Summer

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Chapter Seven

Passò almeno una settimana da quando vidi per l'ultima volta Finn

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Passò almeno una settimana da quando vidi per l'ultima volta Finn.

Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano tra i corridoio ma niente di più.

La scuola finì e io potei finalmente dedicarmi al passare le giornate a non fare assolutamente niente, anche se mi promisi che quella estate sarebbe stata diversa.

Durante quei giorni pensai molto a Finn.

Fu bello pensare al fatto che mi stessi finalmente facendo degli amici, nonostante il mio odio costante verso le persone.
Amici con cui parlare, confidarsi e fare tutte quelle scemenze da adolescenti.

«Quindi?» mi chiese Michael, interrompendo i miei pensieri.

Quel mattina decise di venire a casa mia perché nessuno dei due aveva qualcosa da fare.

«Cosa stavi dicendo? scusa non ti stavo ascoltando» dissi osservandolo.
«Cosa hai intenzione di fare per i tuoi diciotto anni?» richiese.
«Un cazzo» gli risposi.

Era vero. Non avevo mai pensato ai diciotto anni come un'avvenimento importante e non avevo neanche in mente di fare una festona incredibile.
Una serata tra amici mi andava anche bene.

Il silenzio si fece spazio nella stanza quando poi Michael parlò.
«Ti andrebbe di darmi una mano?» chiese.
«Per?»
«Per tingermi i capelli!» esclamò eccitato.

«Quante volte l'hai già fatto?» gli chiesi.
«Oh non lo so, credo di aver perso il conto» rispose, mentre ci dirigevamo verso casa sua.
«Non hai paura di diventare pelato?» gli feci.
«I pelati sono hot, quindi no»

Una delle cose che amavo di Michael era la sua decisione.
Quando iniziava a pensare ad una cosa poi la faceva senza pensarci due volte.

Arrivati a casa sua, che era enorme, si diresse verso il bagno dove si trovava tutto quello di cui avevamo bisogno.

«Di che colore vorresti farli?» chiesi.
«Non lo so in verità, stavo pensando di ritornare rosso, però anche il blu non sarebbe male» disse osservandosi allo specchio.
«Il rosso non ti starebbe male» proposi.
Lui si girò guardandomi sorridendo.

Avevo ragione. Il rosso non gli stava male, anzi.
Gli stava bene, molto bene.

Dopo il casino fatto, decisi di tornare a casa.

Appena entrata salutai mia madre.

Io e lei non avevamo proprio il rapporto madre figlia che tutti invidiavano, ma non mi lamentavo.

Decisi di scrivere a Finn, anche se le mille voci che giravano per la mia mente continuavano a dirmi che quella idea fosse sbagliata.

"Hey."

La sua risposta non tardò ad arrivare.

"Ciao Sarah, ti credevo morta."

In verità in quella settimana avevo provato a scrivergli, ma quando ricevevo delle risposte, puntualmente continuavo ad ignorarlo.

𝐒𝐄𝐄 𝐘𝐎𝐔 𝐒𝐎𝐎𝐍, finn wolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora