Louis aveva lasciato passare una settimana e poco più prima di mettersi nuovamente in contatto con Harry. La vergogna per quanto successo non lo lasciava vivere le sue giornate serenamente, la sua mente intrappolata sulla rabbia e la delusione percepita nel ragazzo. Ma quel giorno, dannazione, quel giorno aveva davvero bisogno di lui. Ovviamente, la colpa era, ancora una volta, di Stephen. Il suo ex ragazzo che, quella mattina, aveva ben pensato di andare, tra tutte, nell'agenzia di viaggi in cui Louis lavorava. Con il suo sorriso stampato sul volto mentre salutava i vari dipendenti, che conosceva bene grazie a lui, mentre chiedeva di poter prenotare un viaggio.
«Che faccia tosta», aveva digrignato i denti Louis, alzandosi dalla sua scrivania per uscire a fumarsi una sigaretta, non di certo intenzionato ad organizzarglielo lui, quel viaggio. Ma poi Stephen l'aveva seguito, accendendosi anche lui una sigaretta, e gli aveva domandato come stesse. Louis aveva sbuffato, una nuvola di fumo a fuoriuscirgli dalle labbra. «Bene», aveva annuito, guardandolo dritto negli occhi, quasi sfidandolo.
«Ascolta Louis», aveva aspirato dal filtro, «so che ti ho ferito, che ho sbagliato, che probabilmente mi odi... però vorrei avere te come consulente per questo viaggio che devo fare, so quanto sei bravo nel tuo mestiere».«Scordatelo!», aveva tuonato Louis, incredulo, «Neanche sotto tortura».
«Dai Louis», lo aveva pregato l'altro, avvicinandosi per sistemargli un ciuffo di capelli ribelli, «siamo adulti, ci siamo lasciati mesi fa ormai».
«Non mi toccare», aveva detto, sgattaiolando via dal tocco del suo ex, «siamo adulti solo quando ti pare, non è così?», Louis lo aveva fronteggiato, alludendo al motivo della loro separazione, un peso ancora troppo grande sul suo petto.
Stephen aveva sospirato. «Una volta ti piaceva essere toccato da me. Adesso ti fa schifo perfino l'idea di organizzarmi un itinerario».
«Hai deciso tu per entrambi, questa è solo una conseguenza delle tue scelte».
«Hai ragione», aveva annuito alla fine, «mi farò assistere da Julia».
E così era rientrato, chiedendo alla sua collega di poterlo aiutare.
Ma a Louis era rimasto un fastidioso senso di rabbia sotto pelle, la bile eccessiva ad irritargli il fegato, un prurito sulle dita delle mani. Fottuto Stephen.Quindi. Questo era il punto. Aveva bisogno di sfogare il suo disappunto e la sua collera. Di spegnere il cervello. La coscienza dell'immoralità del suo comportamento di quella notte da Harry svanito, sostituito dal veleno.
Per questo decise di mandare un messaggio al riccio, consapevole di riuscire a staccare la spina con lui, certo del fatto di poterlo usare per stare meglio. Esitò al pensiero appena fatto. Non era da lui pensare di usare qualcuno per i suoi scopi personali. A quanto pare la sua vita era radicalmente cambiata. Colpa di Stephen. Quel bastardo. Però d'accordo, poteva farlo. Voleva, addirittura, farlo. Ne aveva bisogno. Lo doveva a se stesso.
Stare meglio. Sì. Se lo meritava. Non gli piaceva sentirsi così inviperito.Fu così che, per la prima volta, invitò Harry a casa sua, l'indirizzo scritto in un messaggio, accompagnato solo da un «quando vuoi».
*
Harry arrivò verso le 7 di sera, più o meno 3 ore dopo aver ricevuto il messaggio da parte di Louis. La giornata a lavoro era stata pesante: essere un tecnico informatico, a volte, diventava davvero stressante.
Il messaggio di Louis gli aveva dato la carica per portare a termine la manutenzione che stava svolgendo ad un pc particolarmente danneggiato senza ulteriori perdite di tempo: la prospettiva di una serata in compagnia allettante e motivante.
Così, raggiunto l'indirizzo che campeggiava sul suo cellulare, aspettò che il maggiore lo facesse entrare lo facesse entrare.
Louis aprì il portone e una volta chiusoselo alle spalle Harry sentì la voce di Louis dire "qui, primo piano", mentre sventolava una mano per farsi vedere, in cima alla scalinata. Harry sorrise a quella visuale, raggiungendolo velocemente. «Ehy, straniero», lo salutò avvicinandosi.
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Love Who You Are / Larry
Fiksi PenggemarLouis non è il tipo di persona che fa queste cose. Non è assolutamente il tipo di persona che fa questo genere di cose - tipo scoparsi uno sconosciuto in un centro commerciale, tra tutti i luoghi possibili. Eppure... O anche quella in cui Louis è r...