Capitolo 5

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«Si tratterrà per molto, signorino Diego?»

Pogo cammina accompagnato passo passo dal fidato bastone, cerco di stargli dietro anche se ho ancora i nervi come cavi d'acciaio e vorrei correre per scaricare la tensione.
Bella domanda, Pogo, non so nemmeno perché sono qui.
Nel non sentirmi rispondere, si ferma guardandomi negli occhi. Anche adesso che sono più alto di lui mi sento a disagio, come quando papà mi sgridava da piccolo, quando non ero all'altezza delle aspettative, quando borbottava quel Numero Due senza curarsi di quanto facesse male. Numero Due. Sempre e solo numero due. Il primo degli ultimi.

«Comunque troverà la sua stanza ben tenuta, vostra madre è convinta che prima o poi tornerete tutti a casa e vuole che troviate tutto come lo avete lasciato.»

Mamma.

Ecco perché sono qui, anche se il cuore era arrivato subito a questa conclusione, era il cervello a non volerlo capire.
E forse, proprio perché ha notato il mio pessimo stato d'animo, ecco perché Pogo mi ha condotto in cucina.

Grace è perfetta nel suo abito anni '60, la camicetta bianca a maniche lunghe, l'ampia gonna rosa tempestata di pois neri, stesso colore delle scarpe con tacco basso, capelli perfetti, sorriso raggiante.

«Diego!»

La abbraccio con forza trattenendo il respiro, non devo piangere, non sono più il bambino che consolava ogni sera o, peggio, quello a cui insegnava a combattere contro la balbuzie. [1]
Forse papà non sbagliava a considerarmi secondo a Luther.

«Ciao mamma.» sussurro piano sciogliendomi dall'abbraccio.

«Hai fame?»

Effettivamente non metto qualcosa sotto i denti da un po', annuisco e tutta contenta torna ad armeggiare davanti ai fornelli.

Mi siedo all'ampio tavolo in legno al centro della cucina, scaccio i ricordi dei miei fratelli e delle mie sorelle che corrono, schiamazzano e ridono. Mamma parla di papà, di come non sia in casa per i suoi soliti impegni e tiro un sospiro di sollievo, non avevo proprio voglia di vederlo.

«Intanto ecco un buon succo d'arancia, ti farà bene.»

Porto il bicchiere alle labbra.

Ma devo fermarmi all'istante perché sulla soglia della porta della cucina, subito dopo l'ultimo scalino che conduce al piano superiore, arriva qualcuno.
Mi ci scaglio contro dopo aver rovesciato il succo d'arancia sul tavolo.

Scusa mamma...


NOTE AUTRICE

1) Scena presente anche sulla prima stagione della serie tv Netflix "The Umbrella Academy". Grace aiuta un piccolo Diego a combattere contro la balbuzie facendogli ripetere una parola che deve "visualizzare nella mente". 
Questa scena a parer mio mostra quanto legame e quanto affetto ci sia tra i due. Così come, in altre scene, si nota l'importanza del personaggio di Grace con gli altri componenti della Academy.

Ho voluto ricreare un po' di questo legame, sentendosi ancora in colpa per la morte di Valery, Diego cerca consolazione nella madre nonostante sia diventato un uomo e non abiti più a casa Hargreeves. 

The Unforgiven - The Umbrella Academy fanfiction [IN SCRITTURA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora