Dopo 2 giorni dallo strano incidente, io e Daniel proseguimmo per la nostra strada, passando attraverso il bosco nei pressi di Washington. Stavamo camminando da ore e il mio fratellino era esausto. Si fermò e io a tre passi di distanza mi fermai a mia volta e mi voltai a guardarlo.
<<No, non se ne parla. Non possiamo fermarci qui...dobbiamo andare avanti>> esito <<Dai piantala di lamentarti. Andiamo!>>
<<Ma...mi fanno male le gambe, queste scarpe fanno schifo e stiamo camminando da quattro giorni>> protesta piagnucolando.
<<Non è vero, sono solo due! Non iniziare>> Ero ancora sconvolto per ciò che era successo a papà, tanto da provocare le lacrime agli occhi. Mi voltai ad asciugarli prima che uscissero. Non volevo che Daniel mi vedesse piangere. Non gli avevo detto nemmeno cos'era successo e la cosa mi fece sentire in colpa. Glielo avrei detto solo quando mi fossi sentito pronto.
<<E la schiena mi fa male quando abbiamo dormito sotto quello stupido ponte>> continuò a lamentarsi.
<<Lo so, fa male anche a me!>> sbottai mentre cercavo di calmarmi e voltandomi di nuovo verso di lui <<C'ero anch'io, eh? Adesso piantala, però. Non ti sopporto quando fai così>> esito pensando a cosa dire <<Il campeggio è così. Non è come rimanere a casa o al calduccio nel tuo letto. Questa è un'avventura! Forza>> lo esortai a proseguire ma lui risoluto si mise a sedere.
<<Dov'è papà?>> mi chiese con sguardo abbattuto rivolto verso il basso.
<<Daniel...>> dissi avvicinandomi a lui lentamente <<Per favore...Dobbiamo andare>>
<<Perché non è venuto con noi, Sean? Non gli piace il campeggio?>> mi chiese alzando lo sguardo.
<<Sì...ma te l'ho già detto che...non poteva. Non farmelo ripetere di nuovo, ok?>>
<<Ok. Ma sono stanco di camminare. Voglio la mia cameretta>>
<<Lo so, lo so. Senti, almeno lunedì non dobbiamo andare a scuola, non sei contento?>> provai a dire <<Pensa. Rimarranno tutti a bocca aperta quando scopriranno...fin dove sei arrivato!>>
<<Davvero? Anche papà allora! Quanto abbiamo camminato? Tipo 100 chilometri?>> chiese sorridendo.
<<Forse anche 200, e li sento tutti>> lo convinsi tanto da aiutarlo a rialzarsi e a proseguire.
<<Però la prossima volta papà deve comprarmi delle scarpe più comode. Tipo le tue!>> mi sorrise <<Voglio essere un lupo! Auuuu! Possiamo fare i lupi?>>
Qualsiasi cosa pur di distrarlo. <<Ok, ci sto. Però devi...allenarti ad ululare! Facciamo una scommessa. Vediamo se riesci a camminare per tutta la giornata, senza lamentarti mai, ok?>>
<<Sì, ma neanche tu devi lamentarti>> ribatté lui.
Proseguimmo giocando a rincorrerci. Eravamo al limitare del bosco vicino ad una strada nella quale passavano poche auto e il sole era alto nel cielo.
<<Siamo arrivati?>> durante tutto il tragitto Daniel non faceva altro che chiederlo in continuazione.
<<Dai, piantala. Facciamo che non puoi più chiedermelo. Mai più. Giuro che sarai il primo a saperlo quando saremo arrivati, ok? Anch'io sono stanco>> risposi <<Senti. Perfetto possiamo accamparci qui. Scommetto che non siamo i primi che passano qui la notte>>
<<Mi da i brividi. Non c'è nessuno in giro. Non abbiamo visto neanche una macchina>>
<<Stanotte stiamo qui. Ti proteggerò io>> lo rassicurai. Controllai il cellulare. C'erano un sacco di messaggi e la batteria si stava esaurendo. Ho portato dietro anche l'album da disegno che mi aveva regalato papà per i 16 anni. Durante il tragitto, di nascosto, ho pescato un pezzo di articolo di giornale."SPARATORIA A SUD DI SEATTLE"
Un agente è stato trovato senza vita vicino al corpo di Felipe Diaz, 47 anni, apparentemente ucciso dallo stesso agente. L'unico testimone, un'adolescente, ha perso i sensi durante l'incidente e ora si trova in ospedale. Al fine di chiarire i dettagli del caso, i due figli di Diaz sono ricercati per interrogatorio...
Ad un tratto notammo un'auto abbandonata ,parcheggiata lontano dalla strada. Era malridotta e sul cruscotto c'era la barretta di cioccolata che a Daniel piaceva molto. Gli promisi che la prossima volta che ci saremmo fermati gliel'avrei comprata.
Subito dopo vedemmo un cartello con appiccicati una cartina della zona e alcuni volantini che avvertivano di possibili frane o aree bloccate, e come se non bastasse anche possibili attacchi da parte di orsi.Ci addentrammo nel bosco. Gli alberi, alti e pieni di foglie rosse, gialle e marroni, erano attorno a noi. <<Mi sa che il fiume è un po' più avanti>> dissi indicando la direzione di un altro cartello nei paraggi <<Diamo un'occhiata in giro>>
<<Chissà cosa starà facendo papà...dici che è preoccupato per noi?>>
<<Preoccupato? No. Sa che ce la possiamo cavare bene>> risposi più a me stesso che a lui.
"Area da picnic ed escursioni" recitava un poster affisso ad un cartello nelle vicinanze. <<Beh, scommetto che non viene più nessuno a fare picnic qui. Meglio così>> dissi.
<<Vietato accamparsi?>> lesse Daniel fissando anche lui il poster.
<<Non preoccuparti, qui non ci troverà nessuno>>
<<Vietato dare da mangiare...e dare fastidio agli animali? Che...che tipo di animali? Tipo orsi, o coyote, o...?>> chiese Daniel spaventandosi.
<<No, tipo...scoiattoli, conigli e altre bestioline>> dissi per calmarlo <<Se non li disturbi, loro ci lasceranno in pace>>. Non volevo agitarlo più di quanto già era.
Mi sedetti su un tronco poco distante, pensando dove proseguire, cercando di capire cosa fosse successo a casa, se ero in grado di prendermi cura di entrambi... Daniel ruppe il filo dei miei pensieri abbracciandomi da dietro e ammirando il panorama mentre sul suo volto spiccava un' espressione di gioia.
<<Da quand'è che ti piacciono così tanto i panorami?>> gli chiesi ridendo.
<<Perché? Non ho visto una cosa così! Mai e poi mai!>>
<<Sì, immagino>> dissi osservando a mia volta il panorama <<Mi ricordo quando papà...>> ma mi bloccai e non riuscii a proseguire il discorso.
<<Vorrei che papà fosse qui con noi>> disse Daniel dopo un po'.
<<Ah, grazie eh. Non sono già più abbastanza figo per te?>> gli chiesi con tono divertito dandogli un colpetto sulla spalla.
<<Sì che lo sei! E' che vorrei essere a casa con tutta la famiglia. A vedere un bel film con una pizza e il gelato>>
<<Dai, smettila. Ti ho già detto che dobbiamo continuare. Papà ci raggiungerà più tardi. Per ora siamo solo io e te, ok?>>
Ci incamminammo nuovamente alla ricerca di un riparo per la notte. In mezzo al sentiero incontrammo un procione, un nido su un albero e delle bacche nei cespugli.
Raggiungemmo una caverna vicino alle sponde di un grande lago. Decidemmo di accamparci lì.
<<Per prima cosa dovremmo accendere un falò>> mio padre me lo insegnò quando avevo dieci anni <<Tu dovresti costruire un bell'accampamento per tenere protetta la base, io nel frattempo vado a cercare della legna da ardere>> detto questo lo vidi allontanarsi. Estrassi la coperta dallo zaino e il pezzo di giornale, quest'ultimo lo inserii dentro il falò. Era meglio disfarsene prima che Daniel lo vedesse.
Andai alla cerca della legna nei dintorni poi raggiunsi la riva del lago e mi sedetti su una roccia. Un bel posto per disegnare. Una volta finito il disegno che ritraeva il lago, ci dirigemmo alla grotta per accendere il falò mentre fuori il cielo si scuriva.
<<Vorrei averne ancora>> disse Daniel non appena ebbe finito il pacchetto di patatine che avevamo portato da casa due giorni prima <<Ho voglia di un hotdog e un frappè, come quelli di ieri>>
<<Già, quel frappè era fantastico>> concordai <<Siamo stati fortunati a trovare un ristorante qui in mezzo al nulla>>
<<Guarda! C'è la luna piena! Auuuu>> disse indicando il cielo.
<<Non è ancora completamente piena, lupacchiotto>> replicai ridendo.
<<Ma i lupi mannari esistono davvero?>><<Siamo noi i lupi, fratellino>> gli risposi suscitando in lui uno sguardo divertito.
Da quel momento il lupo divenne il nostro spirito guida.
Restammo in silenzio per un po' <<Tutto ok, fratellino?>> chiesi guardandolo.
<<Sì, è bello sedersi>> esita <<Sean? Sei arrabbiato con me per quello che è successo con Brett? Non mi ricordo quasi nulla>><<Abbiamo fatto a botte>> gli risposi distogliendo lo sguardo.
<<Lo hai preso a calci nel sedere?>><<Sì, ma non ha vinto nessuno>> feci una pausa fissandolo <<Non è come nei film, Daniel. Comunque, sembri stanco. Pronto per la nanna? Ci meritiamo un po' di serio riposo>> così dicendo ci stendemmo sulla coperta <<Sogni d'oro, fratellino>>.
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Wolves
AdventureSean e Daniel, due fratelli, vivono a Seattle ma sono costretti a scappare di casa come due fuggitivi dopo una tragedia che ha coinvolto il loro padre. Daniel si dimostra un bambino speciale... letteralmente. Viaggiano in luoghi mai visti prima, inc...