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Harry quella sera era insaziabile. Davvero, erano già venuti tre volte entrambi ma il riccio sembrava non avere intenzione di fermarsi molto presto. Di fatto, stava lavorando così bene la lunghezza di Louis, steso tra le lenzuola con i capelli appiccicati sulla fronte e il respiro ansante, che probabilmente nel giro di qualche minuto sarebbe stato nuovamente pronto ad un nuovo orgasmo. Quella bocca, in effetti, era qualcosa di così peccaminoso che Louis si sentiva già catapultato in una dimensione parallela, senza contare i versi osceni che emetteva e il modo in cui incavava le guance, consapevole dello sguardo del più grande su di sé. Un piccolo diavolo tentatore. Ecco cos'era il più piccolo.

Louis gemette ad alta voce quando Harry aumentò i movimenti e fu costretto a fare ricorso a tutta la sua forza di volontà, le nocche bianche per i pugni stretti, per non alzare il bacino e scopargli la bocca. «Harry, Harry», lo chiamò tirandogli i capelli con l'intento di farsi guardare e farlo smettere, ma in realtà quel gesto fece semplicemente gemere il più piccolo direttamente sul suo cazzo, facendoglielo vibrare stretto tra quelle pareti. «Fermati», gli disse allora, ormai al limite, «sto per- Harry- non- se ti va bene, non vorrei venire così», ansimò.

Il minore stoppò i suoi movimenti, alzando piano la testa. Si staccò dal suo membro con le labbra gonfie mentre Louis respirava a fatica per l'orgasmo pronto e appena negato. «Posso stare di nuovo dentro di te?», gli domandò quando Harry gli si stese sopra, avvicinandosi alle sue labbra. Il più piccolo gli sorrise prima di baciarlo languidamente. «Sempre».

«Solo se tu riesci, H. È il quarto round», gli ricordò, «non vorrei doverti trasportare in braccio doman-», ma Harry lo interruppe baciandolo di nuovo, con foga e passione, facendogli dimenticare ciò che voleva dire.

Quando si staccarono per riprendere fiato gli occhi del minore erano di una tonalità di verde scuro, le pupille inghiottite da quel colore. Louis gli sistemò un riccio umido dietro all'orecchio sussurrandogli quanto fosse bello, bellissimo. Harry si morse il labbro e poi lentamente si posizionò sull'erezione del più grande, calandosi giù fino ad essere completamente seduto sul suo bacino. Gemettero entrambi.

Louis sapeva che non sarebbe riuscito a durare a lungo quindi non appena Harry iniziò a muoversi afferrò anche il suo membro, stimolandolo allo stesso ritmo che stava usando il più piccolo per cavalcarlo. Anche Harry sembrava essere nelle sue stesse condizioni, il liquido preseminale già presente a bagnargli la punta e a gocciolare sulla lunghezza sotto alle dita di Louis, e i respiri irregolari di entrambi ad indicare che fossero già vicini all'apice del piacere.

«Sei così bello», ripeté Louis osservando quel meraviglioso ragazzo torreggiarlo, la pelle imperlata dal sudore a far luccicare i tatuaggi sul suo petto, i capezzoli turgidi, l'addome scolpito, «non riesco ancora a crederci che- che mi vuoi anche tu».

Harry si abbassò a baciarlo scompostamente a causa dei movimenti, senza dire una parola. Louis ricambiò, tutto denti e saliva, e se lo fece andare bene. Non aveva bisogno delle parole, lo aveva capito e accettato, gli bastava i gesti che il più piccolo gli riservava. Lo sapeva, grazie a quelli, che Harry fosse sulla buona strada per mettersi al passo con i suoi sentimenti. Non si sentiva solo, in quella cosa, sentiva di essere sulla stessa lunghezza d'onda con il riccio. E andava bene così.

Quando si staccarono, un gemito più roco fece capire a Louis che Harry fosse pericolosamente vicino, e, Dio, anche lui lo era. Alzò il bacino andando incontro alle spinte dell'altro, trovandosi a metà strada rendendo gli affondi molto più profondi e forti, e in men che non si dica sentì l'orgasmo arrivare e prendergli il fiato. Si riversò con piccoli fiotti caldi dentro al minore, ormai il rilascio era poco, giunti alla quarta volta, e Harry lo seguì un istante dopo, aggiungendo qualche altra macchia di sperma ai loro petti già sporchi. Vedendo la - poca - quantità scoppiarono a ridere tutti e due, gli occhi luminosi e sereni.

Love Who You Are / Larry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora