Capitolo 5

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JAMIE's POV
Perché cazzo ho invitato Tessa a studiare a casa mia?

Voglio dire... Mi piace, ma è di terzo anno e cosa potrebbe mai fare per aiutarmi con lo studio?

Coglione, coglione e coglione!

Già lo so, essere coglione è nel mio essere e non posso cambiarlo.

Ora che le dico? "Hey ciao, sei di terzo anno ma ti ho chiesto di studiare insieme perché la mia memoria ha cancellato due anni di liceo e quindi sai com'è, penso di essere in terzo anno!"

Sparati...

-Jamie non ti tormentare...
-Michol, il mio tormento è più che normale in casi come questo.

Michol è il mio migliore amico, è sempre con me quando ho problemi di ragazze, è sempre stato qui quando avevo bisogno.

-Dai su! Non pensi che già si sia accorta che la volevi solo portare a casa? Non hai bisogno di darle spiegazioni se ho capito bene che tipo di ragazza è.

-Allora punto uno non la volevo solo portare a casa, cioè l'ho vista lì davanti a me, bellissima e non sono riuscito a fermare le parole uscire dalla mia bocca. E punto due non dire così, perché lei non è una puttana.

-Una che va con tutti non pensi che sia una puttana? Se vuoi posso dire anche troia, oppure...

-Mike! Basta. Dobbiamo solo studiare, nient'altro, quindi non farti strani film mentali.

Michol sbuffa e si alza dal letto per uscire dalla camera e tornare al piano di sotto, dove abita.

-Oh, e Jamie? -Dice, girandosi appena in tempo con un piede dentro è uno fuori dalla camera.

-Si?
-Volevo solo dirti che dopo quello che è successo con Isabelle e quel cazzone di Simon, lo devi solo dimenticare. Perché io voglio solo che tu sia felice. Lo so che è difficile dimenticare una ragazza di cui sei stato innamorato pazzo, ma se questa Tessa riuscisse davvero a fare di te un ragazzo felice e sempre col sorriso, giuro che le faccio un monumento e lo metto al centro perché tutti possano ammirare colei che ha fatto del mio migliore amico un coglione. Un coglione felice.

Senza sapere cosa rispondere gli sorrido semplicemente, il suo discorso, che mi vuole vedere felice e tutto il resto, mi ha reso davvero felice. Sapere che qualcuno si preoccupa per te è sempre bello.

-Aspetta un altra cosa!
-Dimmi Michol.
-Sono gay.
-Cosa? E perché non me lo hai detto prima?

Lui fa un'alzata di spalle ed esce dalla stanza lasciandomi lì come un coglione.

Sono rimasto spiazzato da questa cosa, non che io abbia qualcosa contro i gay, ma dirmelo così e scappare via...

Sento il telefono affianco a me che suona per il messaggio appena arrivato: "E non rimanere così imbambolato, riordina la stanza e mettiti un po' di profumo che sono le 15:52"
Da Michol.

-Ok dove sei nascosto?- urlo.

Comunque sia comincio a" sistemare" tutte le magliette e tutti i pantaloni sparsi per la camera, mi metto un po' di profumo e pettino i capelli biondi che sono perennemente spettinati.

Sono le 15:58 e seduto sul letto ad aspettare Tessa, non posso fare a meno di ricordare Isabelle.

Lei era fantastica... Era bionda con gli occhi azzurri e aveva perennemente un sorriso stampato in faccia, come se fosse la ragazza più solare del mondo.

Era magra e alta, e ricordo ancora quando ogni tanto mi vedeva pensieroso, magari per la scuola, e mi mordeva un dito o la guancia o il braccio, o qualunque cosa potesse essere morsa per attirare la mia attenzione e distogliermi dai problemi.

A volte capita II Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora