La voglia di commettere una strage è sempre più bruciante, se non fosse che la maggior parte dei presenti si trova qui solo per ballare e divertirsi, a quest'ora avrei dato di matto.
Raiden ci attende nella stanza privata in fondo alla discoteca, dietro al palco su cui un dj sta suonando dell'orribile rumore assordante. Seduto comodamente su un divano, abbracciato a due ragazze visibilmente poco lucide e circondato da bestioni armati, Raiden ci osserva al di là di un paio di occhiali da sole.«Disarmate quello coi coltelli.» dice indicandomi, tra le dita stringe un sigaro da cui arriva un nauseabondo odore di vaniglia.
«Provateci.» sussurro, ma credo che tutti mi abbiano sentito. Testa alta e mento leggermente sporgente, osservo gli energumeni fermare la loro avanzata.
«Non fare lo spaccone Hargreeves, sei in casa mia adesso.»
«Anche l'ultima volta eravamo a casa tua, non è finita benissimo.»
«Già, per nessuno dei due.» Raiden sogghigna portando il sigaro alla bocca, ovvia allusione alla morte non solo dei suoi uomini ma anche di Valery.
Faccio uno scatto in avanti ma i bodyguards sono abbastanza forti da tenermi bloccato, riescono a disarmarmi e mai come in questo momento mi sono sentito vulnerabile.
«Va bene, abbiamo iniziato col piede sbagliato.» Klaus, che finora era rimasto in silenzio, si frappone tra me e il nostro nemico con passo leggero e tranquillo. «Un po' di galanteria, mandiamo via queste signorine nel caso in cui le cose dovessero degenerare.»
Raiden si prende qualche secondo per pensare, poi indica mio fratello. «Quando vuoi sai essere intelligente. Su, andate via.» le ragazze non se lo fanno ripetere due volte, una delle guardie del corpo le accompagna fuori in malo modo e le segue al di là della stanza. Meno uno. Bene, ma non benissimo.
Raiden si alza dal divano, il tempo passato in prigione sembra averlo rinvigorito anziché indebolito. Il fisico più allenato e muscoloso, gli occhi brucianti di rabbia repressa. «Immagino tu sia qui per farmi fuori.»
Senza i miei coltelli sono più debole, ma sicuramente più forte di tutti loro messi insieme. Sono stato addestrato fin da bambino per combattere contro gente come questa, l'invulnerabilità provata qualche secondo fa era dovuta alla distrazione e alla provocazione. Non devo distrarmi o sarà la fine per me e Klaus. «Non mi fai paura.» lo dico con una sicurezza tale che sorprende anche me.
«Lo so, tu non hai paura di niente.» ribatte beffardo soffiandomi del fumo in faccia. «Mi hai dipinto come un mostro ma io non sono cattivo. Sono qui per offrirti un lavoro: diventare la mia guardia del corpo personale. Quindicimila dollari al mese, tutte le donne che vuoi, un appartamento lussuoso. In sintesi: una vita da sogno, non buttarla via per una vendetta senza senso.»
Sul serio? Crede davvero che tutto si possa risolvere con soldi e lussuria? Il vuoto che ho dentro si colmerà in un solo modo. Sorrido amaramente divertito, gli energumeni devono avere capito le mie intenzioni poiché aumentano la stretta sulle braccia per tenermi fermo. «Vaffanculo.» rispondo scandendo lentamente sillaba per sillaba.
Il pugno che mi arriva allo zigomo mi fa vedere le stelle, è forte per essere uno che passa la vita sul divano a strafarsi.«Ehi, ehi, non c'è bisogno!» tuona Klaus venendo vicino a Raiden.
Ma al bastardo basta una spinta per allontanarlo. «Levati dalle palle, inutile!» sbraita estraendo una pistola da dietro la schiena come nei più classici film western. «Salutami la puttanella.»
Klaus alza le mani per difendersi, le scritte Hello e Goodbye sui palmi delle mani vibrano per un secondo, deglutisce visibilmente e prende un lungo respiro. Ma non ha paura, anzi. Sembra determinato più che mai. Quando apre la bocca, l'urlo che ne esce sconvolge e stordisce tutti.
Un grido acuto e sottile.
Il potere di una persona che fisicamente non c'è più.
Sei ancora qui.Ritrovo le forze per alzarmi, approfitto dello stordimento delle guardie per riprendere i coltelli. Questa volta non esiterò, non avrò i sensi di colpa per avere fatto la scelta giusta, anche se poco etica. Atterro i bodyguards senza infliggere ferite letali ma abbastanza gravi da immobilizzarli, piombo sopra Raiden e in primis gli restituisco il pugno in faccia. Il bastardo si divincola riuscendo a girarsi di lato, la pistola che è scivolata dalle mani ora si trova pericolosamente vicina alle sue dita.
Dita che vengono schiacciate da un paio di converse nere.
Klaus osserva Raiden dall'alto verso il basso. Il più esuberante, divertente e buffo dei fratelli Hargreeves ora emana un'aura di terrore tale da fare venire i brividi persino a me. «Non credo proprio.» la sua voce sembra diversa, più femminea, distorta ed etera, un ordine dall'aldilà. «Fallo, Diego.»
Non me lo faccio ripetere due volte.
Questo colpo è per te.
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The Unforgiven - The Umbrella Academy fanfiction [IN SCRITTURA]
FanfictionATTENZIONE, la fanfiction è strettamente legata ad un'altra storia ovvero "Klaus Trilogy" che trovate sul mio profilo. Se leggete questa storia senza aver letto la precedente vi risulterà senza senso. Proverò comunque ad essere più chiara possibile...