Diavolo

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Ellen:
Qualcosa non quadrava, l'insegnante non chiamò la polizia, né tantomeno andò nel panico.
Fu Kylie a interrompere quel silenzio frustrante.

"Ellen perché? "

Sarah mi squadrò con disgusto e non era l'unica.
Presi di nuovo il recipiente tra le mani e dissi ai presenti di farmi passare.
Erano impauriti quindi fecero come avevo chiesto.

Nel mentre correvo sentii Trevor dire a qualcuno di chiamare la polizia.

Due giorni dopo

Oramai ero lontana da quell'inferno.
Era buio non mangiavo da due giorni e non bevevo da due giorni, dormivo sopra una panchina aspettando qualche miracolo. Non dovevo iscrivermi a quella scuola pensai, e mentre lo dissi ridevo, ridevo perchè era tutto surreale e poco dopo piansi.

Sentii un cane abbaiare. Era la polizia.

Stavo correndo a più non posso inciampando a destra e manca, sentivo in lontananza la polizia rincorrermi.
Correvo correvo e correvo finché sentii un dolore allucinante alla gamba, mi accorsi che era il maledetto cane della polizia, mi ci volle un pò per realizzare che mi avevano preso. Uno degli agenti cominciò a farmi mille domande, "perché hai ucciso quella ragazza Ellen?", "mi sai dire della grande somma che il college voleva offrivi?" , "Ellen mi senti?".
Basta lasciatemi stare dissi, mi faceva male la testa, non riuscivo a respirare. Attacco di panico pensai.
Un altro agente venne verso di me, no mi sbagliavo non era un agente, era quello stronzo di Dean Martin.

"Ellen perché non dici alla polizia tutto quello che hai fatto" apparve un ghigno sulla sua faccia.

Mi portarono in questura, non fui interrogata dalla polizia ma bensì da Dean, la cosa mi puzzava fin troppo e non volevo stare insieme a lui nella stessa stanza.

"Ellen mi dispiace tanto, ma dovevo".

Mi venne un altro attacco di panico, cercai di articolare un ultima frase prima di svenire, "chi sei veramente", prima di cadere dalla sedia lo sentii mormorare, "sono il diavolo".

Mi risvegliai in cella.
Tutto attorno a me era sfocato, ci misi due secondi a ricordate tutto. Sentii sbattere la sbarra, era un agente

"verrai portata in informatorio signorina Lee".
Non ebbi una risposta pronta quindi stessi in silenzio.
Il giudice mi rineteva colpevole, volevo tanto dire che l'unico colpevole qua era soltanto Dean Martin ma non avrebbe risolto la questione.

5 anni dopo

"Ti muovi o no" mi disse una voce accanto a me, ero talmente persa tra i miei pensieri che mi resi conto di non aver scelto ancora il pasto.
Decisi di prendermi purè con carne e mi misi seduta nella parte in fondo della mensa del riformatorio.

Cinque anni e ancora ricordo quel maledetto giorno.

Mentre mangiavo fui interrotta da un agente.

"Lee domani sarà il tuo giorno fortunato, qualcuno ha pagato la cauzione per te, da domani puoi dire addio a questo riformatorio".
Non credetti a quelle parole.

"chi ha pagato?"

"una certa Sarah Connel", un nodo mi si intrappolò in gola.

Se Sarah mi voleva liberare allora c'era qualcosa sotto. E se in tutto ciò c'entrava Dean..
Questo pensiero mi tormentò, non potei immaginare di rincontrare quello stronzo.
Un idea balsana mi venne in mente.

Oramai notte stetti chiusa nella mia cella, aspettai che le guardie passassero. Finsi di dormire per poi svegliarmi alle tre di notte.
Non c'era nessuno in giro quindi mi feci coraggio.

Contai.

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1

Sbattei la testa contro il muro della cella.
Un altra testata, un altra ancora, un altra dopo ancora, ripetei quest'azione finchè non caddi a terra.

Sapevo che tra qualche istante sarei morta e non desideravo altro.
Quello scarafaggio che tutti ritenevano inutile avrebbe chiuso gli occhi per sempre.

"allora era vero, il diavolo esiste" dissi con tono spezzato prima di sprofondare in un sonno da cui non mi sarei mai più svegliata.












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