Love Who You Are / Larry

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Ad Harry continuava a ronzare per la testa il "vedremo" che aveva rivolto a quel ragazzo tutto occhi blu. Lì per lì, mentre glielo diceva, ne era stato assolutamente convinto. Era ovvio, palese perfino, che avrebbe potuto dimostrare a lui, come a chiunque altro, come nessuno riuscisse a resistergli.
E in un certo senso l'aveva già fatto anche con il ragazzo del piano. Le sensazioni provate con lui erano ancora vive nella sua pelle, incastonate tra le costole che quelle dita avevano tracciato, impresse nei fianchi che aveva stretto. Quel ragazzo aveva, a tutti gli effetti, ceduto di fronte ad una semplice proposta che gli era stata fatta. La dimostrazione era già qui, implicita nello scivolare di quel giovane uomo dentro alle sue carni.
Ora però, mentre ripensava a quel "vedremo" si sentiva uno sciocco. In che modo avrebbero potuto "vedere"? In che modo, senza nemmeno sapere il suo nome, avrebbe potuto ritrovarlo?

Harry un po' se ne vergognava ad ammetterlo, ma nei giorni seguenti gli era capitato di avere avuto casualmente bisogno di tornare al centro commerciale per sbrigare delle faccende e fare degli acquisti.
Al piano, mai più quel ragazzo inesperto.

*

Louis amava stare in mezzo alla sua gente: adorava, davvero, adorava così tanto passare del tempo con i suoi amici a parlare, ridere e scherzare.

Era da un po', in realtà, che non usciva a bere qualcosa con loro. Da quando quello stronzo di Stephen, un mese prima, lo aveva lasciato e lui era finito per scoparsi uno sconosciuto in un lurido cesso di un centro commerciale.

Il fatto è che aveva creduto tanto in quella relazione, aveva pensato di aver trovato la sua metà in quegli occhi dorati, aveva investito energie e sentimenti in quel rapporto, ma, ancora una volta, non era stato abbastanza.

Come sempre.

Louis non era mai quel qualcosa in più per nessuno. Era, piuttosto, quel qualcosa in meno che alla fine restava da solo. Come un giocattolo ormai usato e rimpiazzato da uno nuovo e più bello.

Per questo, per un po', non aveva avuto la forza di uscire con i suoi chiassosi amici. Non che non volesse vederli, s'intende, ma aveva avuto bisogno di tempo da dedicare solo ed esclusivamente a sé.

Oli, uno dei suoi più cari amici, stava raccontando qualcosa circa una ragazza dai capelli lunghi e scuri che aveva visto il giorno prima ad un festival musicale a cui era stato e di cui si era, a quanto pare, follemente innamorato. Il resto della ciurma rideva o commentava, tutti rigorosamente con le loro pinte di birra in mano. Louis era stranamente ancora alla prima della serata e, alternando sorrisi e pacche sulle spalle agli amici, ogni tanto ne prendeva un sorso. Non era dell'umore adatto, ancora.

Proprio mentre lasciava scivolare giù per la gola un po' di quel liquido ambrato facendo vagare lo sguardo tra le pareti del bar, qualcosa al di là delle teste dei suoi amici catturò la sua attenzione. Occhi verdi e capelli mossi. Immediatamente la sua mente corse a quel giorno di un mese prima, quando, deluso e amareggiato, sconfitto e afflitto, aveva trovato un po' di conforto nel suono di un pianoforte e nel calore di un corpo umano.
Voltò subito il viso per non guardare, concentrandosi sui suoi amici. Abbozzò un sorriso quando uno di loro gli disse di essere felice di riaverlo tra di loro e finse di non aver visto con la coda dell'occhio quel tipo, Harry se non ricordava male, accorgersi a sua volta della sua presenza.

*

Harry lo stava fissando da almeno cinque minuti. Dopo giorni e giorni, aveva ritrovato il ragazzo del centro commerciale nel bar in cui aveva deciso di fare un salto quella sera, con la speranza di trovare qualcuno di interessante da conoscere. Quando si dice il destino.

Occhi blu era con un gruppo di amici, lo sguardo malinconico e il sorriso sulle labbra sempre presente ma tirato. Harry aspettò il momento giusto, finì il suo cocktail e poi si avvicinò a quel tavolo. Si schiarì la gola e, posizionandosi alle spalle del castano, si annunciò.