Francesca's pov
Ero appena arrivata al centro sportivo del Cagliari, che mi pare si chiami Asseminello, con mio fratello. Oggi si sarebbe svolto il suo primo allenamento con la nuova squadra.
Speravo che facesse amicizia velocemente e che si trovasse bene nel gruppo, anche se sapevo che ci sarebbe riuscito, estroverso com'era.
Io invece ero letteralmente il suo contrario, ero molto introversa e me ne stavo sulle mie.
Non sembrava, ma io e Matteo eravamo diversi solamente per il carattere: lui estroverso e amichevole e io introversa che faceva fatica ad aprirsi con qualcuno.
L'unico suo ex compagno di squadra con cui ero riuscita a fare amicizia era Matteo Pessina, che mi era stato simpatico sin da quando lo vidi per la prima volta.
Aspettai che Matteo uscisse dallo spogliatoio perché non sapevo come arrivare agli spalti per sedermi.
Dovevo assolutamente continuare ad ascoltare un audiolibro che avevo iniziato da poco.
Quando Matteo uscì da lì dentro mi accompagnò in questi benedetti spalti.
Lo ringraziai con un bacio sulla guancia, per poi vederlo correre verso campo per effettuare il suo primo allenamento con il Cagliari.
Mi sedetti in un seggiolino nella fila più vicina al campo per poi mettermi le mie amatissime cuffie per riprendere il mio audiolibro.
"Quella mattina, mentre caricavamo gli equipaggiamenti, iniziarono ad arrivare tutti. Giungevano da ogni luogo e da ogni direzione, cavalieri, famiglie, domestici...più di duecento uomini con i loro cavalli, muli, bardotti e carri si raggrupparono di fronte alla dimora di Rodrigo esclamando: <<Campeador, Campeador!>>
Il signore di Vivar non credeva ai suoi occhi. Cinque giorni prima pensava di essere stato abbandonato da tutti, che sarebbe andato in esilio solo e abbattuto, ma adesso aveva davanti a sé un vero esercito, con sessanta giovani cavalieri schierati, forti e agguerriti, come solo lui poteva forgiarli.
Rodrigo era davanti a loro, le mani sui fianchi, la testa ben sollevata e lo sguardo sereno, orgoglioso dei suoi amici e allo stesso tempo felice per la lealtà dimostrata dai suoi vassalli.
<<Dove credete di andare?>> chiese loro.
Muño Gustioz, un suo parente, si fece avanti e gli rispose: <<Ovunque tu vada.>>
<<Non credo che vi rendiate conto della situazione. Non si tratta di una campagna militare al servizio di Castiglia. Sto andando in esilio. Capite cosa significa? L'espulsione.>>
<<Veniamo con te>> replicò Pedro Bermúdez, che nella battaglia di Cabra Rodrigo aveva nominato sottotenente della sua brigata.
<<Questa è opera tua?>> chiese Rodrigo voltandosi verso di me.
<<No, è opera vostra, signore>> gli risposi.
<<Sei pazzo!>> urlò Rodrigo. <<Tornate a casa, è lì che servite. Con me vi aspettano solo innumerevoli difficoltà, fame, dolore e privazioni, vagabondaggi da un posto all'altro senza casa né famiglia e, chissà, forse anche la morte. Andate via; sono il vostro signore e vi ordino di voltarvi e tornare alle vostre case.>>
Nessuno si mosse, Rodrigo guardò i suoi uomini uno per uno negli occhi e tutti mantennero lo sguardo fisso.
<<Non andremo da nessuna parte senza di te>> disse il suo parente, Álvar Fáñez.
<<Siete più cocciuti di un branco di muli>> replicò Rodrigo.
<<Campeador, Campeador!>> iniziarono a gridare in coro facendo scontrare le spade e i coltelli uno contro l'altro.
Jimena uscì di casa con i suoi tre figli; la piccola Maria aveva appena qualche mese ed era tra le braccia della mamma. Gli altri due, Diego e Cristina, si aggrappavano alla gonna della madre spaventati dal rumore delle armi e dalle urla fragorose.
<<Dovresti essere fiero di loro>> disse la sua sposa a Rodrigo.
<<Lo sono, non esiste un signore orgoglioso quanto me dei suoi uomini.
E va bene, maledetti bastardi, se è questo che volete, così sia>> gridò Rodrigo ai suoi vassalli. <<E che Dio abbia pietà di voi.>>
Il rumore delle armi e delle voci aumentò e a quel punto mi parve di vedere una lacrima che scivolava lentamente lungo il volto segnato dalle intemperie del Campeador."Ero così tanto concentrata ad ascoltare l'audiolibro che non mi accorsi del fatto che un pallone mi stesse per arrivare in pieno volto, che mi colpì in pochi secondi.
Mi portai le mani sopra il viso, dolorante. Per colpa della pallonata ero finita seduta a terra e non nel seggiolino dove ero stata fino a poco prima che la palla colpisse la mia faccia.
Qualche lacrima uscì dai miei occhi, il dolore al volto stava aumentando e non cessava nemmeno per un secondo.
Senza accorgermene, una persona mi tolse le cuffiette dalle orecchie per poi tirarmi a sedere nel seggiolino in cui mi ero accomodata in precedenza.
"Stai bene? Mi dispiace, non era mia intenzione colpirti, volevo tirare la palla a Matteo, per sbaglio invece ho colpito te, scusami ancora"
Appena aprì gli occhi, mi ritrovai un paio di occhi chiari, e molto profondi, che mi guardavano preoccupati.
"Hey tranquillo, sono ancora un po' frastornata, ma nulla di che" dissi respirando affannosamente.
Ora il dolore stava passando, nonostante la pallonata che mi era arrivata fosse molto forte.
Il ragazzo sconosciuto si sedette a fianco a me per poi mettermi un braccio sopra le spalle.
A quel contatto, sentì dei brividi nella mia schiena.
Mi girai verso la sua parte, ed effettivamente era la prima volta che lo guardavo in faccia.
Dio, era molto bello.
Abbassai lo sguardo imbarazzata, ora le mie scarpe sembravano molto interessanti.
"Comunque mi chiamo Giorgio Altare, piacere" disse tendendo la mano verso la mia direzione.
Io la guardai per un secondo per poi stringerla.
"Francesca Lovato, piacere di conoscerti" dichiarai io un po' titubante e soprattutto imbarazzata.
Facevo molta difficoltà a presentarmi a qualcuno, asociale qual ero.
"Ah quindi sei la sorella del nuovo 'acquisto'?" chiese facendo le virgolette con le mani quando disse la parola acquisto.
Io annuii cercando di non guardarlo negli occhi. Se mi fossi incatenata nel suo sguardo, mi ci sarei persa dentro in pochissimi secondi.
"Ora devo tornare ad allenarmi. Ci vediamo dopo, Francesca"
Mi salutò con un bacio sulla guancia, per poi raggiungere i suoi compagni di squadra.
Istintivamente mi portai la mano nella guancia dove Giorgio mi aveva lasciato il bacio.
Solo in quel momento mi accorsi di essere arrostita violentemente.
Presi il cellulare in mano per entrare un po' su instagram: volevo distrarmi da quello che era appena accaduto.
Misi like ad alcuni post di alcune mie amiche, finché non pensai di andare a cercare Giorgio su instagram.
Perché lo stavo facendo? In questo momento non riuscivo a rispondere a questa domanda.
Feci una piccola ricerca e lo trovai immediatamente. Su questo social si chiamava @altaregiorgio14.
Premetti il tasto "segui", sperando di non aver fatto una cavolata.
Sicuramente non avrebbe mai notato che lo avessi iniziato a seguire su instagram, visto che un sacco di persone premevano "segui" sul suo profilo.
Ed era qui che mi sbagliavo di grosso.
Nota autrice:
Heyy, come state? Spero bene. Volevo solo dirvi che il libro che ho scelto per l'audiolibro si chiama "El Cid - il guerriero" di José Luis Corral. Di questo libro non credo che nella realtà esista l'audiolibro, ma facciamo finta che ci sia😂
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Instagram|| Giorgio Altare
Fanfiction@altaregiorgio14 ha iniziato a seguire @fraa_lovato PRIMA STORIA SU GIORGIO ALTARE SU WATTPAD.