Il motel

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<<Assurdo>>disse Bill mentre guidava <<e io che pensavo di aver avuto una giornataccia. Sapevo che quel tizio non era uno stinco di santo>>
<<Se l'è presa anche con te?>>gli chiesi.
<<Ci aveva provato, ma poi ho comprato un sacco di cose. Solo per dargli fastidio. Benvenuto nella terra dei bifolchi...non sei più a Seattle, purtroppo>>
<<Già>>mi limitai a dire.
<<Qua la gente è terrorizzata da...tipi come te e tuo fratello>>
<<Non ci posso credere...>>
<<Non farti scoraggiare da quello che è successo. Vedrai che per strada incontrerai anche delle persone meravigliose>>
All'improvviso sentii qualcosa abbaiare <<Cos'hai sotto quella coperta?>>chiesi a Dan voltandomi verso il sedile posteriore<<Dai, non sono mica stupido!>>
Dan tolse la coperta per poi rivelare la presenza del golden retriever.
<<Daniel...>>
<<Cosa? L'abbiamo salvata>>esclamò Dan mentre Bill rideva <<Siamo degli eroi!>>
<<Mi stai prendendo in giro? Non possiamo tenere un cane!>>replicai parecchio infastidito.
<<Ma, avevi detto che...magari...>>
<<Non arrenderti, Daniel! Sta cedendo!>>gli disse Bill scherzando divertito.
<<E dai. Ci serve un cane! Papà sarebbe d'accordo>>
<<Senti, piantala...hai vinto>>dissi risoluto <<ma devi promettermi che te ne prendarai cura>>
<<Affare fatto! Grazie Sean. Si comporterà bene e...come la chiamiamo?>>chiese mentre la cucciola sbadigliava.
<<Ehi. Il cane è tuo, quindi decidi tu>>
<<Evviva! Vediamo...che ne dici di..."Stella"?>>
<<Sì, mi piace!>>approvai.
<<Fantastico!>>esclamò Bill <<sento di aver appena assistito a un evento storico! Siete sulla strada giusta per diventare dei guerrieri della strada, amici miei>>
Proseguimmo mentre fuori pioveva ancora.
<<Da come parli direi che hai viaggiato molto, o no?>>chiesi a Bill, curioso.
<<È una storia lunga e noiosa. Vengo da una famiglia borghese, ma...senz'anima. Me ne sono andato di casa dopo aver finito la scuola e non ho mai guardato indietro>> raccontò<<ora scrivo degli articoli per riviste e siti web, faccio dei podcast, protesto, cerco di cambiare le cose in meglio, roba così...>>
<<Wow...Quindi sei tipo in politica?>>
<<Tutto è politica, Sean>>
<<Quindi sei tipo...famoso?>>gli chiesi mentre lui accendeva la radio.
<<Più o meno, dai...Diciamo che la gente con cui sono in contatto sa chi sono, e viceversa. Mi basta questo>>
<<Sembra fantastico!>>esitai <<Anch'io vorrei essere famoso>>
<<Diciamo che cerco sempre e comunque di non diventare cinico. Altrimenti sarei uguale alla mia famiglia. In fin dei conti dobbiamo proteggerci a vicenda, non credi?>>
<<Sì>>risposi <<Tu ci hai protetti per davvero. Grazie. Sul serio>>
Lui si limitò a sorridere <<Mi sa che tuo fratello è crollato>>
Mi girai verso Dan e notai che si fu addormentato <<Oh, bene. I viaggi in macchina per lui sono meglio di un sonnifero>>
<<Puoi farlo anche tu, se sei stanco. Non mi offendo>>
<<E tu? Te la senti di guidare ancora?>>
<<Oh, sì! Vedi, adoro guidare a quest'ora. Viaggiare di notte è sempre piuttosto...misterioso>>
A quelle parole cercai di riposare mentre dalla radio a volume basso proveniva una canzone di Elvis Presley.

Dopo tre ore di viaggio facemmo una sosta. Aveva smesso di piovere.
Io e Bill eravamo scesi dall'auto mentre Dan e la cagnolina dormivano.
<<Oh, guarda qui!>>disse Bill indicando il panorama.
Eravamo su una collina e dall'alto si vedeva una città dove c'era un faro enorme, moltissime case e il mare.
<<L'Oregon è praticamente ai confini del mondo>>disse Bill pensieroso.
Restammo in silenzio per un po' quando Bill riprese a parlare <<Senti...so cosa vi è successo a Seattle. Hai voglia di parlarne? Sono bravo ad ascoltare. Decidi tu, non voglio metterti pressione>>
<<Io...non so neanche cos'è successo. È successo tutto così in fretta>>esitai ma sapevo che Bill voleva solo aiutarmi quindi mi sfogai lasciando che le lacrime fuoriuscissero dagli occhi <<È stata la polizia, è colpa loro! Daniel voleva giocare a fare gli zombi fuori in giardino. Quel cretino del nostro vicino se la stava prendendo con lui...e io l'ho preso a pugni. Così papà è uscito per aiutarci. Qualcuno ha chiamato la polizia, e...gli hanno sparato! Hanno ucciso papà davanti ai miei occhi. Un secondo prima, papà era vivo, e poi...poi...maledetti sbirri!>>
<<Ehi, andrà tutto bene>>disse Bill consolandomi <<Fai un bel respiro profondo. Senti, mi dispiace un sacco per tutto quello che ti è successo. La vita è piena di ingiustizie. E in questo momento la sfortuna ti ha travolto in pieno. Ma si sistemerà tutto, Sean>>
<<E come? Vorrei poter tornare a casa, nella mia città. Anche se fosse noiosa come quella laggiù>>dissi osservando la città sotto di noi <<Almeno avrei degli amici, una famiglia, una casa vera. Mi lamentavo sempre. E adesso non ho più niente>>
<<L'unica cosa certa è che ormai fa parte del tuo passato. Non puoi tornare indietro. Adesso hai tuo fratello, e lui ha te>>disse indicando l'auto <<e dovete andare avanti>>
<<Perché?>>
<<Magari adesso non la vedi così, ma quello che c'è tra te e tuo fratello è la cosa più importante. Lui ha bisogno di te. E tu hai bisogno di lui. Si vede che non sa cos'è successo. Sean, prima o poi, dovrai dirglielo>>
<<Lo so. Devo trovare il momento giusto>>
<<Fidati di me. Prima lo farai, meglio sarà>>
<<Ok, lo farò alla prossima occasione. È solo che non sarà facile>>
<<Cos'hai intenzione di fare adesso? Dove andrete?>>
<<Ottima domanda. Pensavo di lasciare il paese, poi giù fino in Messico>>
<<Cavoli, credevo di essere io quello che fa i viaggi lunghi!>>esclamò Bill sorpreso.
<<Dici che dovremmo tornare indietro? A Seattle? Magari posso cercare di spiegare cos'è successo...>>
<<Fai quello che ritieni sia meglio. Se pensi che andare in Messico sia la cosa giusta da fare, allora vacci. Stai andando nella direzione giusta. Avete dei parenti là?>>
<<Magari. Non abbiamo nemmeno una famiglia negli Stati Uniti. A parte dei nonni che non vediamo mai>>
<<E vostra madre?>>
<<No. Assolutamente no. Lei...non fa più parte della nostra vita. Ma papà parlava sempre di questo suo lotto di terreno in un paesello sulla costa. Puerto Lobos...>>
<<È un bel nome. Sarà sicuramente un posto fantastico. Ok. Allora dovete fare ancora un bel pezzo. Abbiamo cincischiato anche troppo. È ora di ripartire>>
Ripartimmo e Bill disse<<Ascolta, vi lascerò in un motel tra un paio d'ore. Mi sa che avete bisogno di un po' di tempo da soli>>

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