Capitolo 5

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"Resta con me, stanotte" fu l'unica cosa che riuscii a dire tra le lacrime, che andavano a creare delle piccole pozzanghere sulla sua maglietta. Me ne stavo raggomitolata nel suo abbraccio, per me trasformatosi in un morbido nido in cui rifugiarmi; mi sentivo piccola, circondata da quei colossi che erano le mie paure e i miei pensieri intrusivi, mi puntavano il dito per deridermi. In quel frangente nessuno poteva salvarmi, nemmeno Eddie, con tutto il suo amore. Mi lasciai consolare dalle sue mani che non avevano mai smesso di accarezzarmi la testa, e dai suoi baci che asciugavano la mia tristezza. Ci addormentammo saturi di emozioni e pregni di vino, ma con l'animo un po' più leggero.

Squillò il telefono.

Mi alzai di scatto, lanciando una mano sul tavolino lì affianco.

"Ma si può sapere che fine hai fatto? È da ieri sera che non rispondi ai messaggi, mi hai fatto preoccupare da morire" Tuonò la voce di Barbara. Aprii un occhio solo, per controllare l'orologio. Le nove. Cazzo, cazzo, cazzo. "Non ti ho vista arrivare quindi ti ho chiamato a casa ma hai lasciato il telefono aperto, stai bene?" proseguiva la mia adorabile titolare. "Cazzo scusami Barb, non ho sentito la sveglia, sto bene. Arrivo subito e ti spiego tutto, perdonami!" le attaccai il telefono in faccia e iniziai a girovagare per la camera in cerca dei miei vestiti. Mentre mi infilavo i pantaloni saltellandoci dentro, una voce profonda mi fece salire il cuore in gola: "Sgattaioli via come una ladra mentre dormo?" disse quel demonietto stiracchiandosi, e proseguì a portarsi il dorso della mano sulla fronte, mimando un gesto di drammatico dolore "Sei come tutte le altre", e prese a ridere. Ringraziai il cielo per averlo accanto a me a rallegrarmi le giornate.

"Non fare lo stupido, sono le nove e sono in ritardo, per colpa tua! Mi hai riempito talmente tanto di vino che ho la testa che mi scoppia e ho dormito così profondamente da non aver sentito la sveglia! Mi sento uno schifo puro"

"Eppure stanotte sembravi stare benissimo sopra di me, ricordi?" Quella frase mi fece arrossire dall'imbarazzo, gli lanciai un cuscino in faccia. Lui si alzò dal divano e non potei fare a meno di posare per un attimo gli occhi sulla sua erezione. Mi scappò una risatina e corsi via. Mi faceva sentire un'adolescente in preda agli ormoni. "Devo andare". Cercai di non guardarlo negli occhi per non rimanere pietrificata come davanti a Medusa, mentre continuavo a radunare le mie cose in borsa. Mi arrivò una decisa pacca sul sedere. "Buona giornata, piccola". Sorrisi chiudendomi la porta alla spalle.

Al negozio c'era il pienone, come ogni Lunedì, quando giovani e anziani passeggiano su e giù per mercati e negozietti, rifornendosi per l'inizio di una nuova settimana. Noi rivendevamo articoli di ogni tipo: dall'abbigliamento all'oggettistica e arredamento vintage, passando per dischi, vinili e vecchi aggeggi elettronici ancora funzionanti; e il Lunedì c'era da fare l'inventario. Nuova merce da catalogare e vecchia merce venduta da eliminare dagli archivi. Trovai Barbara intenta a trasportare una serie di scatoloni impilati, che la coprivano fin sopra la testa. "Proprio oggi dovevi mancare la sveglia? Barb sarà incazzata come una iena." Mi sgridai nella mente.

"Finalmente ce l'hai fatta! Aiutami con questi" Barbara mi passò alcuni scatoloni.

"Scusa ancora, Barb, non capiterà più..." camminavamo insieme alla cieca per trovare un posto dove accatastarli.

"Su raccontami, che cosa hai combinato nel weekend??? Sei stata con Eddie, vero? LO SAPEVO, lo sapevo, sento l'odore del sesso fin qui e poi guarda la tua faccia" Abbandonò gli scatoloni per terra e mi prese le spalle, girandomi con veemenza verso un grande specchio da camera "Hai una faccia così serena che potresti tenere un concerto reggae senza neanche intonare una nota, Lena. Ma che ti fa questo tipo?" La mia testa fece capolino dalla pila di scatoloni per guardarsi riflessa nello specchio. Sembravo carina.

"Barbara, lui è... il miglior sesso della mia vita". Scoppiammo a ridere e tutti si voltarono verso di noi per un momento. Ci guardammo con aria colpevole e poi ci unimmo in un abbraccio divertito. "Qualsiasi cosa ti propini questo Eddie, ne prendo volentieri una tonnellata anch'io. Allora, dimmi, voglio sapere tutto."

𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora