva ovunque. Adoravo assecondare il suo ritmo sostenuto, sentire i suoi gemiti gutturali, affondare le unghie nella sua schiena. "Eddie, di più" fu l'unica cosa che riuscii a dire mentre i suoi fianchi obbedivano alla mia richiesta. Sempre più veloce e sempre più a fondo. Lo sentivo ansimare sul mio corpo e ringhiare dallo sforzo. "Voglio sentirti gridare" mi disse. Il piacere era così intenso che mi lasciai investire dall'orgasmo, e lui venne insieme a me, accasciandosi con la testa sul mio petto.
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𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚
Fanfiction"Non ho mai creduto nelle mie capacità, non so neanche se le ho, tutte queste grandi capacità". Lena ha solo ventun anni e non si sente mai soddisfatta. Il suo modo passivo di vivere, la porta ad un casuale incontro con un ragazzo eccentrico che sco...